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Coniglio di Pasqua: la storia di questo simbolo di festa

La tradizione del Coniglio di Pasqua affonda le sue radici in un passato lontano, quello delle civiltà pre-cristiane che avevano abitato numerosi territori del Nord-Europa. Ma è in Germania e in Regno Unito che questa usanza si è diffusa maggiormente, come simpatico modo per offrire gustosi dolci ai bambini durante la Settimana Santa. Di recente ha raggiunto anche l'Italia. Ma qual è la storia del coniglietto di Pasqua?

Coniglio di Pasqua: la storia di questo simbolo di festa

Fonte immagine: Pixa

Il Coniglio di Pasqua da qualche anno è diventato anche in Italia, insieme alle classiche uova di cioccolato, uno dei simboli di questa festività primaverile. Si tratti di un semplice decoro per le giornate di celebrazione, oppure di gustosi dolci ricreati proprio a partire dalle sue fattezze, questo simpatico animale non manca mai durante la settimana pasquale.

Ma da dove deriva questa tradizione, quale è la storia di questo simbolo di festa? Così come già accennato, il Coniglio di Pasqua è un simbolo che si è diffuso relativamente di recente nelle celebrazioni della Pasqua in Italia, sebbene in altre nazioni abbia una tradizione più che secolare.

Questo perché il coniglietto pasquale nasce dalle usanze popolari del Nord Europa, legate al protestantesimo, mentre in Paesi come lo Stivale e la Spagna sono prevalsi dei simboli più propriamente connessi alle celebrazioni cattoliche.

Di seguito, tutte le informazioni utili.

Coniglio di Pasqua: cosa è

Coniglietto di Pasqua

Il Coniglio di Pasqua, noto anche semplicemente come coniglietto pasquale o lepre della Pasqua, è un simbolo della tradizione popolare legato alle celebrazioni della settimana pasquale. Protagonista di decori, fiabe e anche di una fitta produzione cinematografica e animata, questo simpatico animaletto è entrato negli anni nell’immaginario comune relativo a questa festività, in particolare nei bambini.

Il simbolo è tuttavia più forte nelle nazioni del Nord Europa, dove vanta una lunghissima storia. Basti, ad esempio, pensare all’Easter Bunny del Regno Unito oppure all’Osterhase in Germania, mentre la sua introduzione è relativamente recente nei Paesi a sud del continente, in particolare in quelli fortemente cattolici.

Il coniglietto pasquale non è solitamente correlato alle celebrazioni propriamente religiose della Pasqua, bensì a quelle più popolari e conviviali, soprattutto per coinvolgere i più piccoli. Ancora, per i non credenti oppure per chi appartiene a religioni diverse dal Cristianesimo, rappresenta da sempre il ritorno della primavera.

Ma da dove deriva questa tradizione?

Coniglietto di Pasqua: la storia nordeuropea

Uovo e coniglio di Pasqua

Come già specificato, quella del Coniglio di Pasqua è una simbologia fortemente legata alle credenze delle popolazioni del Nord Europa, dove esiste una storia secolare alla base di questo personaggio. Addirittura, sembra che l’usanza del coniglio sia nata in epoca pre-cristiana, quando le prime civiltà nordeuropee avevano iniziato ad associare all’animale temi quali la fertilità e la rinascita.

Proprio per questa ragione, il coniglietto diventava la vivida rappresentazione del ritorno della primavera, della vittoria della vita sull’oscurità rappresentata dal rigido inverno.

Non a caso, nelle prime rappresentazioni scoperte grazie all’indagine storica, più che conigli si raffiguravano lepri. Agili, scaltre e resistenti, questi animali sono infatti fra i primi che si avvistano in prati e boschi già dai primi giorni della primavera. Inoltre, proprio poiché simili ai conigli, le lepri sono animali dalla facile riproduzione: questo li ha resi dei rappresentanti ideali della fertilità tipica della primavera.

Coniglio pasquale e simbolo di Pasqua

È tuttavia qualche secolo più tardi che il coniglio è divenuto un simbolo più specificatamente connesso alla Pasqua.

Questa associazione è nata in Germania tra Medioevo e Rinascimento e, come facile intuire, eredita dal Natale alcune usanze tipiche per i bambini.

Così come a dicembre i più piccoli erano soliti lasciare biscotti e paglia per San Nicola e Santa Klaus, in primavera venivano stimolati ad adagiare sull’uscio di casa carote, mele, paglia e fieno in vista del passaggio del coniglietto pasquale.

