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Ferro: proprietà del minerale e a cosa serve nell’organismo umano

Il ferro è un elemento prezioso per la nostra salute. Ecco proprietà del minerale, a cosa serve nell'organismo umano e cosa fare in caso di carenza.

Ferro: proprietà del minerale e a cosa serve nell’organismo umano

Fonte immagine: allinonemovie

Il ferro è un minerale dalle importanti proprietà che deve essere assunto quotidianamente con la dieta per il buon funzionamento delle nostre cellule e per compensare le naturali perdite quotidiane. Queste avvengono principalmente con le feci, l’urina, la desquamazione e la rigenerazione cutanea, nonché con la secrezione di bile.

Il fabbisogno raccomandato di questo metallo è in media di 10-20 mg al giorno, sebbene in alcune condizioni le necessità possano risultare aumentate. Ma dove si produce il ferro nel corpo? Dove si trova nel sangue? Cosa comporta la carenza di ferro e a cosa serve nel nostro organismo? Rispondiamo a questi e ad altri comuni quesiti.

Proprietà del ferro

Il ferro è un elemento essenziale per la produzione di sangue. Circa il 70 percento di esso si trova nei globuli rossi (emoglobina) e nelle cellule muscolari (mioglobina). E’ uno degli elementi più importanti della tavola periodica nonché uno degli elementi chimici più utilizzati al mondo: rappresenta quasi il 95% della produzione totale di metalli. Tra le caratteristiche del ferro più evidenti ci sono l’economicità e l’elevata resistenza.

Ampiamente sfruttato nel campo dell’ingegneria, nella costruzione di navi e negli edifici strutturali, il suo utilizzo spazia dai contenitori per alimenti alle auto familiari, dall’agricoltura ai piccoli e grandi elettrodomestici. E’ uno dei metalli più antichi ed esiste praticamente da sempre.

Le proprietà chimiche del ferro sono responsabili di alcuni suoi scopi, ma lo rendono inadatto ad altri. È un metallo molto attivo: reagendo con l’ossigeno e l’umidità, nell’aria crea ruggine (uno dei suoi principali svantaggi). Inoltre, è l’unica sostanza naturale ad avere proprietà magnetiche.

Caratteristiche

È un metallo duttile, brillante, relativamente tenero e malleabile, di colore grigio argento ed è un buon conduttore di calore ed elettricità. Esiste in quattro forme cristalline distinte. Il ferro arrugginisce nell’aria umida, ma non in quella secca, mentre si dissolve facilmente negli acidi diluiti. Il minerale forma due serie principali di composti chimici, il ferro bivalente (II), o ferroso, e il ferro trivalente (III), o ferrico.

Fonte: Alex Socha

A cosa serve il ferro nel corpo umano

A cosa serve il ferro al corpo è presto detto: in linea generale si può affermare che il minerale sia uno degli elementi più importanti per la nostra salute, in particolare per una lunga serie di funzioni organiche. La più conosciuta di tutte è il trasporto di ossigeno verso organi e tessuti. Inoltre, a livello cellulare, è essenziale per il meccanismo della respirazione e della sintesi degli acidi nucleici.

L’oligo-elemento, poi, è fondamentale anche per il regolare funzionamento del sistema nervoso centrale, poiché necessario per la sintesi di alcuni neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e noradrenalina. È infine coinvolto nelle attività delle cellule del sistema immunitario. Interessante è sapere quanto ferro contiene il corpo umano: la quantità presente in un adulto di sesso maschile è pari a circa 3,8 mg; nel sesso femminile, invece, è pari a 2,3 mg.

Nell’organismo il ferro si trova sempre legato a specifiche proteine e quello che si trova legato all’emoglobina rappresenta ben il 75% della quantità totale. Il resto della quantità è disponibile in forma di deposito da mobilitare in caso di necessità. A svolgere la funzione di riserva sono ancora una volta delle proteine, ferritina ed emosiderina, presenti nel fegato, nella milza e nel midollo osseo. Una certa quantità del minerale si trova anche legata alla transferrina, la proteina che è principalmente deputata al trasporto del ferro nel sangue.

Il fabbisogno di ferro

Come già evidenziato, in media un individuo adulto sano necessita di un apporto quotidiano di ferro di 18-20 mg. In gravidanza e in caso di alcune specifiche patologie – come il morbo di Crohn, emorragie, disordini metabolici o assunzione di farmaci tipo ossalati e fosfati – il fabbisogno può raggiungere i 30 mg al giorno. L’indicazione per una eventuale maggiore assunzione del metallo viene data dal medico.

I bambini fino agli 11 anni necessitano di un apporto quotidiano di 8-10 mg. In assenza di specifiche condizioni, un’alimentazione equilibrata e varia è sufficiente da assicurare il giusto apporto di ferro. Come si misura il ferro? Attraverso le analisi del sangue.

