Febbre, novità poco piacevoli in Italia (www.greenstyle.it)
Con l’aumento dei casi di febbre West Nile in Italia, cresce l’attenzione sulle modalità di riconoscimento dei sintomi e sulla popolazione.
Con l’aumento dei casi di febbre West Nile in Italia, cresce l’attenzione sulle modalità di riconoscimento dei sintomi e sulla popolazione maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Di seguito, una guida dettagliata basata sulle ultime indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e degli enti sanitari regionali.
Cos’è la febbre West Nile e come si trasmette?
La febbre West Nile è un’infezione causata dal virus West Nile (WNV), appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, identificato per la prima volta nel 1937 nell’omonimo distretto dell’Uganda. Il virus si diffonde principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare delle specie del genere Culex, che fungono da vettori trasmettendo l’agente patogeno dall’animale all’uomo.
Il virus è endemico in diverse aree geografiche tra cui Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In Italia, il virus è stato segnalato in modo crescente negli ultimi anni, con un incremento significativo dei casi soprattutto durante la stagione estiva, quando l’attività delle zanzare è più intensa.

Riconoscere i sintomi della West Nile Fever è fondamentale per un intervento tempestivo, ma spesso la malattia può essere confusa con una comune febbre virale o con l’influenza stagionale. La maggior parte delle persone infette, infatti, presenta sintomi lievi o è addirittura asintomatica.
I sintomi tipici includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza, nausea e, in alcuni casi, eruzioni cutanee. Questi disturbi di solito si manifestano entro 2-14 giorni dall’infezione e tendono a risolversi spontaneamente nel giro di una settimana.
La forma più temibile è quella neuro-invasiva, che colpisce circa il 20-30% dei pazienti sintomatici. Questa variante può causare meningite, encefalite o poliomielite-like syndrome, con sintomi quali confusione mentale, difficoltà motorie, convulsioni e paralisi. Le persone anziane, soprattutto oltre i 60 anni, e coloro con condizioni di salute preesistenti (come diabete e patologie cardiovascolari) sono maggiormente esposti al rischio di sviluppare complicanze gravi e potenzialmente letali.
Dall’inizio del 2025, l’Italia ha registrato un aumento significativo dei casi di infezione da West Nile virus, in particolare nella regione Lazio. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 23 luglio, sono stati confermati 32 casi di infezione umana, di cui 21 nella sola provincia di Latina.
Le persone a maggior rischio di complicazioni da West Nile virus sono gli anziani e gli immunodepressi, ma anche chi soffre di malattie croniche come il diabete, l’ipertensione o patologie cardiache dovrebbe adottare particolari precauzioni.
Per prevenire l’infezione, è fondamentale ridurre il contatto con le zanzare vettori attraverso alcune semplici ma efficaci misure:
- Utilizzo di repellenti specifici per la pelle;
- Installazione di zanzariere a porte e finestre;
- Evitare di stare all’aperto nelle ore di maggiore attività delle zanzare (al tramonto e all’alba);
- Eliminazione di ristagni d’acqua stagnante in giardini e aree esterne, dove le zanzare possono deporre le uova.
