Pensione di reversibilità: cosa è e a chi spetta(www.greenstyle.it)
La pensione di reversibilità rappresenta un importante strumento di tutela previdenziale destinato ai familiari superstiti.
Nel contesto attuale, in cui la normativa e le condizioni di accesso sono state aggiornate negli ultimi anni, è fondamentale comprendere in quali casi il coniuge superstite possa beneficiare del 100% dell’importo della pensione e quali siano i requisiti e le modalità di calcolo.
La pensione ai superstiti è una prestazione economica erogata dall’INPS che spetta ai familiari in seguito alla morte del titolare di una pensione o di un assicurato che ha maturato determinati requisiti contributivi. Si distingue tra pensione di reversibilità, che riguarda il pensionato deceduto, e pensione indiretta, destinata ai familiari di un assicurato non ancora pensionato che soddisfi condizioni specifiche di contribuzione.
I beneficiari principali della pensione di reversibilità sono:
- il coniuge superstite, anche se separato legalmente o divorziato (a condizione che riceva un assegno divorzile);
- i figli minorenni, studenti fino a 21 anni o universitari fino a 26 anni, sempre se a carico;
- i figli inabili al lavoro, senza limiti di età e a carico del defunto;
- in assenza di coniuge e figli, i genitori a condizione che siano a carico e abbiano almeno 65 anni;
- in mancanza degli altri, fratelli celibi e sorelle nubili inabili e a carico.
È fondamentale che i superstiti risultino a carico del pensionato al momento del decesso, cioè non autosufficienti economicamente e conviventi abitualmente con il defunto.
Quando la vedova può avere il 100% della pensione di reversibilità
L’importo della pensione di reversibilità destinata al coniuge superstite dipende dalla presenza e dal numero di figli a carico. Le quote percentuali sono stabilite dalla legge e dall’INPS secondo le seguenti modalità aggiornate:
- Se il coniuge è l’unico superstite, la pensione ammonta al 60% dell’assegno pensionistico del defunto.
- In presenza di un figlio a carico, la quota sale all’80%, ripartita tra coniuge e figlio.
- Se i figli sono due o più, il trattamento di reversibilità spettante al coniuge e ai figli raggiunge il 100% dell’importo totale, suddiviso proporzionalmente tra i beneficiari.
Tuttavia, il caso in cui il coniuge superstite percepisca da solo il 100% si verifica solo in presenza di almeno due figli a carico. L’INPS, infatti, riconosce il totale della pensione ai superstiti solo in questa situazione, considerando la necessità di garantire un adeguato sostegno economico alla famiglia numerosa rimasta priva del reddito del pensionato.
È importante sottolineare che la presenza di figli minorenni, studenti o inabili esclude la riduzione dell’importo della pensione di reversibilità anche se il coniuge superstite percepisce altri redditi. In assenza di questi, invece, la pensione può subire una decurtazione proporzionale al reddito personale, secondo le fasce stabilite dalla normativa vigente.

Il diritto alla pensione di reversibilità si estende anche al coniuge separato legalmente, a condizione che risulti a carico del defunto, e al coniuge divorziato, purché titolare di un assegno divorzile e non abbia contratto nuove nozze. Nel caso di concorso tra coniuge superstite e coniuge divorziato, la quota di pensione viene suddivisa dal Tribunale in base alla durata dei rispettivi matrimoni e alle condizioni economiche.
La legge prevede inoltre che il coniuge superstite perda il diritto alla pensione in caso di nuovo matrimonio, ma abbia diritto a un assegno una tantum pari a due annualità della quota spettante, comprensiva della tredicesima mensilità.
Il Fondo di solidarietà per il coniuge in stato di bisogno, istituito dal Ministero della Giustizia, offre un sostegno economico aggiuntivo al coniuge separato o divorziato che non percepisca l’assegno di mantenimento a causa di inadempienza dell’ex coniuge e che si trovi in condizioni di difficoltà economica, con un indicatore ISEE inferiore a 3.000 euro.
