Canone Rai: le ultime novità - Fb@Ufficio Stampa Rai - greenstyle
Una recente novità riguarda uno dei tributi più discussi dagli italiani: in alcuni casi è possibile ottenere un rimborso inatteso, ma solo seguendo la giusta procedura.
Il canone Rai è uno dei tributi più mal digeriti in Italia. Molte persone non ritengono giusto dover pagare una tassa solo per il fatto di possedere un televisore o un apparecchio in grado di captare e trasmettere le frequenze radiofoniche ed il segnale del digitale terrestre. Dopo anni e anni di bollettini, grazie al governo Matteo Renzi il canone oggi viene versato nella bolletta della luce, cosa che ha indignato ancora di più i cittadini, soprattutto colore che non guardano la televisione.
Eppure, nonostante le critiche e le numerose richieste di abolizione, resta obbligatorio per la maggior parte dei cittadini, ma non tutti sanno che in alcuni casi è possibile ottenere un rimborso fino a quasi 1000 euro, semplicemente dimostrando di rientrare in determinati requisiti stabiliti dalla legge.
Negli ultimi mesi, una serie di aggiornamenti normativi e amministrativi ha riaperto la possibilità per alcune categorie di cittadini di recuperare le somme versate in eccesso. Il tutto senza ricorrere ad avvocati o lunghe trafile burocratiche, ma seguendo una procedura chiara e accessibile. È una notizia che interessa in particolare gli over 75, una fascia di popolazione che, spesso, ha continuato a pagare il canone pur avendo diritto all’esenzione totale.
Chi ha diritto al rimborso
Molti anziani non sono stati informati della possibilità di non versare più il canone Rai, e in alcuni casi hanno continuato a pagarlo per anni. Proprio per questo motivo l’Agenzia delle Entrate ha previsto la possibilità di richiedere un rimborso retroattivo fino a dieci anni, che può arrivare a circa 900 euro. Per accedere al rimborso del canone Rai bisogna rispettare due condizioni fondamentali: avere più di 75 anni al momento della richiesta e possedere un reddito annuo complessivo inferiore a 8.000 euro (considerando sia il richiedente che il coniuge).

Se si rientra in questi parametri, non solo si ha diritto al rimborso delle somme pagate negli ultimi anni, ma anche all’esenzione per i pagamenti futuri. È importante sottolineare che l’esenzione e il rimborso valgono solo per l’abitazione principale, cioè quella di residenza: eventuali seconde case non rientrano nel beneficio.
La procedura per ottenere il rimborso è più semplice di quanto si pensi. Il primo passo è scaricare il modulo di richiesta disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate o recarsi direttamente presso uno sportello fisico.
Nel modulo vanno inseriti:
- i dati anagrafici del richiedente;
- il codice fiscale;
- la dichiarazione del reddito annuo;
- la documentazione che prova l’età e la residenza;
- l’indicazione del numero di contratto o della bolletta elettrica in cui è stato addebitato il canone.
Il modulo compilato può essere inviato via raccomandata, PEC o consegnato di persona agli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Dopo la verifica dei dati, l’importo spettante viene accreditato direttamente sul conto corrente o tramite bonifico domiciliato. Molti cittadini, inconsapevoli del loro diritto, non hanno mai chiesto il rimborso e rischiano di perdere fino a dieci anni di arretrati. In un periodo in cui il canone è già stato ridotto da 90 a 70 euro l’anno, ottenere quasi 1000 euro indietro può rappresentare un aiuto concreto, specialmente per chi vive con una pensione modesta.
Il consiglio è quindi di verificare subito la propria situazione e, se si rientra nei requisiti, presentare la domanda senza esitazioni. Non serve alcuna intermediazione: basta un po’ di pazienza e la corretta documentazione per ottenere un rimborso del tutto legittimo.
