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Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente

Da anni al centro di polemiche, l'olio di palma è un prodotto controverso. Ma approfondiamo i rischi per la salute e l'ambiente, ma anche i suoi benefici.

Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente

Fonte immagine: Pixabay

Che l’olio di palma sia al centro di polemiche per quanto riguarda i possibili rischi per la salute e per l’ambiente è oramai risaputo. Tanto che, intorno a tale prodotto, importante per millenni e più che popolare nell’ultimo decennio, si sono sviluppati nel tempo falsi miti e fake news. Ciò che è certo è che è ampiamente utilizzato non solo nell’industria alimentare, ma anche nell’ambito della produzione energetica.

Ma l’utilizzo dell’olio di palma è veramente pericoloso? Fa male o semplicemente esistono dei pro e dei contro da valutare?

Cos’è l’olio di palma

L’olio di palma è un grasso di origine vegetale ottenuto dai frutti della palma da olio (Elaeis guineensis). I principali paesi produttori sono l’Indonesia e la Malesia. È un prodotto estremamente versatile: è semisolido a temperatura ambiente, è resistente all’ossidazione, ciò permette che i cibi ai quali viene aggiunto durino più a lungo e può resistere alle alte temperature.

Quest’ultima caratteristica rende l’olio di palma adatto per friggere il cibo. È quindi un ingrediente entrato a pieno titolo nella nostra alimentazione. Merendine, alimenti confezionati, cracker, dolciumi, precotti e fritture: tale alimento, molto più economico rispetto all’olio d’oliva e a quello di semi, è praticamente ovunque.

Ma, pare che la sua assunzione possa essere pericolosa per la salute. Non in tutti i prodotti nei quali si trova viene esplicitamente indicato sull’etichetta. Spesso lo si trova sotto la dicitura “oli e grassi vegetali”.

A chi si stesse chiedendo se l’olio di palma è vietato in Italia, rispondiamo che ad oggi non lo è ancora, ma sia il Senato che la Camera dei Deputati hanno approvato la norma che ne prevede l’esclusione, insieme a quello di soia, perlomeno per uso energetico, a partire dal 1 gennaio 2023.

Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente
Fonte: Pixabay

Perché l’olio di palma fa male?

Il motivo per il quale viene considerato poco salutare è la sua composizione: vanta un altissimo contenuto di grassi saturi – oltre il 50% – tra cui il poco noto acido palmitico, che ne costituisce il 47%.

Malattie cardiovascolari

Un tasso così elevato di grassi può stimolare la produzione e l’accumulo del colesterolo cattivo – il colesterolo LDL – con tutti i rischi che ne conseguono per quanto riguarda il buon mantenimento dell’apparato cardiocircolatorio.

Più il colesterolo si accumula in vene e arterie, infatti, maggiori sono le chance di sviluppare patologie gravi come l’infarto e l’ictus.

Interazione con farmaci anticoagulanti

Può ancora ridurre l’efficacia dei medicinali progettati per limitare la coagulazione del sangue, come warfarin, enoxaparina e dalteparina. Sebbene l’interazione sia moderata, è meglio evitare l’olio quando i problemi di salute includono coaguli di sangue.

Anche la varietà dello stesso olio può portare a conseguenze diverse: quello di palma rossa, infatti, è meno dannoso rispetto a quello raffinato. I due si differenziano per la colorazione – il secondo è quasi trasparente – e purtroppo è proprio la versione raffinata a far capolino nell’industria alimentare dato il suo bassissimo costo.

L’alternativa, invece, controbilancia i grassi presenti con elementi benefici, quali il beta-carotene, il co-enzima Q10, lo squalene e le vitamine A-E.

Rischi per reni e fertilità maschile

L’olio di palma ossidato presenta rischi per la salute ancora maggiori. Nello specifico, la sua ossidazione avviene durante la lavorazione per uso culinario, generando tossine che influiscono negativamente su alcuni organi.

Da uno studio dell’EFSA del 2016, è emerso come alte concentrazioni di sostanze nocive – in particolare 3-monocloropropandiolo e 2-monocloropropandiolo – nell’olio di palma, fossero tossiche per i reni e per la fertilità maschile.

Olio di palma, uso alimentare

L’utilizzo di olio di palma crudo e non trasformato non è associato ai suddetti effetti quando è fresco. Nella maggior parte dei casi, è utilizzato nella produzione di margarine, creme spalmabili, grassi dolciari, gelati, emulsionanti.

Ciò in quanto si presta a sostituire il burro – con il quale ha in comune anche alcune proprietà nutrizionali – rivelandosi indicato per la preparazione dei dolci.

Perché la Nutella non toglie l’olio di palma?

