Greenstyle Mobilità Auto Ricarica ultrarapida: tutto quello che c’è da sapere

Ricarica ultrarapida: tutto quello che c’è da sapere

Dalla ricerca sulle batterie allo sviluppo di nuove colonnine veloci e versatili, per puntare a un'Europa carbon neutral entro il 2050.

Ricarica ultrarapida: tutto quello che c’è da sapere

Fonte immagine: iStock

La costruzione di una rete di ricarica ultrarapida delle auto elettriche è il prerequisito per un’adozione sempre più massiccia dell’elettrificazione. E per assistere, nel prossimo futuro, a un autentico cambiamento delle abitudini. Le ricariche lente, quelle che si fanno a casa o sul posto di lavoro, permettono infatti di utilizzare il veicolo in un’area limitata: per estenderne l’adozione a percorrenze medio-lunghe, e rendere quella soluzione più appetibile, occorre disporre di punti di ricarica ultraveloce strategicamente posizionati e che offrano almeno 70 kW di potenza per veicolo. Gli standard sono tre: CHAdeMO, CCS Combo2 e AC Tipo 2. Ogni stazione di ricarica deve dunque disporre di tutti e tre gli standard a bordo, per poter avere la certezza di poter ricaricare qualsiasi veicolo.

Certo anche la ricerca applicata farà la sua parte, intervenendo direttamente sulla capacità e per così dire la “ricettività” batterie: poco tempo fa un gruppo di ricercatori della Penn State University statunitense ha per esempio sfornato una nuova tecnologia che, se sviluppata in serie, consentirebbe ai veicoli elettrici una ricarica davvero ultrarapida, con un’autonomia fra 320 e 480 km raggiungibile in soli dieci minuti. Nello specifico, la soluzione del team americano schiva la degradazione che avviene alle cariche veloci a temperatura ambiente inserendo una sottile lamina di nichel, parliamo dello spessore di un micron, fra gli strati dell’elettrodo, per riscaldarla fino a 60 gradi in meno di mezzo minuto e riportarla alla temperatura di circa 10 gradi, trasferendo così, grazie a questa veloce variazione di temperatura, la carica in modo uniforme.

Al netto del lavoro sulle tecnologie degli accumulatori, serve come si diceva anche una rete adeguata a sostenere la transizione all’elettrico. Che dia sicurezza agli automobilisti. Poche settimane fa Autostrade per l’Italia ha per esempio annunciato un piano di investimenti che prevede l’installazione di 4-6 punti di ricarica ultraveloce “Fast” in 67 aree di servizio della rete autostradale italiana. Insomma, quello che gli automobilisti – anche quelli propensi a spendere qualcosa di più per un’auto “full electric” – chiedono da anni sta pian piano diventando realtà. Tra Roma e Milano dovrebbero esserci entro il 2023 dei punti di ricarica in media ogni 90 km, più che sufficienti per mettere in cantiere un lungo viaggio tutto in elettrico.

Anche Volkswagen sta lavorando a una soluzione del genere grazie alla collaborazione con E.ON, una delle aziende europee leader nella fornitura energetica. Il primo frutto di questo sodalizio è il prototipo di una nuova (e versatile) stazione di ricarica ultra-rapida. Si tratta, sotto l’aspetto tecnico, di un sistema di batterie al litio che permetterà di installare la colonnina praticamente ovunque, a basso costo e senza bisogno di interventi invasivi sul territorio. Esattamente la tecnologia flessibile che serve a una mobilità pubblica e privata destinata a un massiccio rinnovo delle flotte. A interessarsi all’installazione sono state per ora, non a caso, aziende municipalizzate di fornitura energetica, enti locali, gestori delle stazioni di rifornimento e, di nuovo, di aree di servizio. Senza dimenticare la possibilità di “colonizzare” con queste nuove colonnine i parcheggi dei centri commerciali o delle aziende di trasporti e logistica.

La particolarità della nuova stazione è che viene installata in modalità plug&play e può ricaricare due veicoli in contemporanea, con una potenza di ricarica fino a 150 kW: basta insomma una breve sosta prima di rimettersi in viaggio. Per assicurare il giusto livello di capacità la batteria installata all’interno della stazione di ricarica è collegata costantemente alla rete elettrica con una connessione convenzionale da 16 – 63 ampere. Per finire, tutte le stazioni – aggiornabili da remoto – utilizzeranno esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili.

Nel complesso, in Europa serviranno ben tre milioni di stazioni di ricarica contro le 185mila di oggi. Stando alle recenti stime dell’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E) occorrerà un investimento di almeno 20 miliardi di euro nell’arco dei prossimi dieci anni per arricchire l’infrastruttura. Per essere davvero carbon neutral entro il 2050 l’Europa dovrà veder circolare sulle sue strade circa 44 milioni di veicoli elettrici già nel 2030. Per sostenere quell’incredibile transizione occorreranno almeno tre milioni di punti di ricarica. C’è insomma molta strada da fare.

In collaborazione con MoDo – Volkswagen Group Italia

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Mobilità sostenibile: quali sono i mezzi di trasporto verdi?
Mobilità

Il tema della mobilità sostenibile è uno dei più dibattuti, in quanto rappresenta la base delle città verdi. Se infatti ambiente ed ecologia sono argomenti discussi a livello internazionale, anche i piccoli comuni e le grandi metropoli ne parlano. E i mezzi di trasporto green diventano parte di una strategia per ridurre le emissioni di CO2, ma anche risparmiare sui costi del carburante.