Fonte: Felix Wolf

Carenza ferro

Essa si verifica quando il corpo non ha a disposizione abbastanza minerale. Sebbene si tratti di una condizione piuttosto comune, molte persone non sanno di essere affette da carenza di ferro. Alcuni soggetti ne presentano i sintomi per mesi o addirittura anni senza riconoscerli. Questo in quanto le modalità attraverso le quali essa si manifesta sono riconducibili anche ad altre patologie. Quali sono i sintomi di mancanza di ferro? La sensazione di affaticamento è uno dei più ricorrenti, ma non è il solo. Quelli più comuni possono includere:

  • stanchezza e debolezza
  • pelle pallida
  • fiato corto
  • mal di testa
  • vertigini
  • sensazione di formicolio alle gambe
  • mani e piedi freddi
  • battito cardiaco veloce o irregolare
  • unghie fragili

Segni e sintomi di tale carenza non sono in tutti uguali: essi possono variare in base allo stato di gravità dell’anemia, dell’età del soggetto e delle sue condizioni generali di salute. A chi si stia chiedendo come si chiama il ferro nelle analisi del sangue, esso è verificabile alla voce sideremia. Infine, anche alcuni tumori causano anemia: si tratta del tumore del colon-retto e di quello al rene.

Le cause delle carenza di ferro

La causa più comune di carenza di ferro è la perdita di sangue. Nelle donne con le mestruazioni, ad esempio, questa rappresenta spesso un aumento del fabbisogno del minerale. Per i donatori di sangue, ogni donazione comporta la perdita da 200 a 250 mg di ferro. Durante la crescita di bambini e adolescenti il fabbisogno può superare l’apporto del minerale proveniente dall’alimentazione e dalle scorte nell’organismo.

Durante la gravidanza, la perdita di ferro dovuta alla crescita dei tessuti e alle emorragie durante il parto e dopo il parto è in media di 740 mg. Infine, anche durante l’allattamento può verificarsi una carenza: durante tale periodo il fabbisogno aumenta di circa 0,5-1 mg al giorno.

Alimenti ricchi di ferro

Gli alimenti ricchi di ferro sono numerosi. Tuttavia, quello disponibile nei cibi è di due tipi: eme, in quelli di origine animale, e non eme nei vegetali. Questa forma è di difficile assorbimento da parte del nostro organismo: gli enterociti, le cellule presenti nei villi intestinali, assorbono il ferro che si trova sotto forma di ione bivalente, stato in cui si trova il ferro nel gruppo eme.

Tutti gli alimenti di origine vegetale ricchi di questo metallo, come soia, quinoa, lenticchie, spinaci, semi di zucca e fagioli, dovrebbero essere assunti in un pasto in cui sia presente anche una molecola attiva come riducente. Tra queste, vitamina C e acido citrico, acido folico.

Oltre a consumare i cibi ricchi del minerale, se vi state chiedendo come fare per assimilare il ferro, tra gli accorgimenti di facile realizzazione casalinga è sufficiente mangiare anche frutta come mirtilli, fragole e agrumi o scegliere una porzione di ortaggi freschi come peperoni e pomodori.

Alcune molecole presenti negli alimenti o in alcune bevande, come tè e caffè, invece, ne contrastano l’assorbimento. La stessa considerazione vale anche per alcuni farmaci come antiacidi, antinfiammatori, antibiotici e calcio. Tenere a mente tali informazioni può aiutarci se il nostro obiettivo è quello di recuperare velocemente il ferro.

Fonte: Aline Ponce

Ferro alto

Il ferro alto – noto anche come emocromatosi – è la condizione opposta all’anemia. In tale situazione il corpo assorbe troppo minerale dal cibo che ingerisce. Questo viene immagazzinato negli organi (fegato, cuore e pancreas) e può causare problemi alla salute. Principalmente malattie del fegato, problemi cardiaci e diabete.

L’emocromatosi è spesso dovuta a geni che vengono ereditati. Non tutti coloro che li ereditano, però, incorrono in problemi preoccupanti. Avere il ferro alto comporta la necessità di doverlo monitorare: in determinati casi, su consiglio medico, viene trattato rimuovendo regolarmente il sangue dal corpo, attraverso una prassi detta flebotomia, che avviene come se si donasse il sangue.

Ferro alto, cosa mangiare

Altrettanto importante è curare la propria alimentazione al meglio. Cosa mangiare in caso di ferro alto? Oltre che seguire una dieta varia ed equilibrata a base di frutta e verdura di stagione, carboidrati (meglio se cereali integrali), un giusto apporto di proteine (ma poca carne rossa), agrumi, zuccheri e latticini, sicuramente bisogna evitare di assumere integratori di ferro e multivitaminici che lo contengono.

Ma anche quelli di vitamina C che, come è noto, migliora l’assorbimento del minerale. Importante è anche evitare di assumere alcolici, che aumentano il rischio di danni al fegato nelle persone con emocromatosi ereditaria e di mangiare pesce crudo e crostacei, questi ultimi in quanto i batteri in essi contenuti sono pericolosi per chi è affetto da emocromatosi ereditaria.

Ferro alto in gravidanza

Nonostante sia meno comune dell’anemia, il ferro alto in gravidanza deve essere monitorato per salvaguardare il benessere della mamma e del feto. In alcuni casi può rivelarsi necessario sentire il parere di un ematologo per verificare le cause dei valori fuori norma. Tra le possibili conseguenze ci sono alcuni disturbi del sistema nervoso, ansia, depressione e irregolarità del battito cardiaco.

Tra le cause, invece, può esserci l’assunzione dell’acido folico, integratore indispensabile in dolce attesa che può comportare un aumento del ferro nel sangue.

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