Cambiano i pedaggi delle autostrade: cosa sta succedendo - Greenstyle.it
Cambia il sistema dei pedaggi in autostrada in Italia con il nuovo decreto approvato, sarà uguale ovunque: cosa c’è da sapere.
Il sistema dei pedaggi autostradali in Italia sta per subire una trasformazione significativa grazie all’approvazione del nuovo decreto attuativo del DDL Concorrenza, che punta a uniformare le tariffe su tutto il territorio nazionale.
Questa riforma si inserisce in un contesto in cui gli automobilisti si trovano spesso a dover affrontare costi di pedaggio variabili e talvolta elevati a seconda della tratta autostradale, generando malcontento e difficoltà soprattutto per chi viaggia con frequenza.
Le novità introdotte dal decreto sui pedaggi autostradali
Il governo, con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini in prima linea, ha voluto intervenire per controllare e stabilizzare i costi dei pedaggi, evitando rincari sproporzionati, soprattutto nelle tratte più trafficate. Il nuovo sistema tariffario entrerà in vigore per le concessioni autostradali che scadranno a partire dal 2025 e si basa su un modello già sperimentato con successo in alcune concessioni attive. Il meccanismo prevede una suddivisione della tariffa in tre componenti distinte: le prime due, relative alla gestione e alla costruzione delle infrastrutture, saranno di competenza dei concessionari; la terza, definita come componente tariffaria per oneri integrativi o “extragettito”, sarà invece gestita dallo Stato.
Questa quota servirà a recuperare i fondi pubblici investiti nella realizzazione delle infrastrutture a pedaggio, ma con una novità cruciale: i proventi dell’extragettito dovranno essere utilizzati esclusivamente a fini di investimento sulle autostrade e per la messa in sicurezza delle strade locali di adduzione, senza ricadute sui costi per gli utenti. Un punto rilevante della riforma riguarda la durata delle concessioni: il decreto stabilisce che, di norma, le future concessioni non potranno superare i 15 anni. Per quelle attualmente in vigore, invece, saranno imposte scadenze rigide per la revisione del Piano economico-finanziario, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza e sostenibilità economica.

Tuttavia, il provvedimento esclude alcune arterie fondamentali, come la Pedemontana Veneta, che rientrano nelle concessioni regionali e non sono state inserite nel meccanismo tariffario nazionale. Il ministro Salvini ha però lasciato aperta la possibilità di un confronto parlamentare per estendere in futuro la riforma anche a queste tratte, in modo da uniformare ulteriormente il sistema. Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri deve ora essere convertito in legge per diventare operativo.
Questa conversione sarà fondamentale per definire i dettagli applicativi e assicurare che il nuovo modello tariffario rispetti gli obiettivi di equità e sostenibilità delineati dal governo. Nel frattempo, l’attenzione resta alta da parte di automobilisti, associazioni dei consumatori e operatori del settore, che monitoreranno l’evoluzione normativa per valutare l’effettivo impatto sulla mobilità e sul bilancio familiare degli utenti. L’uniformità dei pedaggi potrebbe rappresentare un passo importante verso un sistema autostradale più trasparente e giusto per tutti i viaggiatori italiani.
