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Riciclo: il futuro della produzione delle auto

Le case automobilistiche stanno lavorando per rendere sempre meno impattante la produzione ricorrendo al riciclo.

Riciclo: il futuro della produzione delle auto

Fonte immagine: iStock

L’economia circolare fa l’auto sostenibile. D’altronde tutti i costruttori, in base a una direttiva europea del 2000 recepita in Italia tre anni dopo, devono realizzare veicoli composti per almeno il 95% del peso della vettura da materiali recuperabili. Nello specifico, l’85% attraverso il riuso dei componenti e il 10% tramite recupero energetico. Parliamo di moli enormi di materiali: 10 milioni di tonnellate annue solo in Europa dei cosiddetti “vfu”, i rifiuti provenienti dai “veicoli fuori uso”. Una fra le tematiche più calde degli ultimi anni, che ci riguarda da vicino. Una sfida che Škoda ha sposato a pieno. Il brand ceco, che fa parte del gruppo Volkswagen, è infatti costantemente impegnato nella riduzione dell’impatto ambientale delle proprie auto con una strategia a 360 gradi: dall’estrazione delle materie prime alla fine del ciclo di vita.

Non solo: il brand dall’inizio dell’anno ha riciclato in modo pressoché totale tutti i rifiuti prodotti utilizzati durante i cicli produttivi, negli impianti e stabilimenti. Un traguardo emblematico che pone una pietra essenziale per l’economia circolare nel settore automotive. Un modello per tutti gli altri costruttori. Dal modo in cui viene costruita e dai materiali e processi impiegati a quello in cui viene venduta, la vita di un’automobile può infatti impattare sull’ambiente in molti aspetti, di cui i consumi sono solo uno degli elementi. La produzione, come testimonia Škoda, è il punto di partenza.

In qualità di costruttore abbiamo una responsabilità precisa nel fornire un ottimo esempio in tema di sostenibilità – spiega Michael Oeljeklaus, membro del Board Škoda per produzione e logistica – abbiamo raggiunto un traguardo importante nella strategia GreenFuture e, nello specifico, nell’area GreenFactory. Siamo in grado di riciclare al 100% tutti gli scarti generati durante la produzione di un’auto. Questo è un importante passo in avanti e dimostra il nostro impegno verso il rafforzamento della cosiddetta economia circolare”. I fronti aperti nel settore sono d’altronde moltissimi. Dalla ricerca su nuove fibre minerali basaltiche completamente riutilizzabili al riciclo della plastica, visto che in media in ogni vettura ci sono circa 340 chili di componenti realizzati in polimeri plastici ma solo la metà sono riciclabili.

Una delle strade prese da un altro brand Volkswagen come Audi: i rivestimenti dei sedili della nuova A3, per esempio, sono realizzati partendo da 45 bottiglie di plastica da 1,5 litri. Un processo emblematico che inizia dalla raccolta delle bottiglie usate, lavate e triturate in fiocchi fino a ricavarne un granulato che viene impiegato per realizzare fili di poliestere, a loro volta trasformati in filato plastico. Con tutte le sfide che ne conseguono in termini di colorazione e raffinazione. Una volta lavorato, quel filato diventa il tessuto per i rivestimenti dei sedili e viene sottoposto a una serie di controlli di qualità, con specialisti che verificano 200 metri all’ora. Dopodiché il tessuto viene arrotolato, lavato a 60 gradi centigradi, levigato e asciugato, fino all’aiuto di un macchinario che lo incolla sul rivestimento, insomma la fase di laminazione. Considerando tutti gli “ingredienti”, il rivestimento del sedile finisce per essere composto per l’89% da bottiglie di plastica riciclata.

Tornando a Škoda, c’è da dire che il gruppo punta a un approccio sostenibile anche nello smaltimento dei rifiuti, proprio per quanto riguarda la plastica. Numerosi componenti di alta qualità sono per esempio ricavati dal riciclo di scarti e se lo smaltimento prevede processi termici, la casa boema – che collabora con l’Istituto ceco per l’economia circolare con l’obiettivo di azzerare ogni forma di scarto industriale – sfrutta l’energia ricavata dagli inceneritori, utilizzati dal 2016 per chiudere nel 2020 i siti di stoccaggio esterni, per produrre elettricità o calore. Molti costruttori, per esempio, hanno spinto anche sulla raccolta delle bottiglie usate, lavate e triturate in fiocchi fino a ricavarne un granulato che, a sua volta, viene impiegato per realizzare fili di poliestere che vengono trasformati in filato plastico.

Qualche altro esempio per Škoda? Nel nuovo impianto di verniciatura di Mladá Boleslav si utilizzano circa 210g in meno di solventi per ogni auto e il 17% in meno di “trasparente” rispetto ai sistemi convenzionali. Così non si creano liquami e il sistema di purificazione dell’aria riduce di oltre due chili gli scarti di vernice per ogni mezzo sfornato. E al centro di formazione tecnica del brand, la Škoda Academy, si usano materiali meno impattanti come il diluente C6000 che si può pulire attraverso un semplice processo di distillazione che consente di riutilizzarlo per oltre il 90%.

La strategia di riferimento, che punta a rendere la produzione “carbon neutral” entro la fine del decennio, è stata battezzata “GreenFuture”. Tre gli elementi essenziali: “GreenProduct” che ha l’obiettivo di produrre vetture più sostenibili in termini di consumi, materiali impiegati e riciclabilità. Poi “GreenRetail”, per promuovere i comportamenti virtuosi nelle concessionarie e nei partner. Infine “GreenFactory” mette insieme tutte le attività volte alla conservazione delle risorse durante i processi produttivi, come quelle appena illustrate che si aggiungono al monitoraggio costante di parametri chiave come consumo di energia, di acqua e la quantità di scarto generata così come le emissioni di CO2 e alle cosiddette particelle volatili (VOCs) che vengono generate durante le fasi di verniciatura.

In collaborazione con MoDo – Volkswagen Group Italia

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