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Pianta del pepe: coltivazione e differenze fra nero e rosa

La pianta del pepe rappresenta una delle coltivazioni ornamentali più in voga negli ultimi anni: questo vegetale è vistoso e appariscente, quindi ottimo per abbellire gli ambienti domestici. Alle nostre latitudini, tuttavia, non vi sono sempre le condizioni ideali affinché si sviluppi, quindi la crescita della pianta avviene soprattutto indoor. Ma come si coltiva e quali sono le principali differenze tra il pepe nero e quello rosa, noto anche come falso pepe?

Pianta del pepe: coltivazione e differenze fra nero e rosa

Fonte immagine: Unsplash

La pianta del pepe rappresenta una delle coltivazioni che, negli ultimi anni, si è maggiormente diffusa a livello domestico. Non solo per produrre in autonomia la tanto amata spezia, ma anche e soprattutto a scopo ornamentale. Questo arbusto, infatti, è decisamente appariscente e quindi ideale per decorare gli ambienti.

Ma come si coltiva la pianta del pepe e, soprattutto, quali sono le differenze fra pepe nero e pepe rosa?

Il pepe è una delle più diffuse spezie impiegate a scopo alimentare, presente ormai da tempo immemore anche nella cucina mediterranea. Tuttavia, la sua coltivazione non è semplice alle nostre latitudini: la pianta richiede infatti climi molto caldi e, per questa ragione, il suo sviluppo è solo possibile in luoghi chiusi oppure in serra.

Di seguito, tutte le informazioni utili.

Pianta del pepe: cosa è

Bacche del pepe

Tutti conoscono il pepe, una spezia ormai immancabile in cucina: noto per il suo sapore piccante, il pepe riesce ad arricchire qualsiasi preparazione, in particolare i secondi piatti a base di carne. Ma da dove deriva questa delizia?

Dall’omonima pianta del pepe, conosciuta come Piper nigrum e appartenente alla famiglia delle Piperacee. Quello che viene consumato non è altro che il frutto che, a seconda delle varietà, sarà distinto in pepe bianco, pepe nero e pepe verde.

La pianta è originaria dell’India, dove proprio si è diffuso inizialmente il consumo di questa spezia. Grazie ai commerci con l’Oriente, nel corso dei secoli il pepe si è diffuso in tutto il mondo, trovando oggi una coltivazione pressoché ubiquitaria in tutti i continenti. Naturalmente, dove le temperature non sono adeguate alla sua crescita è necessario procedere in serra oppure in ambienti dall’atmosfera modificata.

Questa pianta si caratterizza per una struttura a liana, dai fusti legnosi, che può arrivare anche ai 4 metri d’altezza. Si presenta con delle foglie coriacee ovali, dalle quali si sviluppano dei piccoli e candidi fiori. Da questi ultimi nasceranno poi i frutti, delle drupe contenenti un piccolo seme: quest’ultimo è proprio quello che viene utilizzato a scopo alimentare.

Ogni ramo della pianta del seme può produrre dai 30 ai 40 semi di pepe che, quando maturi, vengono raccolti, fatti asciugare e poi venduti. Si possono acquistare direttamente i semi o, ancora, questi ultimi vengono macinati e distribuiti in polvere.

Oltre all’impiego in cucina, dalla pianta del pepe si ricavano numerosi rimedi naturali, in particolare oli e derivati per massaggi e altri ritrovati di medicina ayurvedica.

Differenza tra pepe nero e pepe rosa

Schinus molle, pepe rosa
Fonte: Fir0002/Flagstaffotos via Wikipedia Schinus molle, pepe rosa

Si è visto nel precedente paragrafo come la pianta del pepe, ossia il Piper nigrum, sia in grado di produrre pepe bianco, pepe nero e pepe verde a seconda della varietà prescelta e del tempo di maturazione degli stessi semi. Ma da dove deriva allora il pepe rosa, una spezia sempre più richiesta negli ultimi anni?

Sebbene il nome possa trarre in inganno, il pepe rosa non viene prodotto da una varietà di Piper nigrum, bensì dallo Schinus molle. Noto anche come falso pepe, si tratta di una pianta sempreverde originaria del Centro e del Sudamerica – in particolare Bolivia, Cile e Perù – che può raggiungere i 5 metri d’altezza.

Anziché una struttura a liana legnosa, come nel caso del Piper nigrum, lo Schinus molle è un vero e proprio albero, che viene spesso utilizzato anche come varietà ornamentale per parchi e spazi verdi cittadini. La pianta produce delle bacche di colore rosso, che contengono dei semi rosa.

Il gusto è simile a quello del classico pepe, ossia presenta una media piccantezza, tuttavia il consumo alimentare è di solito moderato poiché in grandi quantità può dar luogo a spiacevoli effetti collaterali, fortunatamente transitori.

