
La natura del sospiro(www.greenstyle.it)
I sospiri sono una componente fondamentale della nostra vita quotidiana, spesso trascurati e sottovalutati.
Essi si manifestano in modo automatico e invisibile, esprimendo una gamma di emozioni che vanno dal fastidio al sollievo. Secondo uno studio pubblicato nel febbraio 2016 sulla rivista Nature, sospiriamo in media ogni cinque minuti, il che equivale a circa dodici volte all’ora. Questo dato potrebbe sorprendere, ma è un riflesso della nostra fisiologia. La maggior parte dei sospiri avviene senza che ci se ne rendiamo conto, ma sono essenziali per il nostro benessere fisico e psicologico.
Ma cosa significa esattamente “sospirare”? Sospirare è definito come una respirazione profonda e involontaria, che inizia con un atto di inspirazione, seguito da un’espirazione intensa e prolungata. Questo doppio atto respiratorio è vitale per il nostro organismo. Ma perché il nostro cervello ci esorta a sospirare così frequentemente? La risposta è semplice: ad ogni respirazione, inspiriamo ossigeno, che viaggia attraverso i polmoni fino agli alveoli, piccole sacche d’aria responsabili degli scambi gassosi con il sangue.
Sospiro e emozioni
Col tempo, alcune di queste strutture alveolari possono collassare. Questo accade perché, sebbene il nostro corpo sia progettato per una respirazione costante, la monotonia di un respiro regolare può portare a un affaticamento delle cellule polmonari. Se gli alveoli rimangono compressi, la capacità polmonare diminuisce e gli scambi gassosi vengono compromessi, esponendoci a una mancanza di ossigenazione. Qui entra in gioco il sospiro, un riflesso inconscio che riapre gli alveoli compressi, ristabilendo la pressione necessaria per il loro corretto funzionamento. È un gesto indispensabile, una sorta di “reset” che riattiva le aree polmonari che tendono a “dormire” a causa della routine respiratoria.
Ma chi gestisce questi sospiri involontari? Ricercatori delle università della California a Los Angeles (UCLA) e di Stanford hanno scoperto che nel nostro cervello esiste un circuito di neuroni specializzati in questo processo. Esperimenti condotti su topi hanno rivelato l’esistenza di due gruppi neuronali coinvolti nel meccanismo del sospiro: il primo produce neuropeptidi, messaggeri chimici, mentre il secondo possiede i recettori corrispondenti. Questo sistema funge da centro di comando respiratorio, capace di rilevare una scarsa ossigenazione del sangue o uno stato emotivo perturbato, inviando il segnale per un sospiro profondo.

La conferma che questo circuito sia responsabile del sospiro è arrivata da esperimenti in cui la sua attivazione è stata bloccata: i topi non riuscivano più a sospirare, senza però che il loro ritmo respiratorio globale ne risentisse. Questo evidenzia l’importanza di questo meccanismo, che, pur essendo involontario, svolge una funzione cruciale nel mantenimento dell’equilibrio fisiologico.
I sospiri non sono solo una questione di meccanica respiratoria. Spesso, quando sospiriamo, lo facciamo anche per esprimere sentimenti di frustrazione, stanchezza o sollievo. Un sospiro può fungere da scarico emotivo, un modo per alleviare la tensione accumulata. Sebbene la scienza non abbia ancora chiarito completamente il legame tra i sospiri fisiologici e quelli emotivi, alcune ipotesi suggeriscono che i sospiri legati alle emozioni possano funzionare come un reset del nostro sistema nervoso. Questi atti involontari segnalano un disequilibrio interiore, permettendo una pausa prima di ripristinare l’armonia, calmando l’ansia e rilasciando la tensione.
L’interesse scientifico per i sospiri potrebbe non essere solo un modo per comprendere meglio la fisiologia umana, ma potrebbe anche aprire nuove strade nella ricerca sul benessere psicologico. Se un giorno la scienza dovesse riuscire a svelare i misteri che circondano il sospiro, potrebbe trasformare la nostra comprensione di come le emozioni e la respirazione siano interconnesse.