Pensioni, gli importi saranno più alti dal 2026 - Greenstyle.it
Per il 2026 aumentano gli importi delle pensioni: le nuove cifre per i pensionati e i documenti che bisogna controllare.
Buone notizie per chi andrà in pensione nel 2026, con un significativo aumento degli importi degli assegni previdenziali previsto per l’anno prossimo.
L’Istat ha infatti stabilito un tasso di rivalutazione del montante contributivo pari al 4,04%, uno dei livelli più alti degli ultimi vent’anni, che inciderà positivamente sulle pensioni calcolate interamente con il sistema contributivo.
Rivalutazione del montante contributivo: un incremento record
Il montante contributivo rappresenta la somma di tutti i contributi versati dal lavoratore nel corso della sua carriera, sia come dipendente che come autonomo. Questo importo viene aggiornato annualmente non in base all’inflazione, come avviene per le pensioni già in pagamento, ma attraverso un meccanismo che tiene conto della crescita media del Pil nazionale degli ultimi cinque anni. Per il 2026, l’Istat ha fissato la rivalutazione al 4,04%, un valore che non si vedeva dal 2006, quando il tasso raggiunse il 4,05%.
Negli anni successivi, anche a causa delle difficoltà economiche legate alla crisi globale e alla pandemia, la rivalutazione era stata decisamente più contenuta: nel 2020 era addirittura azzerata, mentre nel 2021 si era attestata allo 0,9%. Il tasso di rivalutazione comunicato dall’Istat, pari a 0,040445, va applicato moltiplicando il totale dei contributi versati fino al 31 dicembre 2024 per 1,040445. Ciò si traduce in un aumento reale e tangibile dell’importo accantonato per il calcolo della pensione.
Per esempio, un lavoratore con un montante contributivo pari a 100.000 euro vedrà il proprio valore rivalutato a circa 104.044 euro. Questo effetto sarà particolarmente rilevante per coloro che rientrano nel cosiddetto sistema contributivo puro, ovvero chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, perché in questo sistema l’intera pensione viene calcolata sulla base del montante contributivo rivalutato.

Chi invece percepisce una pensione mista, che combina il metodo retributivo e quello contributivo, beneficerà della rivalutazione solo per la parte calcolata con il sistema contributivo, dato che la quota retributiva non è soggetta a tale aggiornamento. L’incremento del 4,04% è un riflesso diretto della ripresa economica italiana post-pandemia, che ha visto un rimbalzo significativo del Pil nazionale. Questo tasso di rivalutazione più elevato si traduce in un miglioramento concreto del valore futuro degli assegni pensionistici, offrendo una prospettiva più favorevole a chi andrà in pensione a partire dal 2026.
Dopo anni di rivalutazioni modeste o addirittura nulle, questo aumento rappresenta un segnale incoraggiante per molti lavoratori, soprattutto per i più giovani che hanno accumulato contributi in un periodo di crisi economica e che ora potranno contare su una base di calcolo più solida per la loro pensione futura.
