
È stato scoperto un dinosauro affetto da cancro - greenstyle.it
Scoperto un tumore maligno in un dinosauro: nuovi indizi sull’origine preistorica del cancro
Nel cuore della Transilvania, tra le rocce dell’antico bacino dei Carpazi, un gruppo di scienziati ha portato alla luce una scoperta inattesa: tracce di un tumore maligno nel fossile di un dinosauro erbivoro, vissuto circa 70 milioni di anni fa. Si tratta di un Telmatosaurus transsylvanicus, una specie che popolava le pianure dell’attuale Romania nel tardo Cretaceo. L’analisi, guidata dal medico britannico Justin Stebbing, ha rilevato una formazione tumorale compatibile con un ameloblastoma, malattia rara ma tuttora osservata negli esseri umani. I ricercatori, affiancati da studiosi rumeni, hanno utilizzato tecniche avanzate di microscopia per identificare nei resti ossei strutture simili a globuli rossi fossilizzati, segno evidente della presenza di tessuti molli conservatisi eccezionalmente.
La diagnosi su un fossile e la tenuta delle proteine nel tempo
La massa anomala è stata individuata nella mandibola dell’animale, conservata all’interno di un museo paleontologico in Romania. L’uso di scanner ad altissima definizione ha permesso di distinguere con chiarezza elementi cellulari e proteici incastonati nelle cavità ossee. Secondo i dati pubblicati sulla rivista Biology, le proteine hanno mostrato una stabilità sorprendente rispetto al DNA, rendendole fonti preziose per studiare malattie antiche. Questa particolarità ha permesso al gruppo di Stebbing di isolare informazioni molecolari complesse, offrendo una prospettiva nuova sull’evoluzione del cancro nei vertebrati.

Il tumore identificato, benché raro, è oggi riscontrabile nelle ossa mascellari umane. La sua presenza in un dinosauro suggerisce che alcune forme tumorali siano molto più antiche di quanto ipotizzato. Lo studio dimostra anche che la fossilizzazione può preservare tracce biologiche in condizioni straordinarie, rendendo i fossili strumenti scientifici attivi, non solo reperti da osservare.
Cancro e selezione naturale: cosa ci insegnano gli animali longevi
L’equipe ha posto l’attenzione su una considerazione evolutiva: animali di grandi dimensioni, come elefanti e balene, hanno sviluppato sistemi di difesa biologica per contenere la comparsa dei tumori. Gli stessi meccanismi potrebbero essere stati presenti anche in specie preistoriche come i dinosauri, alcuni dei quali erano longevi e soggetti a cicli vitali lunghi. La scoperta del tumore nel Telmatosaurus alimenta quindi l’ipotesi secondo cui la lotta al cancro abbia avuto origine milioni di anni fa e che la sua evoluzione biologica sia parte integrante della storia della vita animale.
Per Stebbing, la conservazione di campioni fossili con tessuti molli è ormai una priorità per la ricerca: i reperti, se mantenuti correttamente, possono essere analizzati anche tra decenni, con strumenti sempre più sofisticati. Lo studio apre a nuove frontiere: se le ossa antiche riescono a restituire proteine stabili, sarà possibile indagare l’origine genetica delle malattie moderne con un livello di dettaglio impensabile fino a pochi anni fa. I fossili, in questo senso, diventano testimoni viventi — o meglio, fossili parlanti — di patologie che ancora oggi mettono in crisi la medicina contemporanea.