Transizione Ecologica, Greenpeace: paghino le aziende responsabili
Transizione Ecologica, economia circolare e riforma del PNRR, le richieste di Greenpeace Italia al governo formato da Mario Draghi.
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La transizione ecologica offre un’occasione da non sprecare. Secondo Greenpeace il Governo Draghi potrebbe essere sulla strada giusta, ma non dovrà cedere di fronte ai grandi inquinatori ovvero combustibili fossili e finanza.
Greenpeace sostiene che per confermare il proprio impegno per l’ambiente il Governo Draghi dovrà porre in essere alcuni provvedimenti senza precedenti. A cominciare da una moratoria permanente per quanto riguarda ogni nuova attività di “prospezione, ricerca e coltivazione” relativa a gas e petrolio. Dovrà essere valida su tutto il territorio nazionale, a terra come in mare.
Scaduto lo stop temporaneo approvato dal Governo Conte, prosegue l’associazione, ogni ulteriore provvedimento a termine “non sarebbe una scelta sufficientemente ambiziosa”. Servono, secondo Greenpeace, scelte coraggiose e non altre trivelle.
Altra scelta coraggiosa a cui è chiamato Mario Draghi è quella, afferma l’associazione, di far pesare tali riforme sulle spalle di chi ha inquinato e non dei più deboli. Ha sottolineato Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia:
La transizione ecologica è un processo necessario che non potrà prescindere da giustizia economica e sociale e inclusione. Il costo di questa trasformazione, sempre più urgente, non può ricadere sulle spalle dei più deboli, ma dovrà essere a carico di chi, anteponendo i propri profitti prima della salute delle persone e del Pianeta, ci ha condotto alla crisi climatica e ambientale in corso.
Transizione Ecologica e PNRR, le richieste di Greenpeace
Altro tema caldo la riforma del PNRR, auspicata anche dal WWF Italia. Secondo quelle che sono le valutazioni di Greenpeace il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere migliorato in maniera netta su fronti quali le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, l’economia circolare e l’agricoltura.
In merito all’agricoltura l’associazione batte soprattutto su temi quali la riduzione dell’utilizzo di pesticidi, del numero di animali allevati e delle emissioni di gas climalteranti. Per quanto riguarda invece l’economia circolare:
Servono misure urgenti che seguano i principi base indicati dall’Europa come la prevenzione e la riduzione dei rifiuti prodotti, soprattutto quelli derivanti dalla frazione monouso. Senza il ricorso a false soluzioni, come l’incenerimento e la generazione di combustibili dalla plastica. Vanno invece messi subito in atto tutti quei provvedimenti che responsabilizzano i produttori, a partire dalla Plastic tax.