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Filaria cardiopolmonare cane: sintomi, cause, cure

La filariosi cardiopolmonare nel cane è provocata da una filaria specifica, la Dirofilaria immitis. Si tratta di una malattia trasmessa dalle zanzare, pericolosa dalla primavera all'autunno. I sintomi della filariosi possono essere gravi: causa insufficienza cardiaca. Per questo motivo è bene proteggere i nostri cani usando gli appositi farmaci. E i gatti? Beh, sono più resistenti, ma come i furetti possono manifestare sintomi fulminanti più gravi rispetto ai cani.

Filaria cardiopolmonare cane: sintomi, cause, cure

Conoscete la filaria cardiopolmonare nel cane? In realtà sarebbe più corretto parlare della malattia come di filariosi cardiopolmonare, perché la filaria è l’agente patogeno di questa patologia. Più precisamente è la Dirofilaria immitis trasmessa dalle zanzare a scatenare questa malattia.

La filariosi può colpire anche i furetti, anche per loro solitamente si fa prevenzione come nei cani e raramente nei gatti. Sono più resistenti e non sono l’ospite preferenziale, motivo per cui i casi segnalati sono quelli relativi a zone endemiche dove il tasso di filariosi è alto.

Cause della filaria cardiopolmonare nel cane

Cane nel prato

La filariosi cardiopolmonare è provocata dalla Dirofilaria immitis, un nematode il cui adulto si localizza nel cuore destro, nelle vene cave e nel circolo arterioso polmonare. L’ospite della Dirofilaria è il cane, ma può colpire anche i furetti e raramente i gatti.

Da non confondere la filariosi cardiopolmonare con la filariosi cutanea: quest’ultima è provocata dalla Dirofilaria repens, un altro nematode.

Che differenza c’è fra filariosi e leishmaniosi?

Lo sappiamo che fa rima e che è facile confondersi, ma filariosi e leishmaniosi sono due malattie diverse. In comune hanno il fatto che sono pericolose quando le temperature medie giornaliere sono al di sopra dei 19°C, quindi in teoria dalla primavera all’autunno.

Tuttavia quest’anno in molte zone dell’Italia le temperature si sono mantenute alte anche in autunno inoltrato, motivo per cui è stato necessario proseguire la prevenzione più a lungo.

Tuttavia mentre la filariosi è trasmessa dalle zanzare, la leishmaniosi è trasmessa dai pappataci. Inoltre la filariosi è causata da un nematode, mentre la leishmaniosi è causata da protozoi parassiti, in particolare la leishmaniosi canina qui in Italia è causata dalla Leishmania infantum.

Diversi sono anche i sintomi: la filariosi provoca insufficienza cardiaca, mentre la leishmaniosi presenta sintomi diversi, dall’insufficienza renale all’anemia, dall’epistassi alle dermatiti cutanee.

Modalità di trasmissione della filariosi cardiopolmonare nel cane

La trasmissione nel cane avviene dopo essere stato punto da una zanzara infetta. La zanzara trasmette le forme larvali, le microfilarie. Queste migrano tramite il torrente circolatorio fino ad arrivare nel cuore, dove si sviluppano gli adulti.

Parecchie zanzare possono essere ospiti intermedi della filariosi, inclusa la zanzara tigre che, come sappiamo, ha l’abitudine di pungere anche di giorno.

Filaria cardiopolmonare nel gatto e furetto: cosa c’è da sapere?

La stessa Dirofilaria immitis che contagia il cane può colpire anche il furetto e il gatto. Tuttavia mentre il furetto è un ospite ideale per la filariosi, tanto che è necessario fare prevenzione anche in questi animali nelle aree endemiche, il gatto rappresenta un ospite occasionale essendo più resistente alla filariosi.

Furetto e gatto, però, hanno qualcosa in comune: rispetto al cane, avendo un cuore sensibilmente più piccolo, bastano poche filarie per scatenare sintomi gravi e mortali. Nel cane, invece, avendo un cuore di dimensioni più grosse, talvolta possono svilupparsi parecchie filarie.

Sintomi della filaria cardiopolmonare nel cane

La filariosi ha la particolarità che ha un decorso lungo. Il cane impiega mesi prima di sviluppare sintomi. Questo perché bisogna dare il tempo alle microfilarie di arrivare nel cuore, crescere, diventare adulte, accoppiarsi e riprodursi prima che questi adulti possano danneggiare il cuore.

Fenomeni più acuti si possono avere in caso di tromboembolismo o sindrome della vena cava.

