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Peperoncino in vaso: come coltivarlo e curare la pianta

Il peperoncino è uno degli ingredienti più amati in cucina, facile da coltivare anche in vaso. Tutti i consigli per ottenere un buon raccolto domestico.

Peperoncino in vaso: come coltivarlo e curare la pianta

Fonte immagine: Pixabay

Il peperoncino rappresenta di certo uno dei condimenti più amati. Usato per insaporire una lunga serie di ricette, grazie al suo sapore marcatamente piccante, è anche da secoli considerato uno dei rimedi naturali più efficaci per la salute.

Ha proprietà tonificanti, può favorire il dimagrimento, protegge vene e arterie e aiuta la circolazione. E perché allora non coltivarlo in vaso, per averlo sempre a disposizione? Ma come curare questa pianta nel tempo?

Come facile intuire, il peperoncino ha origini in luoghi del mondo caldi e soleggiati: per questa ragione, non in tutte le zone d’Italia è facile coltivarlo. Di conseguenza, è importante chiedere un parere al proprio fornitore di botanica di fiducia, così da assicurarsi che le condizioni climatiche del proprio luogo di residenza siano compatibili con la sua crescita.

Di seguito, qualche utile consiglio.

Cosa è il peperoncino

Peperoncino rosso

Con il termine peperoncino si indica il nome comune di una bacca, prodotta da diverse piante del genere Capsicum. È noto ai più per il suo sapore piccante, che può diventare anche particolarmente intenso a seconda della varietà.

Esiste infatti una vera e propria unità di misura della piccantezza del peperoncino, la cosiddetta scala di Scoville: grazie a questa misurazione, si può capire quanto è intensa la sensazione del condimento sul palato.

Il sapore piccante del peperoncino è dovuto perlopiù alla capsaicina, una sostanza presente nella bacca in alte concentrazioni. Ma quali sono le caratteristiche della pianta del peperoncino?

Si tratta di un vegetale di media altezza – all’incirca un metro se coltivato in giardino oppure una cinquantina di centimetri se fatto crescere in vaso – composto da tanti fusti sottili ed eretti, dai quali spuntano delle brillanti foglie verdi e ovali.

Come già ricordato, il peperoncino non è altro che la bacca prodotta dalla pianta: a dispetto delle credenze comuni, la crescita avviene in direzione contraria rispetto a come si è abituati a vedere il peperoncino. Il frutto cresce infatti dal basso verso l’alto, in posizione eretta rispetto al fusto che lo sostiene, anziché appeso e pendente come si potrebbe pensare.

Quasi tutti i peperoncini sono originari dell’America Centrale e del Sudamerica, in particolare del Messico. Qui non è infatti difficile trovare piante dalla crescita spontanea, anche nei centri urbani. La sua introduzione in Europa è successiva alla scoperta delle Americhe e, da allora, è coltivato in tutto il mondo.

La bacca può essere consumata fresca, essiccata, in polvere come spezia o come ingrediente di base della paprika. Come già accennato in apertura, il peperoncino non viene scelto solo a scopo alimentare, ma anche curativo.

Varietà più famose di peperoncino

Peperoncino su tavolo

Ma quali sono le varietà più famose di peperoncino? Esistono diversi gruppi, che ospitano al loro interno delle tipologie del condimento molto note:

  • Capsicum annum: è la specie più comune e coltivata, presenta una piccantezza media e include esemplari quali la Cayenna, lo Jalapeno, il Serrano e il peperoncino calabrese;
  • Capsicum baccatum: è un peperoncino coltivato perlopiù in Messico, di media piccantezza e conosciuto anche come Aji;
  • Capsicum frutescens: è la varietà che si coltiva per ottenere il peperoncino tabasco e, naturalmente, la relativa salsa;
  • Capsicum pubescens: sempre di media piccantezza, si caratterizza per semi neri, piante molto alte – anche fino a 2.5 metri – e per varietà come il Locato e il Manzano;
  • Capsicum chinense: la famiglia dei peperoncini più piccanti in assoluto, che raggruppa esemplari quali il piccantissimo habanero.

Come coltivare il peperoncino in vaso

Coltivare il peperoncino in vaso non è difficile, anche se sarà necessario assicurare alla pianta alcuni specifici bisogni. A scopo di autoproduzione, si tende sempre a preferire le varietà della specie Capsicum annum, più semplici da coltivare.

Ma, una volta presa sufficiente dimestichezza, si potranno scegliere anche peperoncini più rari o dalle esigenze maggiori.

