I dati aggiornati sui focolai in Italia e in Europa - greenstyle.it
Il virus Chikungunya, trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, continua a destare preoccupazione in Europa.
Nel 2025, infatti, sono stati segnalati oltre 450 casi confermati in Italia e circa 780 in Francia, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le autorità sanitarie nazionali stanno monitorando attentamente la situazione, che si inserisce in un contesto di diffusione globale del virus, favorito anche dai cambiamenti climatici e dalla crescente presenza delle zanzare vettori in aree temperate.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aggiornato al 2 dicembre 2025, in Italia si contano 459 casi confermati di virus Chikungunya, di cui 384 autoctoni e 75 associati a viaggi all’estero. Sono stati identificati sei episodi di trasmissione locale in tre diverse regioni, con recenti casi registrati in Puglia. Parallelamente, in Francia si sono verificati 780 casi, distribuiti in 79 cluster, con 10 focolai ancora attivi, come riportato dal 3 dicembre dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
Un focolaio autoctono è stato confermato a Bentivoglio, in Emilia-Romagna, mentre il caso di Castel San Giovanni (Piacenza) risulta rientrato. Le misure di prevenzione includono la sospensione temporanea della raccolta di sangue nelle aree interessate e un rafforzamento della sorveglianza trasfusionale a livello nazionale. L’attenzione è alta anche per il rischio di estensione della trasmissione a nuove aree europee, vista la diffusione della zanzara tigre (Aedes albopictus), ormai ben radicata soprattutto nelle zone urbane italiane.
Sintomi e modalità di trasmissione
Il virus Chikungunya appartiene alla famiglia delle Togaviridae, genere Alphavirus, ed è trasmesso principalmente dalla puntura delle zanzare femmine di specie Aedes aegypti e Aedes albopictus. Queste zanzare sono attive durante il giorno, con un picco di attività al mattino presto e nel tardo pomeriggio.
L’incubazione dura generalmente da 2 a 12 giorni, con una media di 3-7 giorni, e i sintomi più comuni sono:
- Febbre alta e improvvisa
- Dolori articolari intensi e spesso debilitanti, che causano la caratteristica postura curva da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”
- Gonfiore articolare
- Dolori muscolari
- Mal di testa
- Nausea e affaticamento
- Eruzioni cutanee diffuse
Nella maggior parte dei casi, i sintomi si risolvono entro pochi giorni, ma in alcune persone, soprattutto anziani o soggetti con patologie pregresse, i dolori articolari possono persistere per settimane, mesi o addirittura anni. Le complicanze gravi sono rare ma possibili, interessando apparato neurologico, oculare o cardiaco. Il virus non ha attualmente un trattamento antivirale specifico: la terapia si basa su riposo, idratazione e uso di paracetamolo, mentre sono sconsigliati i farmaci antinfiammatori.

Una delle novità più importanti del 2025 è la disponibilità in Italia del primo vaccino contro il virus Chikungunya, approvato a fine ottobre. Il vaccino, somministrato in dose singola per via intramuscolare, è indicato per persone di età superiore ai 12 anni ed è considerato un passo significativo per la prevenzione, soprattutto per chi vive o viaggia in aree a rischio.
Oltre alla vaccinazione, la prevenzione si basa soprattutto su misure per evitare le punture di zanzara, fondamentali per contenere la diffusione del virus. Si raccomanda di:
- Eliminare settimanalmente i ristagni d’acqua in contenitori, sottovasi e luoghi all’aperto dove le zanzare possono riprodursi
- Indossare indumenti coprenti, preferibilmente di colore chiaro, nelle ore di maggiore attività delle zanzare
- Utilizzare zanzariere su porte e finestre, soprattutto durante i mesi più caldi
- Applicare repellenti per insetti certificati sulle aree di pelle esposte, con particolare attenzione a donne in gravidanza e bambini
Le campagne di disinfestazione e la sensibilizzazione della popolazione restano strumenti chiave per limitare la diffusione del vettore, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate dove la zanzara tigre si è adattata molto bene.