Pianta del pepe: come si coltiva

Pepe nero

Come accennato in apertura, la pianta del pepe rappresenta uno degli arbusti ornamentali più richiesti negli ultimi anni: divenuta molto famosa anche grazie ai social network, viene scelta poiché vegetale molto vistoso e ricco di foglie verdi.

Coltivare il Piper nigrum però non è semplicissimo, poiché le necessità della pianta sono molteplici e il clima italiano non è sempre ideale per il suo sviluppo rigoglioso.

Necessità della pianta

Per poter crescere rigogliosa, la pianta del pepe ha bisogno del soddisfacimento di alcune necessità:

  • Clima: il Piper nigrum è originario di luoghi dal clima molto caldo – costantemente con una colonnina di mercurio al di sopra dei 25 o 30 gradi – e altrettanto umido, tra il 70 e il 90% di umidità. Per questa ragione, la sua coltivazione in Italia avviene perlopiù in serra, fatta eccezione per alcuni luoghi del Sud, oppure indoor;
  • Terreno: la pianta predilige un terriccio morbido, molto drenante, con pH leggermente acido e abbastanza fertile. È quindi utile provvedere a concimazioni cicliche, anche con fertilizzanti di origine organica, per garantire un corretto sviluppo del vegetale;
  • Esposizione: la pianta del pepe è abituata a climi molto caldi e, come facile intuire, non disdegna l’esposizione diretta al sole, anche nei mesi più afosi dell’anno, quando l’irrorazione solare risulta particolarmente intensa;
  • Annaffiature: le richieste d’acqua sono decisamente abbondanti, soprattutto in quei luoghi dove il tasso di umidità non raggiunge quello tipico delle zone di origine. Si dovrà quindi procedere quotidianamente, in particolare durante la stagione estiva. A questo scopo, è necessario provvedere all’annaffiatura di prima mattina o tarda sera, per evitare che il caldo diurno porti a un’evaporazione troppo veloce dell’acqua.

Coltivazione in vaso e in giardino

Coltivare

Poiché la pianta del pepe fatica a crescere alle nostre latitudini, la coltivazione a scopo ornamentale è solitamente relegata al vaso, almeno in ambiente domestico. Lo sviluppo in serra è destinato perlopiù alla produzione della spezia, mentre in giardino la crescita è assai difficile a meno che non si viva in luoghi molto caldi del Sud Italia.

In caso si procedesse con la coltivazione in vaso, sul fondo è necessario predisporre un letto di cocci, ghiaia e palline di argilla espansa, per aumentare il deflusso dell’acqua: il vegetale non sopporta, infatti, i ristagni. Il contenitore andrà poi riempito con un terriccio morbido, mescolato a concime fine organico, come ad esempio un compost particolarmente morbido.

La moltiplicazione per seme è possibile, ma non è molto diffusa, poiché la pianta potrebbe richiedere parecchi anni prima di raggiungere la piena capacità di produrre frutti. La soluzione maggiormente diffusa sono le piantine d’acquisto, da reperire tramite il proprio vivaio di fiducia, oppure con la produzione di talee.

Di norma, si tagliano rametti privi di frutti a una lunghezza di 50 centimetri, da inserire in un terriccio morbido e sabbioso, nonché molto caldo, fino all’apparizione delle radici.

La produzione e la raccolta del pepe non avviene prima dei 3-5 anni dall’avvio della coltivazione, inoltre se la pianta è scelta a scopo ornamentale domestico, con coltivazione in vaso, le possibilità che appaiano dei frutti si riducono sensibilmente.

Cura della pianta del pepe

Pianta del pepe, macro

Anche a livello domestico, quindi con una coltivazione in vaso, è necessario provvedere ad alcune operazioni di cura affinché il Piper nigrum non muoia. Tra le necessità cicliche della pianta, si elencano:

  • Concimazione: ciclicamente, anche ogni mese, è bene aggiungere al terreno del concime organico morbido, come ad esempio il compost. È utile che vi sia una forte componente azotata;
  • Potatura: quando la pianta diventa troppo vistosa, si possono eliminare i rami più esterni e meno ricchi di foglie, con l’aiuto di cesoie sterili e tagli obliqui;
  • Annaffiatura: deve essere quotidiana, soprattutto in estate. Può essere utile anche nebulizzare dell’acqua sulle foglie, per riprodurre l’umidità tipica dei luoghi d’appartenenza;
  • Gestione invernale: la pianta non può assolutamente rimanere all’aperto durante l’inverno. Se non si ha la possibilità di portarla in casa, appena le temperature scendono sotto i 15 anni il vegetale andrà ricoperto con del telo di plastica e sul terreno andrà predisposta una pacciamatura con paglia, foglie secche o corteccia sbriciolata;
  • Parassiti: la pianta è colpita soprattutto dalle cocciniglie, che si nutrono delle sue foglie dalla primavera fino all’estate inoltrata.

 

Fonti

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