Greenstyle Benessere Salute Sigarette elettroniche: aumentano del 40% i rischi per i polmoni

Sigarette elettroniche: aumentano del 40% i rischi per i polmoni

Utilizzare le sigarette elettroniche può portare a un incremento del 43% del rischio di malattie polmonari secondo la Boston University.

Sigarette elettroniche: aumentano del 40% i rischi per i polmoni

Fonte immagine: amesy / iStock

Le sigarette elettroniche sono state al centro di diversi studi negli ultimi anni. In crescita il corpo di ricerca che le indica come potenzialmente dannose per l’apparato respiratorio e cardiovascolare. Si inserisce in questo raggruppamento anche lo studio della Boston University, secondo il quale le e-cig incrementerebbero del 43% il rischio di malattie polmonari.

Si tratta di dispositivi relativamente recenti, che devono buona parte del loro successo alla presunta minore pericolosità rispetto alle normali sigarette. Lo studio statunitense ha voluto valutare quelli che sono i potenziali impatti sulla salute delle e-cig, senza necessariamente cercare un confronto con le “bionde” a combustione.

Il responso dei ricercatori della Boston University è stato chiaro: utilizzare le sigarette elettroniche non è privo di rischi per la salute, in particolare quella polmonare. Lo svapo incrementerebbe il pericolo di sviluppare malattie polmonari di oltre il 40%, hanno spiegato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Network Open.

Sigarette elettroniche dannose per i polmoni? Lo studio

I ricercatori statunitensi hanno seguito 21.618 adulti tra il 2013 e il 2018. Oltre 5mila (l’11,6% del totale) sono risultati ex svapatori, mentre 2.329 (5,2%) sono risultati utilizzatori di sigarette elettroniche quando reclutati per lo studio.

Solitamente è difficile individuare le responsabilità specifiche in quanto è frequente il doppio consumo di sigarette a combustione ed e-cig (i cui liquidi di ricarica contengono nella quasi totalità dei casi livelli di nicotina medio-alti). I ricercatori ritengono tuttavia sufficientemente ampio sia il numero di partecipanti che la durata dello studio affinché si possano svolgere correttamente le necessarie valutazioni.

Ciò li ha portati ad affermare che, in assenza di fumo da tabacco, l’incremento di rischio per gli ex svapatori si attesta al 21% in più rispetto ai non utilizzatori. Chi ha continuato a utilizzare le sigarette elettroniche avrebbe presentato un pericolo maggiore del 43%.

Più nel dettaglio, gli svapatori presenterebbero un rischio più alto del 33% di sviluppare bronchiti croniche, del 69% di enfisema e del 57% di malattie polmonari ostruttive croniche. Ha dichiarato il Dr. Andrew Stokes, co-autore dello studio:

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un evidente incremento nell’utilizzo di sigarette elettroniche tra i ragazzi e i giovani adulti che minaccia di invertire i risultati ottenuti con fatica in decenni di campagne anti-fumo.

Questa nuova prova suggerisce anche che a causa dello svapo potremmo assistere a un incremento dei disturbi respiratori tra i ragazzi e giovani adulti nella loro mezza età, tra cui asma, malattie polmonari occlusive croniche e altre condizioni respiratorie.

Fonte: Daily Mail

Le informazioni riportate su GreenStyle sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Microplastiche nelle placche delle arterie umane: uno studio italiano le individua per la prima volta
Salute

Per la prima volta sono state individuate delle microplastiche nelle placche delle arterie umane, merito di uno studio italiano pubblicato sulla rivista “The New England Journal of Medicine” e coordinato dal Prof. Giuseppe Paolisso dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Presidente del CIV dell’IRCCS INRCA, in collaborazione tra Harvard Medical School di Boston, IRCSS Multimedica Milano, Università Politecnica delle Marche (UnivPM), Sapienza e Salerno, e IRCSS INRCA di Ancona