
In arrivo una tempesta solare radioattiva - greenstyle.it
Un buco coronale rivolto verso la Terra genera un’intensa tempesta solare di livello G1 con potenziali effetti su comunicazioni, satelliti e migrazioni animali.
Una nuova tempesta solare è in arrivo sulla Terra. Il fenomeno è stato generato da un ampio buco coronale apertosi al centro del disco solare, perfettamente orientato verso il nostro pianeta. Secondo le analisi dello Space Weather Prediction Center della NOAA, l’impatto con il flusso di particelle cariche è imminente e porterà con sé effetti geomagnetici di livello G1, con implicazioni che toccano vari ambiti, dalla tecnologia ai fenomeni atmosferici.
Cos’è un buco coronale e perché può colpire la Terra
Il termine “buco coronale” può trarre in inganno. Non si tratta di un’assenza di materia, ma di una regione della corona solare meno densa e più fredda, dove il campo magnetico si apre permettendo l’emissione di vento solare ad alta velocità. In queste aree il Sole appare più scuro se osservato ai raggi ultravioletti, da cui il nome.
Nel caso specifico, il buco coronale rilevato si estende per centinaia di migliaia di chilometri e ha liberato un flusso di plasma ad alta energia che ha già raggiunto la magnetosfera terrestre. Questo flusso può disturbare le linee di campo magnetico del nostro pianeta, dando origine a una tempesta geomagnetica con possibili effetti rilevanti, anche se moderati.

La tempesta geomagnetica prevista è classificata G1, ovvero il livello base nella scala NOAA che va da G1 a G5. Nonostante la relativa debolezza, può interferire con le reti elettriche ad alte latitudini, causando sovraccarichi temporanei o microinterruzioni. Anche le comunicazioni radio HF (onde corte) potrebbero risentirne, soprattutto nei voli a lungo raggio e nelle aree polari.
Tra gli apparati potenzialmente sensibili ci sono anche i sistemi satellitari e di navigazione GPS, i cui segnali potrebbero subire ritardi o deviazioni a causa della ionizzazione dell’atmosfera superiore. Alcune compagnie aeree, in caso di eventi più intensi, procedono con riprogrammazioni delle rotte polari per ridurre i rischi.
Effetti più sottili si possono verificare nel mondo animale: balene, uccelli e altre specie migratorie, che si orientano sfruttando il campo magnetico terrestre, potrebbero mostrare comportamenti anomali o deviazioni nei percorsi abituali.
Aurore visibili e osservazioni nel cielo notturno
Il lato più affascinante della tempesta solare resta la possibilità di osservare aurore polari, generate dall’impatto tra il vento solare e la magnetosfera terrestre. Gli elettroni accelerati interagiscono con gli atomi dell’atmosfera, dando origine a spettacolari luci danzanti nei cieli.
Il fenomeno sarà visibile soprattutto nell’emisfero australe, dove l’inverno favorisce notti più lunghe e cieli più bui. L’astrofisico Tony Phillips di Spaceweather.com ha confermato che il 25 giugno sarà un’opportunità ideale per assistere alle aurore, con potenziale visibilità estesa anche a latitudini medie se l’intensità del vento solare dovesse aumentare.
Molti appassionati e osservatori astronomici sono già all’opera per documentare l’evento. L’interesse è alto non solo per lo spettacolo visivo, ma anche per l’importanza scientifica di monitorare l’interazione tra il Sole e il campo magnetico terrestre.
Il Sole è una stella attiva e instabile, capace di generare eventi improvvisi come CME (espulsioni di massa coronale), flares e buchi coronali. Se nella maggior parte dei casi gli impatti sono contenuti, eventi estremi di categoria G5 possono compromettere interi segmenti della vita moderna, dai trasporti ai pagamenti elettronici, fino ai satelliti meteorologici.
La NOAA e altri centri come l’ESA monitorano in tempo reale l’attività solare, offrendo previsioni aggiornate che permettono di adottare misure preventive. In caso di eventi gravi, le autorità e le aziende tecnologiche possono attivare protocolli di sicurezza, per esempio spegnere temporaneamente alcune reti, disattivare sensori o proteggere i dati di bordo dei satelliti.
La capacità di anticipare e ridurre i danni causati da questi eventi spaziali rappresenta oggi una priorità strategica, in un mondo sempre più dipendente da infrastrutture digitali e servizi satellitari. Anche una tempesta solare lieve, come quella del 25 giugno, ricorda quanto sia sottile l’equilibrio tra natura e tecnologia.