A Capodanno lo fanno tutti ma è molto pericoloso, gravi rischi per te e per l'ambiente: smetti subito - greenstyle.it
A Capodanno è un’abitudine comune, ma nasconde pericoli seri e spesso sottovalutati. Un tema che riguarda tutti, molto più da vicino di quanto sembri.
La notte di Capodanno è da sempre associata all’idea di festa collettiva, di un passaggio simbolico che si celebra con rumore, luci e gesti rituali ripetuti quasi senza pensarci. È un momento in cui si brinda, si ride e si guarda al futuro con entusiasmo. Proprio per questo, alcune abitudini vengono accettate come inevitabili, senza interrogarsi sulle conseguenze reali. Eppure, dietro uno dei gesti più comuni della notte di San Silvestro, si nascondono rischi concreti per la salute, per l’ambiente e per chi ci vive accanto.
Perché i fuochi d’artificio sono molto più pericolosi di quanto immagini
I fuochi d’artificio rappresentano uno dei simboli più riconoscibili del Capodanno, ma il loro impatto va ben oltre lo spettacolo visivo. Nelle ore successive alle esplosioni, la qualità dell’aria subisce un peggioramento netto, soprattutto a causa dell’aumento delle polveri sottili. In alcune città italiane, come Napoli, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania ha rilevato nella notte di San Silvestro concentrazioni di particolato fino a ventuno volte superiori alla media. Si tratta di sostanze che possono rimanere sospese nell’aria anche per diverse settimane, penetrando nei polmoni e nel sistema circolatorio.
Le particelle più fini sono associate a disturbi respiratori, crisi asmatiche e aggravamenti di patologie polmonari e cardiache già esistenti. L’esposizione non riguarda solo chi accende i fuochi, ma l’intera popolazione urbana. Bambini, anziani, donne in gravidanza e persone fragili risultano particolarmente vulnerabili. A questo si aggiunge il rilascio di gas inquinanti come anidride solforosa, monossido di carbonio e anidride carbonica, insieme a metalli pesanti utilizzati per creare colori e effetti luminosi.
Durante le festività si registrano picchi anomali di rame, bario, cromo, stronzio e altri metalli che, depositandosi sul suolo, contaminano giardini e terreni domestici. Alcuni fuochi, soprattutto quelli illegali, possono contenere sostanze ancora più pericolose come piombo, arsenico e antimonio, capaci di accumularsi nell’organismo e causare danni nel lungo periodo. Non a caso, secondo Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale, l’inquinamento delle grandi città nella notte di Capodanno può essere paragonato a quello di un’ora trascorsa in fonderia, con aumenti che arrivano fino al 1.900% oltre i valori limite.

L’impatto non si ferma però alla salute umana. Le sostanze sprigionate dalle esplosioni si depositano anche in fiumi, laghi e mari, alterando la qualità delle acque e danneggiando gli organismi acquatici. A questo si somma una quantità enorme di rifiuti, tra plastica e cartone, difficili da differenziare e destinati spesso a disperdersi nell’ambiente.
Il rumore rappresenta un ulteriore elemento critico. I botti possono raggiungere i 150 decibel, livelli insostenibili per l’udito degli animali. Cani, gatti e fauna selvatica vivono la notte di Capodanno come un evento traumatico. Ogni anno in Italia si stima la morte di migliaia di animali a causa dello stress e del panico provocati dai fuochi. Emblematico è il caso degli storni ritrovati morti a Roma. Vittime di spaventi improvvisi che li portano a fuggire al buio, andando incontro a incidenti fatali.
Alla luce di questi dati, la domanda diventa inevitabile: vale davvero la pena continuare a festeggiare in questo modo, ignorando un prezzo così alto per la salute e per l’ambiente?
