Greenstyle Ambiente La Grande Barriera Corallina in pericolo, sbiancata dai cambiamenti climatici

La Grande Barriera Corallina in pericolo, sbiancata dai cambiamenti climatici

La Grande Barriera Corallina è in pericolo e la causa sono i cambiamenti climatici che la stanno sbiancando. Il fenomeno dello sbiancamento non è nuovo ma resta un processo recente, che è cominciato verso la fine degli anni 90. Dal 1998 in poi sono stati registrati sette eventi simili, ma quello del 2024 sembra essere uno dei peggiori, di pari passo con l'aumento delle temperature.

La Grande Barriera Corallina in pericolo, sbiancata dai cambiamenti climatici

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La Grande Barriera Corallina è il più grande sistema corallino del mondo, grazie ai suoi circa 2.300 km di lunghezza. Ed anche se il suo nome la fa immaginare come un blocco unico, è in realtà composta da circa 3.000 barriere individuali. Si trova al largo del Queensland, in Australia e da qualche anno è vittima dei cambiamenti climatici.

Il fenomeno che preoccupa gli esperti dell’Istituto australiano di scienze marine, o AIMS, nonché dell’Autorità del parco marino della Grande Barriera Corallina è lo sbiancamento. Si tratta di un processo non nuovo ma sempre recente, che dalla fine degli anni 90 del secolo scorso ha peggiorato la salute della struttura corallina.

Dal 1998 in poi i fenomeni di sbiancamento sono aumentati e divenuti sempre più aggressivi, di pari passo con il peggioramento di alcuni problemi ambientali. Uno su tutti, l’aumento delle temperature globali, che ha avuto pericolosi riflessi anche sugli oceani. O più di preciso, sulla vita sottomarina.

Si calcola che, da quando la barriera corallina è monitorata, ossia da 500 anni a questa parte, solo di recente si è assistito a questi fenomeni. L’ultimo, prima di quello del 2024 era stato nel 2022, con altri sbiancamenti registrati nel 2020, nel 2017, nel 2016 e nel 2002, per un totale di sette eventi nel corso degli ultimi 26 anni.

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Sbiancamento della Grande Barriera Corallina: di cosa si tratta

I processi di sbiancamento di massa sono un fenomeno moderno, come accennato e confermato dall’AIMS, causato dal riscaldamento degli oceani dovuto ai cambiamenti climatici. Lo sbiancamento si verifica quando il calore estremo fa sì che i coralli espellano le alghe al loro interno, privandosi sia delle sostanze nutritive sia del colore.

Il programma Coral Reef Watch del governo degli Stati Uniti ha affermato che le temperature degli oceani in tutto il mondo sono state le più alte mai registrate da quasi un anno. Ed è questo che ha scatenato uno sbiancamento di massa dei coralli delle barriere site nell’Atlantico, nel Pacifico e nell’Oceano Indiano.

Anche la barriera corallina più meridionale del mondo, sull’isola di Lord Howe, al largo della costa australiana del Nuovo Galles del Sud, ne è stata colpita. Ma gli scienziati avevano lanciato l’allarme sin dagli anni 90, ossia dall’avvento del riscaldamento globale, affermando che le barriere coralline sarebbero stati i primi ecosistemi ad essere danneggiati.

Se le temperature scendono i coralli possono sopravvivere, ma gli esperti sostengono che potrebbero anche essere più suscettibili alle malattie, con maggiore difficoltà a riprodursi. In casi estremi di stress da calore, i coralli possono morire. Ed è quello che sta causando preoccupazione a livello mondiale.

Cosa dicono gli esperti

Gli ultimi dati registrati sullo sbiancamento della Grande Barriera Corallina hanno scosso gli animi degli scienziati, che hanno visto deteriorarsi anche i coralli antichi di centinaia di anni. Le cause sono state il riscaldamento degli oceani e i fenomeni derivati dal modello climatico di El Niño, una combinazione disastrosa per la vita marina.

Il dottor Roger Beeden, il capo scienziato della Great Barrier Reef Marine Park Authority, ha dichiarato che lo sbiancamento del 2024 non può che essere definito di massa. Il perché non è difficile da intuire, visto che il fenomeno ha colpito tutte le barriere coralline esaminate e non solo una minima parte.

E queste, invece, le parole del dottor David Wachenfeld, direttore del programma di ricerca AIMS:

Nell’ultima estate dell’emisfero settentrionale si è verificato uno stress termico da record nei Caraibi e nel Pacifico orientale, causando un grave e diffuso sbiancamento dei coralli. Questo evento di sbiancamento di massa sulla Grande Barriera Corallina fa parte di un modello globale di caldo estremo, causato dal cambiamento climatico.

Ma capire la gravità del danno non è ancora semplice, come affermato dal ricercatore senior di AIMS, il dottor Neal Cantin:

L’ecosistema della Grande Barriera Corallina è grande quanto l’Italia e per questo lo stress termico su di esso non è uniforme. Di conseguenza, stiamo osservando differenze tra le barriere coralline rispetto al numero di coralli che sono del tutto bianchi.

Fino a quando le indagini aeree e in acqua non saranno completate e i dati non saranno analizzati, non è possibile prevedere i potenziali impatti che seguiranno l’evento di sbiancamento di massa di quest’anno. Ma, di fatto, vista la immane potenza di questo fenomeno, sembra difficile immaginare rosei scenari.

 

Via | Euronews

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