
Visite ed esami, così puoi dire addio alle liste d'attesa - Greenstyle.it
Questo escamotage, poco noto, permette di aggirare il problema delle liste d’attesa nelle strutture pubbliche per visite ed esami.
A partire dalla fine di maggio 2025, i cittadini italiani potranno beneficiare di un’importante evoluzione nel sistema sanitario nazionale: l’accesso diretto alla Piattaforma nazionale per le liste di attesa. Questa innovazione, annunciata dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, segna un passo significativo verso una maggiore trasparenza e efficienza nel settore sanitario, un obiettivo che si persegue da tempo per garantire prestazioni tempestive e di qualità.
La creazione di questa piattaforma è stata formalizzata tramite il decreto sulle liste di attesa del 7 giugno 2024, n. 73. Questo provvedimento introduce misure mirate a garantire un accesso equo e rapido alle prestazioni sanitarie, consentendo ai cittadini di consultare in tempo reale i dati sulle liste d’attesa per le varie prestazioni nelle diverse Regioni. Si tratta di una vera e propria rivoluzione che offre vantaggi tangibili.
Niente più liste d’attesa per visite ed esami
L’accessibilità pubblica è uno dei punti cardine di questa novità. Grazie a un semplice clic, i cittadini potranno visualizzare lo stato delle liste di attesa, ottenendo informazioni preziose sui tempi di attesa per una visita specialistica o un esame diagnostico. Questo non solo riduce l’incertezza, ma permette anche scelte più informate, aumentando la responsabilità delle strutture sanitarie. Inoltre, la disponibilità di dati in tempo reale offre un quadro immediato della situazione delle liste di attesa, consentendo ai cittadini di monitorare l’efficienza del servizio sanitario pubblico. Questo controllo diffuso potrebbe incentivare le Regioni a migliorare la propria organizzazione e a ridurre i tempi di attesa, poiché gli utenti avranno ora la possibilità di segnalare eventuali disservizi.
Un altro aspetto innovativo è il potenziamento dell’offerta assistenziale. Le strutture sanitarie saranno incoraggiate a estendere i propri orari di apertura, offrendo visite ed esami anche nel fine settimana. Questa misura si rivela particolarmente utile per coloro che, per motivi di lavoro o di altro tipo, non possono accedere ai servizi durante la settimana. Inoltre, i centri trasfusionali potranno effettuare aperture straordinarie, contribuendo così a garantire l’autosufficienza per il fabbisogno di sangue e dei suoi derivati, un aspetto cruciale per la salute pubblica.

Il decreto stabilisce chiaramente le classi di priorità per le prestazioni sanitarie, fondamentali per determinare i tempi massimi di attesa. Il medico prescrittore avrà la responsabilità di indicare una delle quattro classi di priorità:
- U – attesa massima di 72 ore;
- B – attesa massima di 10 giorni;
- D – attesa massima di 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici;
- P – attesa massima di 120 giorni.
Questa suddivisione consente una gestione più efficace delle richieste di prestazioni sanitarie, dando priorità a chi necessita di un intervento più urgente. Nel caso in cui i tempi di attesa non vengano rispettati, i cittadini possono presentare una richiesta di rispetto dei tempi ai responsabili della struttura sanitaria. Questa richiesta deve contenere informazioni personali, motivazione e documentazione necessaria. In caso di impossibilità a rispettare tali tempi con il servizio pubblico, le prestazioni verranno garantite attraverso l’intra moenia o presso strutture private accreditate, addebitando al cittadino solo il ticket previsto.
Questa nuova normativa rappresenta un passo avanti significativo verso la modernizzazione del sistema sanitario italiano, cercando di rispondere in modo efficace alle esigenze dei cittadini e migliorando l’accesso alle prestazioni sanitarie. Con un occhio di riguardo alla trasparenza e all’efficienza, il Ministero della Salute si propone di rendere l’assistenza sanitaria più accessibile e tempestiva, contribuendo così al benessere collettivo.