Alla luce di quanto detto, l’olio di palma rimane uno degli ingredienti più diffusi nell’ambito dell’industria alimentare. Tra i prodotti più famosi nei quali si trova c’è la crema di nocciole e cioccolato più famosa che ci sia. Perché la Nutella non toglie l’olio di palma?

Come è facile immaginare, essendo l’olio semisolido a temperatura ambiente, è il responsabile della cremosità di tale dolce. Viene adoperato dall’azienda per conferire morbidezza e una lunga conservazione alla crema spalmabile, come ad altri suoi prodotti.

Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente
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Olio di palma, rischi per la salute

Quali sono gli effetti collaterali dell’olio di palma? Come già accennato, l’assunzione di grassi saturi in grande quantità minaccia innanzitutto il sistema cardiocircolatorio: si tratta di sostanze che facilitano la formazione del colesterolo e l’occlusione delle arterie.

Un’alimentazione ricca di grassi saturi favorisce anche l’obesità: non solo perché questi vengono accumulati sotto forma di adipe, ma anche perché la circolazione nel sangue altera i normali meccanismi della fame, innalzando il livello di sazietà.

Non è la semplice assunzione a far male in sé – questi grassi sono utili, ad esempio, alla crescita della muscolatura – quanto l’abuso. Perché, allora, proprio l’olio di palma è sotto accusa? Se si assume olio di palma di tanto in tanto, è naturale che i rischi a cui si espone l’organismo siano davvero contenuti.

Pur essendo ricco dei grassi pericolosi, le piccole dosi non sono di certo nocive. Il problema, tanto da far scattare l’allarme, è l’estrema diffusione del prodotto. Essendo poco costoso e soprattutto facilmente malleabile, sono pochi i cibi confezionati che ne sono esenti. Ed evitarlo nella propria dieta è davvero impegnativo.

Olio di palma, rischi per l’ambiente

Non solo l’olio di palma è accusato di provocare rischi per la salute, ma anche per i danni all’ambiente che la sua produzione procura. La grandissima richiesta del mercato, infatti, sta depauperando i territori con le monoculture e la deforestazione.

Un grande impatto per gli ecosistemi locali e la capacità di autogenerazione delle risorse del Pianeta.

Già da tempo le associazioni internazionali per la difesa dell’ambiente hanno messo in guardia i consumatori sui pericoli ecologici dall’impiego diffuso dell’olio di palma, con il WWF in prima linea nel tentare di sensibilizzare i consumatori verso scelte più etiche.

Deforestazione

La produzione dell’olio di palma è largamente connessa con il rischio di deforestazione, soprattutto nelle aree tropicali del Pianeta. Le foreste, infatti, vengono rase al suolo per essere sostituire in monoculture, depauperando così le risorse della terra e riducendo la produzione di ossigeno, essenziale per combattere le emissioni di CO2.

Il WWF, in particolare, sottolinea come l’olio di palma stia portando a veri e propri disastri ambientali in Indonesia e Malesia.

Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente
Fonte: Unplash

Animali e biodiversità

La distruzione degli habitat naturali delle specie animali esotiche è connessa con la deforestazione. Per recuperare terreno utile alla piantagione, le specie selvagge stesse vengono cacciate e uccise dalle popolazioni locali: tigri, scimmie, elefanti.

Ma anche oranghi, che sono a rischio estinzione: la loro popolazione è diminuita di oltre il 90% in un secolo sull’isola di Sumatra, sede della maggiore piantagione dell’olio di palma.

Gli animali – quando non uccisi – sono costretti a sopravvivere in piccole aree non più idonee alle loro esigenze. L’intera biodiversità ne risente in quanto la catena alimentare viene alterata. Inoltre, l’uso indiscriminato di diserbanti e antiparassitari intossicano i topi, che a loro volta trasmettono le sostanze tossiche all’intera catena.

Erosione del suolo

L’abbattimento delle foreste naturali porta a fenomeni di erosione del suolo, non più capace di contenere pioggia e acque di scolo. Per massimizzare la produzione di olio di palma gli alberi vengono piantati in file molto concentrate, anziché attorno al profilo naturale di colline e altipiani.

Questo altera il ciclo di smaltimento delle acque e aumenta il rischio che le zone in oggetto – Indonesia e Malesia in particolare, ma anche Uganda e Costa D’Avorio – siano affette da alluvioni di grande intensità.

Inquinamento atmosferico

Per velocizzare l’eliminazione delle foreste naturali, non di rado capita che le popolazioni locali incendino gli alberi per far velocemente spazio a terreni coltivabili. La pratica immette in atmosfera quantità inimmaginabili di anidride carbonica e altri prodotti da combustione – quali il monossido di carbonio – e da anni è ormai frequente il fenomeno della cosiddetta “haze”, una fitta foschia dovuta ai fumi degli incendi.