In riconoscenza di questo piccolo omaggio, con cui rifocillarsi, l’animaletto avrebbe poi lasciato dolci e altre leccornie proprio davanti alla porta di casa. Questa tradizione è rimasta viva fino ai giorni nostri, soprattutto nelle località più rurali della Germania.

Dalla Germania quest’usanza si sarebbe poi estesa al Regno Unito, con l’ormai ben conosciuto Easter Bunny, che nel 1700 avrebbe raggiunto gli Stati Uniti, dove cominciava un fiorente commercio di cacao e suoi derivati, come il cioccolato.

La leggenda del coniglietto di Pasqua

Coniglio e uova pasquali

Sul Coniglio di Pasqua vi sono anche miti e leggende, tramandate oralmente da diversi secoli a questa parte e ancora molto vive fra le popolazioni del Nord Europa, in particolare proprio in Germania, Regno Unito, Olanda, Danimarca e gran parte degli altri Paesi scandinavi.

Secondo la leggenda, la dea Eostre – dal cui nome è stato poi ricavato il tedesco Ostern e l’inglese Easter, entrambi termini che indicano la Pasqua nelle rispettive lingue – avrebbe deciso di trasformare un uccellino in coniglio, per far giocare alcuni bambini a lei cari.

Il volatile si sentiva però frustato da questa situazione, perché aveva perso la possibilità di volare, quindi i bimbi chiesero alla dea di riportarlo alle sue fattezze originali. Tuttavia, sopraggiunto già l’inverno, Eostre non aveva più forze per portare a termine l’incantesimo e, così, chiese all’uccellino-coniglio di attendere fino alla successiva primavera.

Giunta la bella stagione, la dea decise di mantenere la promessa: trasformato nuovamente il coniglio in uccellino, quest’ultimo depositò delle coloratissime uova per ringraziare i bambini della loro intercessione.

Il Coniglio di Pasqua nei Paesi cattolici

Lepre

Come spiegato nei precedenti paragrafi, il simbolismo sul Coniglio di Pasqua appartiene alle popolazione nordeuropee. Solo in tempi recenti ha raggiunto i Paesi più meridionali del Continente, quelli più legati al Cattolicesimo.

E questa associazione del coniglio della Pasqua in queste nazioni è avvenuta più per ragioni commerciali, dati gli scambi con le altre nazioni. Come facile intuire, l’animaletto risultava un ottimo alleato per attirare le attenzioni dei bambini.

Questo non vuol dire, tuttavia, che la sua figura sia totalmente estranea ai Paesi a maggioranza cattolica. Il riferimento più emblematico lo si trova in Sant’Ambrogio, il Patrono di Milano, il quale indicò nella lepre il simbolo della Resurrezione.

L’esemplare è infatti in grado di cambiare il suo manto a seconda delle stagioni, nascendo quindi sempre a nuova vita. Proprio per questa peculiarità è stato di conseguenza ricondotto alla figura di Cristo e alla sua vittoria contro la morte, con l’uscita dal sepolcro la domenica di Pasqua.

Il coniglio e la caccia al tesoro di Pasqua

Caccia al tesoro di Pasqua

Infine, il Coniglio di Pasqua è divenuto nel tempo anche il protagonista di una delle attività più amate dei bambini proprio durante la festività: la classica caccia al tesoro. Sempre nel Nord Europa, oggi anche con una media frequenza sullo Stivale, la domenica della Settimana Santa si organizza un simpatico gioco per intrattenere i più piccoli.

Approfittando di un grande prato, oppure di un giardino ricco di fiori e piante, si nascondono sul terreno delle uova decorative coloratissime. Armati di ceste e secchielli, i bambini partono quindi alla ricerca delle “tane del coniglio”, luoghi dove potrebbero essere state nascoste le uova, per poi raccoglierle una a una.

Chi ne trova di più ha diritto a un premio: di solito qualche dolce o, ancora, proprio un piccolo coniglietto fatto di cioccolato. Per rendere il pomeriggio di gioco ancora più divertente, spesso si coinvolgono i bambini nel ritagliare delle orecchie di coniglio da cartone sagomato, da colorare poi nelle tonalità preferite.

I ritagli ottenuti andranno poi incollati su vecchi cerchietti, affinché i più piccoli possano indossarli sul capo prima di partire alla ricerca delle uova nascoste. Ancora, sempre con lo stesso metodo si possono personalizzare le ceste.

Magari colorandole di tinte diverse: ogni partecipante alla caccia al tesoro dovrà quindi trovare tutte le uova del suo colore.

 

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