
La Neurochirurgia Generale con Particolare Interesse Pediatrico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche (Aoum) di Ancona sta portando avanti un approccio innovativo nel trattamento dei pazienti neurochirurgici, operando con la tecnica ‘Awake’, ovvero da svegli. Questo metodo, che riporta alla mente un’epoca in cui non esisteva l’anestesia e gli interventi venivano eseguiti senza sedazione, ha già visto circa 200 interventi realizzati nel capoluogo marchigiano. Non solo si sta umanizzando il processo chirurgico, ma si stanno anche riducendo i tempi di degenza e recupero per i pazienti. In coincidenza con la Giornata Mondiale del Cervello, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricerca neurologica, questo approccio sta guadagnando maggiore attenzione.
Storie di vita durante l’intervento
Le esperienze vissute dai pazienti durante gli interventi ‘Awake’ sono molteplici e toccanti. Un esempio emblematico è quello di una ristoratrice abruzzese, che, mentre gli specialisti del dottor Roberto Trignani operavano sul suo cervello, amalgamava gli ingredienti per le sue celebri olive all’ascolana. Un’altra paziente, madre di un neonato, ha potuto allattare il suo bambino durante l’operazione. Non è raro che i pazienti si dedichino a attività quotidiane: una giovane donna, durante il picco della pandemia, ha persino contattato la madre in Albania mentre era sul lettino operatorio. Una dodicenne ha intrattenuto la madre raccontando barzellette, mentre un trentenne ha indossato un visore di realtà virtuale per rilassarsi. Questi momenti umanizzano il processo chirurgico, rendendo l’esperienza meno traumatica e più coinvolgente.
Un’innovazione di routine
La Neurochirurgia, sotto la direzione di Trignani, ha adottato questa tecnica da oltre un decennio, e oggi la percentuale di pazienti idonei a questo tipo di intervento è in costante crescita. Grazie a un elevato livello di specializzazione e a un approccio multidisciplinare, il centro di Torrette si distingue come un unicum nel panorama sanitario. Trignani afferma: “Intervenire su pazienti da ‘svegli’ è diventato quasi una routine per noi”. La struttura si sta evolvendo per dedicarsi sempre più a questa tecnica, ampliando le funzioni monitorate a seconda delle esigenze specifiche dei pazienti. Le metodiche affinate consentono di estendere il campo d’azione, includendo aree motorie, linguistiche, visive e altre funzioni cognitive. Questo approccio attivo consente ai pazienti di collaborare durante l’intervento, segnalando sensazioni e modifiche del quadro neuropsicologico, dando vita a quella che viene definita ‘Neurochirurgia funzionale’.
Un percorso collaborativo e tecnologico
Il processo di preparazione per un intervento ‘Awake’ si articola in tre fasi fondamentali, essenziali per il successo dell’operazione: la preparazione psicologica del paziente, gestita dalla dottoressa Silvia Bonifazi della Psicologia Ospedaliera, le procedure di neuroanestesia, sotto la supervisione del dottor Edoardo Barboni, e l’intervento chirurgico vero e proprio. Inoltre, l’evoluzione scientifica e tecnologica ha visto l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, già presente in alcuni percorsi diagnostici e chirurgici, con l’intenzione di integrarla ulteriormente in futuro. Questo sviluppo rappresenta un passo avanti significativo nella neurochirurgia moderna, promettendo interventi sempre più precisi e personalizzati.