
Il triage psico-oncologico, la consulenza psico-oncologica genetica, la crescita post-traumatica e l’oncofertilità sono temi cruciali per le pazienti affette da tumore al seno. La psico-oncologia si dimostra fondamentale in questo contesto, come evidenziato dall’esperienza pluriennale del Policlinico Gemelli di Roma. Durante l’ultimo incontro del Breast Club, organizzato dalla Breast Unit della Fondazione Policlinico Gemelli, tenutosi all’inizio del 2025, si è discusso dell’importanza della psico-oncologia nel PIDTA (Percorso Integrato Diagnostico-Terapeutico Assistenziale) per le pazienti oncologiche.
La casa dei senologi
Gianluca Franceschini, Professore Ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore della UOC di Chirurgia Senologica, ha sottolineato il successo del Breast Club, attribuendolo alla creazione della ‘Casa dei Senologi’. Questo spazio è stato concepito per favorire il dialogo tra le diverse specialità mediche, contribuendo così al miglioramento delle competenze del gruppo. “Vogliamo rimanere aperti anche ai colleghi di altri centri del Lazio”, ha aggiunto Franceschini, evidenziando come questi incontri bisettimanali rappresentino un’importante opportunità di aggiornamento.
Il ruolo della psicologia clinica
Durante l’incontro, il professor Tortora ha messo in evidenza come la psicologia clinica sia uno dei pilastri fondamentali del Policlinico, con oltre 16.000 colloqui e valutazioni effettuate ogni anno. La predominanza dell’attività oncologica, che rappresenta il 60% del totale, dimostra l’importanza di un approccio integrato. Il flusso di intervento della psico-oncologia all’interno della Breast Unit si articola in vari percorsi di cura, che includono il triage psico-oncologico, la consulenza genetica e il supporto nell’oncofertilità.
Valutazione e interventi personalizzati
La dottoressa Daniela Belella ha spiegato che la presa in carico psicologica delle pazienti inizia già al momento della pre-ospedalizzazione. In questa fase, vengono valutati non solo i fattori di rischio come stress e depressione, ma anche quelli di protezione, che possono favorire una risposta trasformativa dopo la diagnosi di cancro. Attraverso un triage psico-oncologico, si somministrano test specifici per misurare il livello di distress e la capacità di coping delle pazienti, permettendo così di definire le priorità degli interventi di supporto. Le pazienti più vulnerabili dal punto di vista psicologico sono spesso quelle con obesità, in perimenopausa o portatrici di mutazioni genetiche.
Diagnosi genetica e oncofertilità
Un aspetto particolarmente delicato è rappresentato dalla comunicazione della diagnosi genetica, come evidenziato dalla dottoressa Stefania Carnevale. Questo momento può generare reazioni intense come paura e disorientamento, che talvolta sfociano in rabbia. Infine, un tema di grande rilevanza trattato è quello dell’oncofertilità, che ha trovato un sostenitore appassionato nel professor Giovanni Scambia, recentemente scomparso. La dottoressa Francesca Veccia ha affermato che oggi il tumore e le sue cure non devono più ostacolare il desiderio di genitorialità, aprendo nuove prospettive per le pazienti.