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È allo studio una nuova sanatoria fiscale 2026 che punta a snellire l’ingente mole di crediti inesigibili del Fisco per i contribuenti.
La proposta prevede uno stralcio automatico dei debiti inferiori a 1.000 euro, un piano di pagamento dilazionato fino a 120 rate mensili e l’introduzione di regole più rigide per contrastare i comportamenti opportunistici.
Il progetto della nuova sanatoria fiscale, al vaglio del Parlamento e inserito nell’atto n. 1375 già discusso al Senato, prevede la possibilità di una rateizzazione fino a 10 anni, con un massimo di 120 rate mensili. Si tratta di un’estensione significativa rispetto alle precedenti modalità di dilazione, pensata per venire incontro alle difficoltà economiche di molte famiglie e imprese. Inoltre, è prevista una maggiore tolleranza: i contribuenti potranno saltare fino a otto scadenze, anche non consecutive, senza perdere i benefici della definizione agevolata.
Per chi aderirà alla sanatoria saranno cancellati interessi e sanzioni, mentre rimarrà dovuto soltanto l’importo principale del debito e le spese di riscossione. Per i debiti superiori a 50.000 euro, invece, il governo valuta di introdurre un acconto obbligatorio pari ad almeno il 5% dell’importo totale, per garantire la serietà delle adesioni.
Un elemento chiave della proposta è lo stralcio automatico delle mini-cartelle sotto i 1.000 euro, una misura che risponde alle indicazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Le micro-posizioni rappresentano infatti una quota consistente del magazzino della riscossione e sono spesso più costose da gestire che da incassare. La cancellazione di questi piccoli debiti dovrebbe quindi consentire un alleggerimento degli archivi e un maggior focus sugli importi di rilevanza economica.
Stretta sui “rottamatori seriali” e criteri di esclusione
Una delle principali novità riguarda la volontà di escludere dalla nuova definizione agevolata i contribuenti che in passato hanno aderito a più condoni senza saldare completamente le somme dovute, i cosiddetti “rottamatori seriali”. Chi è decaduto dalle precedenti procedure potrà rientrare solo dopo aver estinto i pagamenti arretrati.
Questa misura è stata pensata per premiare chi si trova realmente in difficoltà economica e per contrastare le pratiche scorrette che, secondo le stime della Corte dei Conti, hanno determinato un tasso di decadenza vicino al 60% e mancati incassi per circa 48 miliardi di euro. La Corte dei Conti, organo costituzionale con funzioni di controllo e giurisdizionali, continua a monitorare attentamente la gestione delle procedure di riscossione e il loro impatto sulle casse pubbliche.

La sanatoria dovrebbe riguardare i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 2000 fino al 2023, con la possibilità di estendere la finestra anche all’anno successivo**. Tuttavia, restano escluse alcune categorie di debiti particolarmente delicate, tra cui:
- i rimborsi di aiuti di Stato dichiarati illegittimi dall’Unione Europea;
- le condanne per danno erariale emesse dalla Corte dei Conti;
- le sanzioni penali;
- le cartelle già decadute da precedenti rottamazioni.
Questa selezione mira a preservare la tutela del patrimonio pubblico e a non favorire posizioni che potrebbero compromettere la correttezza e la trasparenza del sistema fiscale.
Tempistiche e iter legislativo
L’avvio della nuova sanatoria fiscale, nota anche come “rottamazione-quinquies”, non sarà immediato. L’orizzonte temporale indicato per la sua entrata in vigore è la metà del 2026, poiché la misura dovrà essere inserita e approvata nell’ambito della prossima legge di bilancio. Il sostegno politico proviene in particolare da alcuni deputati della Lega, ma la sua approvazione definitiva dipenderà dal percorso parlamentare e dalle valutazioni del governo.
