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Come si mangia il tamarindo? Proprietà ed usi della spezia

Scopriamo come si mangia il Tamarindo, come aggiungerlo alla tua alimentazione e quali sono i benefici di questo frutto.

Come si mangia il tamarindo? Proprietà ed usi della spezia

Fonte immagine: Foto di Thanachot Pongpanich da Pixabay

Il tamarindo è il frutto della pianta Tamarindus indica, che appartiene alla famiglia delle Fabaceae (Leguminosae), di cui fanno parte anche fagioli, fave, lupini, piselli e molti altri alimenti a noi ben noti. Si tratta di un alimento – da molti considerato in realtà una spezia – che ha origine in Africa, ma è possibile trovarlo anche in altri luoghi del mondo, come l’Asia del Sud, il Sud America e i Caraibi.

Il frutto di questa pianta ha la forma di un baccello allungato, al cui interno di possono trovare fino a 12 semi piatti e duri, da cui si ricava una polvere aromatica, molto usata in cucina.

Dalla sua buccia viene invece estratta una polpa marrone e commestibile, con un sapore molto intenso, grazie alla quale vengono realizzati sciroppi, bevande dissetanti, dolci e marmellate.

Il tamarindo è un vero e proprio concentrato di sostanze nutrienti e benefiche. Non a caso, viene impiegato nella medicina popolare per il trattamento di numerose condizioni.

In questo articolo vedremo quali sono i benefici del tamarindo, come si mangia questo frutto e quando è meglio evitarne l’assunzione.

Come è la pianta del tamarindo?

Fonte: Foto di Everaldo A. de Brito Everaldo Brito da Pixabay

La pianta del tamarindo (Tamarindus indica) è anche nota con il nome di “dattero d’India”. Si tratta di un albero plurisecolare imponente, originario del Sud Africa, che può arrivare a raggiungere anche i 30 metri di altezza e un diametro di circa 7 metri. I frutti sono dei baccelli dalla forma incurvata.

Il loro colore è marrone chiaro e ogni frutto può raggiungere una lunghezza di circa 14 centimetri. Man mano che matureranno, i frutti diventeranno sempre più secchi. Al loro interno potrai trovare la polpa del tamarindo, che ha un sapore leggermente aspro.

Dove si trova il tamarindo?

Probabilmente ti sarà capitato di trovare delle confezioni di tamarindo fresco al supermercato, magari nella sezione dedicata ai prodotti esotici e tropicali.

Puoi comprare questa spezia o frutto anche nei negozi specializzati e nei siti on line. Inoltre, il tamarindo si trova anche in forma di rimedi naturali, per cui potresti trovare tisane e altri prodotti in erboristeria.

In commercio puoi trovare anche gelatine, marmellate, creme e persino il tamarindo candito.

Valori nutrizionali

Abbiamo visto che il tamarindo rappresenta un concentrato di sostanze nutrienti e benefiche. Nello specifico, la polpa contiene elevate quantità di sali minerali (potassio, magnesio, sodio, calcio, zinco, rame e selenio). Il frutto vanta anche un’ottima presenza di vitamine del gruppo B, acqua e una discreta quantità di fibre.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i valori nutrizionali di questo frutto. Secondo l’Humanitas Research Hospital, 100 g di polpa apportano:

  • 239 calorie
  • Proteine: 2,8 g
  • Fibre: 5,1 g
  • Vitamina C: 3,5 mg
  • Vitamina E: 0,10 mg
  • Vitamina A: 30 UI
  • Vitamina K: 2,8 µg
  • Potassio: 628 mg
  • Fosforo: 113 mg
  • Magnesio: 92 mg
  • Calcio: 74 mg
  • Ferro: 2,80 mg
  • Selenio: 1,3 µg
  • Zinco:0,10 mg
  • Rame: 0,86 mg.

Tamarindo: sapore

Il sapore di questo frutto è molto caratteristico. La polpa del tamarindo è densa e appiccicosa e il gusto è dolciastro e acidulo, ma anche molto rinfrescante.

Man mano che il frutto diventa più maturo, il sapore sarà sempre più dolce.

Tamarindo, a cosa fa bene: proprietà e benefici

Fonte: Foto di Monfocus da Pixabay

Che benefici ha il tamarindo? Grazie al suo interessante profilo nutrizionale, questo frutto rappresenta un valido rimedio per combattere numerose condizioni e patologie. Viene impiegato principalmente per alleviare il problema della stitichezza, ma potresti usare questo rimedio anche per riequilibrare l’attività intestinale e persino per abbassare la febbre.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i benefici del tamarindo per la nostra salute.

Migliora la salute dello stomaco

Le fibre contenute in questo frutto migliorano le funzioni dell’intestino e potrebbero proteggerlo dalle sostanze cancerogene. Inoltre, la polpa di questo alimento è considerata un ottimo lassativo da usare in caso di stitichezza.

Combatte febbre e raffreddore

Questo frutto viene consigliato anche per combattere raffreddore e febbre, oltre che per alleviare la nausea in gravidanza. Il tamarindo vanta anche una discreta azione antimicotica e antibatterica.

Migliora la salute del fegato

Il tamarindo fa bene anche al fegato, come anche il fieno greco. Grazie ai suoi effetti benefici, questo frutto agisce in modo efficace sulla cistifellea e aiuta a prevenire i disturbi biliari. Inoltre, la presenza di sali minerali offre anche un effetto idratante e disintossicante.