Necessità della pianta

Pianta di peperoncino

Per assicurare una buona produzione di peperoncini anche in vaso, è necessario rispettare alcuni requisiti che la pianta stessa richiede:

  • Clima: quella del peperoncino è una pianta che ama climi molto caldi, quasi tropicali, con livelli di umidità elevata. In estate non vi sono particolari problemi a coltivarlo sullo Stivale ma, naturalmente, in inverno la crescita può avvenire solo in casa, in grow-box oppure in serra;
  • Terreno: la bacca ha bisogno di un terreno soffice o di medio impasto, altamente drenante poiché non sopporta i ristagni dei liquidi. Il terriccio dovrà poi essere ricco di componenti azotate, anche da fertilizzazione sostenibile come ad esempio il compost;
  • Esposizione solare: il peperoncino ama l’esposizione solare, anche d’estate. Quando però i raggi del Sole appaiono troppo intensi e le bacche non ancora del tutto sviluppate, è consigliabile predisporre anche un piccolo spazio in penombra;
  • Annaffiature: ma quante volte si annaffia il peperoncino? È questa una delle domande frequenti che si pone chi decide di avviare questa autoproduzione. Le richieste d’acqua sono abbastanza abbondanti, soprattutto nei mesi più caldi dell’anno: bisognerà bagnare il terreno quotidianamente. Allo stesso tempo, però, bisogna evitare di bagnare le foglie per evitare che letteralmente cuociano sotto il sole.

Coltivazione in vaso e in giardino

Peperoncino in vaso

Come già accennato, coltivare il peperoncino è abbastanza semplice, sia in vaso che in giardino. Nel primo caso, come di consuetudine, bisogna riempire il fondo del contenitore con della ghiaia o dei cocci per favorire il deflusso dell’acqua. In giardino bisogna invece procedere con una fertilizzazione preliminare, anche con concimi organici come il compost, il letame oppure il guano.

Il peperoncino si coltiva a partire dalla semina. Dopo aver scelto una pianta non troppo estesa in altezza, si prende un seme di peperoncino e lo si inserisce a circa un centimetro sotto la superficie del terreno.

Se si vive in luoghi molto freddi, dove la temperatura domestica difficilmente supera i 20 gradi, si può partire dal semenzaio: tra febbraio e marzo, si inseriscono i semi in un composto di sabbia e torba e si attende l’apparizione dei germogli, anche aiutandosi con lampade alogene riscaldanti per orto.

Una volta comparse le piantine, in caso si stesse coltivando in vaso, è necessario esporle il più possibile alla luce solare e mantenerle in locali caldi e mediamente umidi. L’apparizione delle prime bacche sarà poi estiva, poiché nono necessarie temperature vicine ai 25 gradi affinché la pianta entri nella sua fase produttiva.

Ma che fare se si vive in luoghi dove simili temperature sono rare? Ci sono piante di peperoncino che resistono al freddo? Le varietà della specie Capsicum pubescens crescono in zone montane del Messico, anche oltre ai 1.500 metri, sono quindi abituate a climi più freschi.

Ma, di certo, ottenere un raccolto soddisfacente è difficile sotto i 18-20 gradi.

Cura del peperoncino nel tempo

Afidi

Ma come curare la nostra pianta di peperoncino nel tempo, quali accorgimenti dobbiamo prendere affinché il raccolto sia sempre rigoglioso e, soprattutto, il vegetale stesso non appassisca?

  • Esposizione e riparo: il vaso di peperoncini dovrà essere sempre esposto al sole e lasciato all’esterno solo a temperature superiori ai 15-20 gradi;
  • Potatura: per favorire una maggiore ramificazione e una produzione più intensa di peperoncini, in primavera è utile tagliare i fusti all’incirca alla metà, poco sopra a un nodo. Questo comporterà la crescita di più ramificazioni pronte a generare bacche;
  • Parassiti: le piante di peperoncino sono spesso attaccate da afidi, cocciniglie e mosche bianche. Tutti insetti che si possono contrastare con acqua e sapone di Marsiglia o, ancora, con 5 ml di olio di neem diluito in acqua;
  • Annaffiature: avvengono al bisogno, quando il terreno appare secco. In estate si dovrà procedere quotidianamente, preferendo le prime ore del mattino o dopo il tramonto;
  • Fertilizzazione: almeno una volta al mese, utile è fertilizzare il terreno con del concime organico quale il compost;
  • Sostegno: se la pianta è troppo alta, o tende a cadere sotto al suo peso, si possono usare piccoli sostegni in bambù a cui fissare i fusti.

 

Fonti

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