Greenstyle Ambiente Animali Cane anticancro salva la sua addestratrice

Cane anticancro salva la sua addestratrice

Grazie al fiuto del cane Daisy, la dottoressa Claire Guest ha ampliato la ricerca sul fiuto delle cellule cancerogene, salvandosi lei stessa dal cancro.

Cane anticancro salva la sua addestratrice

Si chiama Daisy e ha stanato più di 500 casi di cancro solo grazie al suo impareggiabile fiuto, una dote innata tipica di un cane ma anche frutto di un grande e lungo addestramento. A mettere in luce le sue capacità è stata la dottoressa Claire Guest, specializzata in psicologia del comportamento animale. Il suo studio e le sue ricerche l’avevano condotta a individuare questa incredibile capacità canina, tanto da voler proporre un team di esperti composto solo da cani. Un sogno, un’idea che aveva incontrato diversi ostacoli.

Nonostante gli studi iniziali avevano condotto la ricerca verso esiti positivi, la relativa pubblicazione dei dati non aveva trovato sostenitori tra medici e specialisti. Da allora la tecnica si era affinata ulteriormente garantendo percentuali di esattezza molto elevate. I cani di fronte a urina, alito e odore della pelle, erano stati in grado di individuare molti casi di tumore. In particolare quelli più problematici al pancreas e alla prostata. Ma la sua proposta di creare una squadra a tema era stata rifiutata: secondo i medici era impossibile condividere un ambulatorio medico con un cane. L’idea della donna, tuttavia, non era quella di imporre un esemplare canino all’interno di strutture mediche, piuttosto una squadra itinerante in grado di stabilire un risultato analizzando – o meglio fiutando – urine o il respiro.

Solo nel 2009 il destino ha deciso di dare una svolta al corso degli eventi. In procinto di avventurarsi per una scampagnata, la dottoressa Guest aveva portato con sé il cane di un suo amico, quindi i suoi quadrupedi Tangle, un Cocker Spaniel Inglese e il Labrador Daisy. Mentre i primi due si erano lanciati in una corsa nei prati, Daisy si era soffermata all’interno del baule della macchina rifiutando di scendere. Dall’animo pacifico, il cane si era trasformato in un essere agitato, pronto a spingere la donna e urtarla con il muso nella zona del petto. Colpi precisi e netti tanto da procurarle lividi. Così la donna, tornata a casa e osservando la zona, aveva ravvisato la presenza di un grumo sospetto. Una mammografia dal medico curante aveva evidenziato una cisti innocua, ma nel tessuto mammario la presenza di un cancro molto profondo. Grazie all’insistenza di Daisy prontamente rimosso, attraverso una mastectomia parziale e curato con sei mesi di radioterapia.

Attraverso l’esempio di Daisy la donna ha rapidamente ritrovato fiducia nei propri studi, riportando l’esito di 6.000 pazienti annusati dai cani con 551 casi accertati di cancro. Un’accuratezza diagnostica pari al 93%. Ora 12 cani che vivono in famiglia lavorano presso la struttura della dottoressa Guest, il Medical Detection Dogs, dove dal lunedì al venerdì analizzano urine e alito dei vari pazienti isolando quelli con presenza di tracce cancerogene. La donna, che sta proseguendo le sue ricerche e i suoi studi, ora ha il sostegno di molti medici in tutto il mondo. La stessa tipologia di tecnica è ampiamente utilizzata in Giappone, oppure nella stessa Inghilterra per il rilevamento del diabete. L’utilizzo di questo genere di supporto, un giorno, potrebbe diventare fondamentale ed estremamente preciso.

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