Inquinamento delle falde acquifere

Per ogni tonnellata di olio di palma prodotto, 2,5 tonnellate di fluidi di scarico vengono generati. Questi fluidi – che comprendono sostanze chimiche come diserbanti ma anche prodotti di raffinazione dell’olio – vengono direttamente gettati nei corsi d’acqua naturali, inquinando così le fonti d’approvvigionamento per piante, animali e persone.

Cambiamento climatico

La conversione di foreste in piantagioni di palma è una delle principali cause del cambiamento climatico. Le zone affette non sono più in grado di produrre ossigeno sufficiente per equilibrare le emissioni di CO2 umane, tanto che zone coltivate sono chiamate “serbatoi di anidride” proprio per gli elevati tassi di inquinanti rilevati.

Costi sociali

L’espansione della produzione di olio di palma genera conflitti sociali e vere e proprie lotte civili: le popolazioni rurali locali sono costrette con la forza ad abbandonare i loro villaggi per far spazio ai campi coltivati.

Con l’agricoltura completamente azzerata, l’unica forma di sussistenza delle classi più povere è quella di impiegare la loro manodopera a basso costo nelle piantagioni, spesso con ritmi schiavisti e nessuna forma di tutela.

Olio di palma: perché fa male a salute e ambiente
Fonte: Unplash

Benefici dell’olio di palma

Ma quali sono i benefici dell’olio di palma, se esistono? Iniziamo dai suoi valori nutrizionali. 100 g di prodotto apportano circa 900 calorie, ma contengono anche, così come riportato sul sito dell’Humanitas:

  • 99,9 g di lipidi, fra cui 47,1 g di grassi saturi (41,21 g di acido palmitico e 4,34 g di acido stearico)
  • 38,92 g di grassi monoinsaturi, fra cui 38,45 g di acido oleico
  • 12,58 g di grassi polinsaturi, fra cui 9,28 g di acido linoleico e 3,3 g di acido alfa-linoleico

Vi sono anche vitamine e minerali, in particolare la vitamina E, il ferro, tracce di sodio e potassio. E, infine, beta-carotene. Essendo una fonte di antiossidanti, può aiutare contro la carenza di vitamina A.

L’Istituto Superiore della Sanità, afferma che i rischi associati al suo consumo non sarebbero superiori a quelli derivanti dal consumo di altre fonti di grassi saturi. Ad esempio, a parità di peso, l’olio di cocco ha poco meno del 90% di grassi saturi.

La raccomandazione resta quindi la stessa: non assumere più del 10% delle calorie quotidiane sotto forma di questi lipidi. Inoltre, contiene per il 40% acidi grassi monoinsaturi e per il 10% da acidi grassi polinsaturi. Come altri oli vegetali, è anche privo di colesterolo.

I fitosteroli presenti nell’olio di palma possono aiutare a bloccare l’assorbimento intestinale del colesterolo alimentare e i suoi flavonoidi possono aiutare a combattere le malattie infiammatorie.

Olio di palma, pro e contro

A fare un’analisi obiettiva di tale prodotto, tenendo in considerazione i rischi appena descritti, vogliamo sintetizzare un breve elenco di pro e contro dell’olio di palma, iniziando da primi.

Pro

  • Alti rendimenti per gli agricoltori
  • Può essere utilizzato per molti prodotti alimentari
  • Adatto per la produzione di energia attraverso la produzione di biocarburanti
  • Fonte di reddito per l’economia locale
  • Maggiore gettito fiscale
  • Creazione di posti di lavoro
  • Olio ricco di sostanze nutritive
  • Può essere riscaldato a temperature elevate
  • Adatto a vegetariani e vegani

Contro

  • Problemi di sostenibilità
  • La produzione di olio di palma contribuisce alla deforestazione
  • Distruzione degli habitat naturali
  • Perdita di habitat per le tribù locali
  • Perdita di biodiversità
  • Pericolo di specie
  • Squilibrio ecologico
  • Cambiamento climatico
  • Scarse condizioni di lavoro
  • Uso di quantità eccessive di pesticidi ed erbicidi
  • Rischi per la salute

Ma sfatiamo un mito: l’olio di palma è cancerogeno? No, o almeno non nella misura nella quale molti vogliono far credere. Uno studio pubblicato nel 2016 dall’EFSA aveva evidenziato come a temperature superiori ai 200 °C, sviluppasse sostanze che, ad alte concentrazioni, potevano mutare il patrimonio genetico delle cellule.

Ma, il fatto che assumere tali concentrazioni tramite l’alimentazione sia improbabile unitamente alla diminuzione del contenuto delle stesse nei prodotti industriali, grazie al cambiamento dei processi produttivi operato dalle aziende, ha fatto sì che un ulteriore studio dell’EFSA datato 2018, abbia innalzato ulteriormente la soglia tollerabile delle suddette sostanze genotossiche. Scongiurando di fatto tangibili pericoli per la salute in tal senso.

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