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Festa del Gatto 17 febbraio 2021: origini dei felini e curiosità

Il 17 febbraio si celebra la Festa del Gatto 2021: le origini di questi affascinanti felini e qualche curiosità su di loro.

Festa del Gatto 17 febbraio 2021: origini dei felini e curiosità

Fonte immagine: Foto di K L da Pixabay

Il 17 febbraio 2021 si celebra come ogni anno la Festa del Gatto. Un’occasione in più per dimostrare ai nostri amati felini quanto li amiamo e quando siamo onorati di averli nelle nostre vite.

Trascorrere un po’ più tempo con loro è senza dubbio il regalo più apprezzato da parte dei gatti. Malgrado vengano spesso indicati come opportunisti o come degli animali scarsamente attaccati al proprio umano, questi felini instaurano un legame molto forte con una persona capace di mostrare empatia e attaccamento verso di loro.

Sanno essere dei “clienti difficili”, c’è da riconoscerlo, ma i gatti sanno anche mostrare un lato affettuoso e fedele come solo poche altre specie hanno evidenziato nel tempo. Ovviamente trattandosi della “Festa del Gatto” una torta è di rito, magari sotto forma di una gustosa scatoletta o di un pranzetto preparato appositamente per loro.

Festa del Gatto 17 febbraio 2021: origini dei felini e curiosità

Festa del Gatto: la scelta del 17 febbraio

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La Festa del Gatto del 17 febbraio deve la sua data a un sondaggio effettuato nel 1990 dalla rivista Tuttogatto. Venne chiesto ai lettori di indicare giorno e mese ideali per celebrare la ricorrenza, che in altri Paesi (ad esempio il Regno Unito) cade di novembre.

Il mese di febbraio venne scelto per un duplice motivo: da un lato era considerato il mese “gatti e delle streghe“, dall’altro perché associato per buona parte all’Acquario (segno definito “libero e indipendente”). Per quanto riguarda il 17 il richiamo è all’idea di sfortuna associata al numero, dai superstiziosi associata anche ai gatti neri.

Origini del gatto

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I primi antenati del gatto risalgono al Paleocene. Si trattava di animali dalle dimensioni ridotte appartenenti alla famiglia dei Miacidi. Malgrado non fossero molto gradi disponevano di una struttura tale da renderli degli eccellenti predatori. Per capire meglio come fossero si può dire che somigliavano molto a dei mustelidi (come ad esempio la lontra).

I cambiamenti climatici in atto ai tempi spinsero i Miacidi a differenziarsi in Viverridi e Fissipedi. Di questi ultimi facevano parte anche i Felidi, carnivori dotati di grande forza (capaci di catturare prede anche più grandi di loro). Anche questi antenati del gatto (fatta eccezione per il genere Acinonyx) presentavano cinque dita e artigli retrattili.

La storia del gatto così come lo conosciamo ha inizio circa 34 milioni di anni fa nelle zone forestali del Nord Africa. L’evoluzione dei membri dell’ordine dei Carnivora ha portato al Proailurus (era Oligocene) e soltanto nel Pleistocene (circa 600.000 anni fa) si è finalmente arrivati ai primi “Felis“. Questi si differenziarono così dai grossi felini del genere Panthera (ad esempio leone, tigre, leopardo e giaguaro) e dagli Acinonyx come il ghepardo.

Fu allora che i tre Felis iniziarono a diffondersi in tutto il mondo. Si trattava del Felis silvestris (gatto selvatico comune), del Felis silvestris lybica (gatto selvatico africano) e del Felis ornata (gatto delle steppe).

Gatti: qualche curiosità

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Tra le curiosità che riguardano i gatti non può mancarne una relativa proprio alle loro origini. Secondo una delle leggende che li vedono protagonisti, Noè accolse tutti gli animali, topi compresi, all’interno dell’Arca. Durante il viaggio i roditori proliferarono in maniera troppo rapida, tanto da richiedere un intervento. Il Signore disse a Noè di accarezzare tre volte la testa del leone: l’animale starnutì e dalle sue narici uscirono i primi due esemplari di gatti.

Un’altra curiosità sui gatti è relativa al colore dei loro occhi. Nelle primissime settimane sono azzurri, in quanto non ancora completamente sviluppati. Solo in seguito assumono la loro colorazione definitiva, che nella maggior parte dei casi è tendente al giallo.

Malgrado la credenza comune sostenga il contrario, non tutti i gatti odiano essere spazzolati. Anzi, per alcuni è un momento di forte intimità e complicità con il proprio umano. Si tratta inoltre di un’attività che li aiuta a evitare le palle di pelo, causa di vomito, e ad avere un manto più in salute.

Il gatto è un carnivoro “stretto” e non ha bisogno di sostanze zuccherine per trasformare il cibo in energia. Ha bisogno di consumare pasti composti quasi esclusivamente di carne onde evitare possibili effetti collaterali, come la cecità indotta dalla carenza di taurina. A sostegno di un’alimentazione carnivora anche diverse sue caratteristiche (strutture sensoriali, arti, cavità orale, stomaco, piccolo e grosso intestino).

I periodi di maggiore attività durante la giornata sono dopo il tramonto e poco prima dell’alba. Questo perché il gatto è un animale crepuscolare, nonché particolarmente adatto alla vita notturna, che esprime al momento il suo potenziale in condizioni di scarsa illuminazione.

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