L’impatto del condizionatore sui consumi energetici(www.greenstyle.it)
Con le temperature che si mantengono costantemente elevate, l’uso dell’aria condizionata diventa indispensabile.
Una domanda ricorrente tra i consumatori riguarda il modo migliore di gestire il condizionatore quando si è fuori casa: conviene spegnerlo completamente per risparmiare energia oppure lasciarlo acceso, magari a bassa potenza, per mantenere gli ambienti freschi e ridurre i consumi successivi? Cerchiamo di fare chiarezza, basandoci su un’analisi scientifica aggiornata.
Un gruppo di ingegneri specializzati in Ingegneria dell’Architettura e Ingegneria dei Sistemi Edilizi dell’Università del Colorado di Boulder ha condotto uno studio approfondito per rispondere a questa domanda, pubblicando i risultati su The Conversation. Grazie a un avanzato software di simulazione termica, il team ha esaminato i consumi energetici relativi a tre diversi scenari di utilizzo del condizionatore, considerando sia la durata di funzionamento che le temperature esterne.
L’abitazione di riferimento utilizzata per le simulazioni aveva una superficie di 110 metri quadrati, dimensione standard per una casa di media grandezza negli Stati Uniti. Per rendere lo studio più completo, gli esperti hanno considerato due climi molto diversi tra loro: quello secco dell’Arizona e quello umido della Georgia. Questa scelta ha permesso di valutare come il tipo di clima influenzi il consumo energetico del condizionatore e l’efficacia delle strategie di risparmio.
Spegnere o lasciare acceso il condizionatore: cosa conviene?
Secondo le simulazioni, la soluzione più efficiente dal punto di vista energetico varia in base al clima e alla durata dell’assenza da casa. Nei climi secchi, come quello dell’Arizona, spegnere completamente il sistema di climatizzazione durante le ore di assenza si traduce in un risparmio energetico significativo. La bassa umidità favorisce un rapido raffreddamento degli ambienti al ritorno, riducendo la necessità di un uso prolungato del condizionatore in modo intensivo.
Al contrario, in zone con un clima più umido, come la Georgia, spegnere completamente il condizionatore può risultare meno vantaggioso. L’alta umidità tende a mantenere gli ambienti caldi e umidi, e il raffreddamento successivo richiede un consumo energetico maggiore. In questi casi, mantenere il condizionatore acceso a bassa potenza o in modalità “notturna” può contribuire a mantenere una temperatura più stabile, riducendo il picco di consumo al ritorno in casa.
Un aspetto importante emerso dallo studio è che lasciare acceso il condizionatore a bassa intensità può essere più sostenibile se l’assenza si protrae per un periodo breve, mentre per assenze più lunghe è sempre consigliabile spegnere completamente il sistema.

Oltre alle indicazioni climatiche, esistono alcune buone pratiche che aiutano a contenere i consumi energetici durante l’estate:
- Regolare la temperatura del condizionatore sui 25-26 gradi Celsius quando si è in casa, per evitare sprechi dovuti a un raffreddamento eccessivo.
- Utilizzare timer e programmi di accensione e spegnimento automatico per adattare il funzionamento del condizionatore alle proprie necessità quotidiane.
- Investire in una buona coibentazione degli ambienti e in sistemi di schermatura solare come tende o persiane per limitare l’ingresso del calore esterno.
- Sfruttare la ventilazione naturale nelle ore più fresche della giornata per ridurre l’uso del condizionatore.
La crescente diffusione di dispositivi smart e domotici permette oggi di controllare a distanza il condizionatore, ottimizzando accensione e spegnimento in base alla reale presenza in casa e alle condizioni climatiche esterne.