Protegge la salute del cuore

Il frutto, grazie alla ricca presenza di potassio, aiuta a controllare la frequenza cardiaca e a ridurre l’ipertensione. Inoltre, la presenza di fibre permette di tenere sotto controllo i livelli del colesterolo nel sangue.

Un aiuto contro il diabete

Il tamarindo, al pari della cannella, permette anche di regolarizzare la presenza di zucchero nel sangue e di tenere sotto controllo la glicemia.

Controindicazioni

Come spesso accade quando si parla di rimedi naturali e spezie, anche il tamarindo può avere delle controindicazioni. Ad esempio, lo sciroppo esercita un forte effetto lassativo, per cui sarà meglio consumarlo con parsimonia e mai per periodi di tempo eccessivamente prolungati.

Inoltre, il tamarindo può compromettere la capacità di assorbimento da parte dell’intestino di alcuni farmaci, come l’aspirina e l’ibuprofene. Prima di assumere prodotti a base di tamarindo, parlane quindi con il tuo medico curante se stai seguendo una terapia farmacologica.

Infine, alcune persone potrebbero soffrire di allergia al tamarindo, e manifestare quindi delle razioni come eruzioni cutanee, vomito e vertigini.

Come si usa il tamarindo?

Tamarindo
Fonte: Foto di DanaTentis da Pixabay

Nella cucina asiatica, il tamarindo viene aggiunto alle salse e ai piatti di pesce, carne, pollo e verdure, come spezia per insaporire i manicaretti. In questi casi la polvere di tamarindo, derivante dai semi della pianta, viene usata come condimento, per dare alle portate un leggero sentore aspro amarognolo.

Forse ci stupirà saperlo, ma alcuni piatti etnici molto noti, come il curry di verdure o di pesce, vantano spesso la presenza della spezia in polvere. Il pad thai Thailandese è un altro cibo tipico dove è presente il frutto. Ed è famoso anche il kala chana, una zuppa di ceci neri indiana, dove il tamarindo viene mescolato con zenzero e cumino, ma anche curcuma e coriandolo fresco.

In Italia lo conosciamo soprattutto come ingrediente nella preparazione di creme e sciroppi. La buccia del tamarindo viene impiegata per la preparazione di numerosi alimenti, come gelatine, sciroppi e marmellate. Ma è sempre più adoperato anche per creare chutney di accompagnamento ai secondi piatti, spesso unito al curry.

Inoltre, forse ti sorprenderà sapere che il tamarindo è uno degli ingredienti della salsa Worcestershire (detta anche salsa Worcester). Il frutto viene impiegato anche per la preparazione di tipiche caramelle indiane (i Chigali lollipops) e per preparare delle bevande rinfrescanti.

Come scegliere il tamarindo

Se in questo momento ti trovi al supermercato, nella corsia dedicata ai frutti tropicali, probabilmente ti starai chiedendo come fare a scegliere un buon tamarindo. In alternativa, ricordati che la spezia essiccata e in polvere si può facilmente trovare sugli scaffali dei cibi etnici. O anche nei negozi specializzati in cibi asiatici.

Prima di mettere una confezione di questi frutti nel carrello, se opti per il tamarindo fresco, presta attenzione ad alcuni dettagli. Il prodotto dovrà essere integro e senza crepe, non dovrebbe essere troppo leggero e la polpa non dovrà avere un odore troppo acre.

La polpa di un tamarindo maturo deve avere infatti un sapore dolciastro e leggermente aspro, ma non deve mai essere acida. In tal caso, qualora il frutto dovesse risultare troppo acido, sarà preferibile evitare di mangiarlo.

Come si mangia il tamarindo fresco?

Come abbiamo visto, il tamarindo è disponibile in diversi formati. Il frutto fresco andrà mangiato dopo aver aperto il baccello ed eliminato i semi. La polpa può essere consumata direttamente o potresti aggiungerla alle tue ricette, ispirandoti magari alla cucina indiana e preparando, ad esempio, un’ottima salsa sfiziosa e diversa dal solito.

Ricetta della salsa al tamarindo

Per sfruttare al meglio questo prodotto, potresti preparare una buona salsa per insaporire i tuoi piatti a base di carne e pesce. Vediamo quali sono gli ingredienti e come procedere.

Ingredienti

Per preparare la salsa di tamarindo ci serviranno:

  • Aceto bianco: mezzo bicchiere
  • Acqua: mezzo bicchiere
  • Zucchero: mezzo bicchiere
  • Tamarindo (puoi usare anche 2 cucchiai di concentrato o pasta di tamarindo)
  • Sale
  • Amido di mais: 2 cucchiaini
  • Aglio (uno spicchio).

Procedimento

Estrai la polpa dal frutto. Per questa preparazione dovresti ottenere circa un bicchiere di polpa, che andrai a versare in una pentola con l’acqua. Mescola e scalda a fuoco medio, quindi aggiungi lo zucchero e l’aceto bianco. Fai amalgamare per bene i sapori, dopodiché aggiungi un pizzico di sale.

Trita finemente l’aglio e aggiungilo alla salsa. In una ciotolina a parte sciogli la maizena insieme a una piccola quantità di acqua fredda, e versa il composto nella pentola insieme alla salsa, per farla addensare.

Quando la salsa bolle, toglila dal fuoco e lasciala raffreddare. Per conferirle una consistenza più liscia, quando si sarà raffreddata versala in un mixer e frullala in modo da eliminare gli eventuali grumi. Questa salsa sarà ottima per accompagnare piatti a base di carne e pesce.

 

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