Arriva la nuova legge: il soccorso sarà a pagameto - greenstyle
Una nuova norma della Manovra 2026 introduce il principio del “soccorso a pagamento” per chi si mette in pericolo con comportamenti irresponsabili: ecco cosa cambia e quanto potrà costare.
I servizi pubblici per il cittadino sono sempre più messi al bando e non c’è da stare allegri, soprattutto quando riguardano la salute. Tra qualche mese chiamare i soccorsi potrebbe non essere più gratuito per tutti. A partire dal 2026, infatti, chi richiederà un intervento della Guardia di finanza in montagna o in mare per propria negligenza o imprudenza rischierà di dover pagare di tasca propria le spese del salvataggio. La misura, inserita nella bozza della nuova legge di Bilancio, mira a ridurre i costi a carico dello Stato e a responsabilizzare i cittadini, dopo il crescente numero di operazioni richieste per situazioni che potevano essere evitate.
C’è da dire che negli ultimi anni, il numero di interventi di soccorso è aumentato in modo esponenziale. Sempre più spesso, infatti, escursionisti inesperti si avventurano sui sentieri senza attrezzatura adeguata, ignorando allerte meteo e percorsi chiusi, o turisti in barca richiedono aiuto per problemi dovuti a errori umani. Ogni salvataggio mobilita personale, mezzi e attrezzature con costi elevati che finora sono stati coperti interamente dallo Stato.
Il governo ha deciso di intervenire: l’obiettivo è tutelare chi rispetta le regole e scoraggiare comportamenti superficiali che mettono a rischio non solo chi li compie, ma anche i soccorritori. Non si tratta di negare l’aiuto in caso di emergenza — che resterà sempre garantito — ma di introdurre un principio di responsabilità: se il pericolo è stato causato da dolo o colpa grave, o se la richiesta di soccorso è risultata ingiustificata, il conto arriverà direttamente a chi ha sbagliato.
Come funzionerà il soccorso a pagamento
La novità riguarda principalmente la Guardia di finanza, in particolare il Soccorso alpino e quello marittimo. Secondo la norma in discussione, chi provoca un incidente o un’emergenza per comportamento negligente dovrà versare un corrispettivo al Ministero dell’Economia, calcolato in base ai costi sostenuti per l’intervento.

In pratica, verranno conteggiate le ore di lavoro del personale, l’uso dei mezzi come elicotteri o motoslitte, il carburante e le attrezzature impiegate. Tutti elementi che, messi insieme, possono far lievitare la spesa: un’operazione di ricerca complessa può arrivare a costare anche oltre 5.000 euro l’ora, soprattutto se coinvolge elicotteri o squadre specializzate con droni e unità cinofile.
Non pagheranno nulla, invece, coloro che si trovano in una reale situazione di pericolo non imputabile a loro responsabilità — come un malore improvviso, un incidente accidentale o un evento meteorologico imprevisto. In questi casi resta valido l’obbligo di soccorso previsto dal Codice della navigazione e dalle norme di pubblica sicurezza.
La decisione nasce dall’aumento di interventi legati a comportamenti irresponsabili. Solo nel 2024, la Guardia di finanza ha effettuato oltre 2.500 operazioni di soccorso in montagna, salvando quasi 2.900 persone. Molte di queste richieste, secondo i report ufficiali, potevano essere evitate con una maggiore prudenza. In attesa che il disegno di legge venga approvato definitivamente, resta un messaggio chiaro: il soccorso sarà sempre garantito, ma d’ora in poi chi gioca con l’incoscienza potrebbe pagarne non solo le conseguenze, ma anche il conto.