Fra i sintomi di filaria cardiopolmonare nel cane a cui prestare attenzione ci sono:

  • comparsa di un soffio cardiaco
  • tosse
  • emottisi
  • collasso
  • intolleranza all’esercizio fisico
  • ipertensione polmonare
  • insufficienza cardiaca
  • edema polmonare
  • tromboembolismo

Il quadro di insufficienza cardiaca è tipico dell’insufficienza cardiaca destra con sintomi come:

  • aumento di volume di fegato e/o milza
  • ascite
  • versamento toracico
  • edema a carico delle zampe

Diagnosi della filariosi cardiopolmonare nel cane

Filariosi cardiopolmonare cane

La diagnosi di filaria cardiopolmonare nel cane prevede di effettuare diversi test. Considerate che fra la trasmissione e la comparsa degli antigeni passano almeno cinque mesi. Stesso dicasi per la microfilaremia: ci vogliono almeno sei mesi prima di trovare le microfilarie in circolo.

Questo vuol dire che i test per valutare un eventuale contagio vanno fatti 6-7 mesi dopo la fine del periodo rischioso. Normalmente si utilizza un test antigenico che ricerca antigeni prodotti dalle femmine adulte.

Come potrete intuire, questo vuol dire che sono possibili falsi negativi sia in caso di infestazioni da pochi parassiti sia in caso di infestazioni causate da soli maschi. In quest’ultimo caso, poi, non è neanche possibile vedere la microfilaremia, in effetti le infezioni da maschi le si vedono poi in sede di autopsia.

Oltre ai test per valutare la presenza o meno di Dirofilaria immitis, è necessario poi effettuare radiografie ed esame ecocardiografico per stadiare la malattia e capire quale sia l’entità del danno cardiaco.

Come si cura la filaria cardiopolmonare nel cane? Cenni di terapia e prevenzione

Partiamo dalla prevenzione per la filaria cardiopolmonare nel cane. Ci sono diversi prodotti che si possono somministrare ai cani durante il periodo di presenza delle zanzare. Tramite la somministrazione di queste molecole, se il cane viene punto da una zanzara infetta, il medicinale uccide le microfilarie prima che possano arrivare nel cuore del cane e causare danni cardiaci.

Attenzione: si parla di prevenzione, di profilassi, non di vaccino.

Molti proprietari chiedono il “vaccino per la filaria nel cane”, ma non esiste. Anche il farmaco iniettabile esistente non è un vaccino, non agisce cioè sul sistema immunitario. In generale, la profilassi viene fatta da marzo/aprile a ottobre/novembre, ma ci sono paesi in cui le temperature sono così miti che va fatta tutto l’anno.

Considerato che il cambiamento climatico sta aumentando le temperature stagionali, è possibile che anche qui da noi sia necessario estendere il periodo di prevenzione.

Questi farmaci sono presenti in diverse formulazioni:

  • compresse
  • spot-on
  • iniettabili

Alcuni di essi sverminano anche contro alcuni parassiti intestinali, mentre esistono formulazioni che, oltre alla filaria, proteggono anche da alcuni parassiti intestinali, da pulci, zecche e acari.

La frequenza di somministrazione varia a seconda del prodotto: chiedi sempre al tuo veterinario, anche perché per ottenere questi farmaci è necessaria una ricetta veterinaria.

La terapia, invece, è basata sulla stadiazione della malattia, basandosi anche sulla carica parassitaria e sul rischio tromboembolico. La terapia prevede la somministrazione o di un farmaco iniettabile a base di un derivato dell’arsenico, la melarsomina diidrocloruro o terapie alternative a base di ivermectina.

Nel caso della terapia con la melarsomina, bisogna ricordare che è necessario fare terapia collaterale con anticoagulanti: la terapia uccide gli adulti e possono verificarsi facilmente fenomeni di trombosi.

Per questo motivo il cane va tenuto a stretto riposo e deve effettuare terapia anticoagulante prima e dopo la somministrazione. Inoltre il farmaco crea necrosi del muscolo in cui viene effettuata l’iniezione, motivo per cui deve essere fatto in particolari muscoli della groppa, inutile dire che l’iniezione brucia parecchio.

Inoltre bisogna associare anche terapia microfilaricida ed eventuale terapia di sostegno per il cuore se già presente insufficienza cardiaca. In alcuni casi è proposta anche terapia chirurgica con rimozione manuale delle filarie adulte.

La terapia alternativa prevede la somministrazione di ivermectina, farmaco normalmente usato per la profilassi, per 24-36 mesi. Con questo sistema non si riescono ad eliminare del tutto i casi di tromboembolismo, ma si diluiscono nel corso del tempo.

Questo vuol dire che il cane per tutto questo tempo dovrà stare a riposo e che è possibile che sviluppi un’ipertensione polmonare cronica. Oltre all’ivermectina, bisognerebbe somministrare per un mese anche la doxiciclina: agisce contro la Wolbachia, un simbionte della Dirofilaria.

La filaria cardiopolmonare nel cane è contagiosa per l’uomo?

In teoria l’uomo può essere infettato dalla Dirofilaria immitis, anche se non è corretto dire che può sviluppare la filaria cardiopolmonare del cane. Questo perché l’umano non è l’ospite preferenziale e difficilmente le microfilarie si trasmettono fino a diventare adulte.

Inoltre raramente la Dirofilaria immitis nell’uomo si localizza nel cuore.

 

Fonti

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