
Nel 2024, la SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ha rilasciato i nuovi LARN 2024, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana, che rappresentano un documento fondamentale per gli esperti di nutrizione. Tra le modifiche apportate, spicca l’assenza del capitolo dedicato al consumo di etanolo, l’alcol presente in vino, birra e altre bevande alcoliche. Questa scelta ha suscitato preoccupazione, soprattutto considerando i rischi associati all’alcol, come evidenziato in un articolo dedicato.
Per approfondire le implicazioni di questa decisione, abbiamo interpellato Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia. “È sorprendente che il capitolo sull’etanolo sia stato rimosso”, ha affermato Testino. “L’etanolo è riconosciuto come una sostanza cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), classificata nel Gruppo 1, ovvero quello delle sostanze con forte evidenza di cancerogenicità. Sebbene l’effetto dipenda dalla quantità assunta, è errato distinguere tra ‘uso’ e ‘abuso’, dato che l’alcol non fornisce nutrienti utili e aumenta il rischio di sviluppare un cancro.”
Le conseguenze del consumo di alcol
Testino continua a chiarire la differenza tra la dipendenza da alcol, che colpisce gli alcolisti, e il consumo moderato che caratterizza la maggior parte della popolazione. “L’alcolismo è una malattia seria, con conseguenze devastanti, e deve essere trattato con attenzione. Tuttavia, c’è una percezione più indulgente verso il consumo occasionale, come una birra con la pizza o un bicchiere di vino a tavola. È fondamentale comprendere che anche piccole quantità di alcol non possono essere considerate sicure; ogni assunzione incrementa il rischio complessivo di cancro.”

Strategie di prevenzione e informazione
Secondo Testino, l’etanolo è una sostanza psicoattiva che genera sensazioni di rilassamento e benessere, rendendo difficile per molti riconoscere i danni che può causare. “Le campagne di prevenzione dovrebbero iniziare nei bambini in età scolare, idealmente prima dei 12-13 anni. Gli adolescenti tendono a essere ribelli e poco propensi a rinunciare a un piacere immediato per un beneficio futuro”, ha spiegato.
Misure necessarie per affrontare il problema
Testino suggerisce che una delle misure più efficaci sarebbe l’introduzione di una tassazione elevata su tutte le bevande alcoliche, incluso il vino, per disincentivarne il consumo. “Inoltre, è fondamentale apporre avvertenze sulle etichette, evidenziando i rischi legati all’alcol. È altrettanto importante migliorare la formazione dei medici su questi temi, che sono in continua evoluzione. L’alcol interferisce con l’assorbimento di molti farmaci, un aspetto che spesso viene trascurato.”
Le bevande dealcolate: un futuro possibile?
Infine, Testino si è espresso sulle bevande dealcolate, che stanno lentamente guadagnando terreno. “Se sono realmente prive di alcol, rappresentano un’interessante alternativa sia per gli amanti del vino e della birra, sia per le aziende del settore. Se la consapevolezza sui rischi del consumo di alcolici dovesse aumentare, queste aziende potrebbero affrontare perdite economiche, ma potrebbero anche trovare opportunità nella produzione di bevande senza alcol.”
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos