Incentivi fiscali per nuovi residenti e investitori in Sicilia- Greenstyle.it
Una Regione lancia un ambizioso progetto per invertire la tendenza dello spopolamento e stimolare la crescita economica.
La nuova misura, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri, si basa su un decreto legislativo che attua un accordo siglato nel 2021 tra Stato e Regione, sfruttando l’autonomia normativa speciale della Sicilia, per favorire l’insediamento di cittadini e imprese, sia europee sia extraeuropee.
Il cuore della norma riguarda un sistema di esenzioni, detrazioni e deduzioni fiscali applicabili sui tributi locali. L’obiettivo è duplice: da un lato, spingere privati e famiglie ad acquistare casa e stabilire la loro residenza nell’isola; dall’altro, attrarre imprese e investimenti che possono contribuire a rilanciare l’economia regionale. Il presidente della Regione, Renato Schifani, in carica dal 2022 e appartenente a Forza Italia, ha espresso un forte entusiasmo, sottolineando come questa iniziativa sia un concreto sostegno alle fasce più vulnerabili e al tessuto imprenditoriale siciliano.
Particolare attenzione sarà riservata anche ai pensionati stranieri che sceglieranno di trasferirsi in Sicilia, con la prospettiva di adottare un modello ispirato al “modello Portogallo”: un sistema fiscale vantaggioso che, fino al 2024, ha attratto migliaia di nuovi residenti nel Paese lusitano offrendo aliquote agevolate sui redditi esteri e pensioni, contribuendo così alla ripresa economica post-crisi.
Il modello Portogallo e le sfide per la Sicilia
Il “modello Portogallo” ha rappresentato per anni un esempio di politica fiscale attrattiva. Introdotto nel 2009, prevedeva un’aliquota fissa del 20% per professionisti qualificati, un’imposta ridotta al 10% sulle pensioni estere e la detassazione dei redditi esteri già tassati all’origine. Tale iniziativa ha portato oltre 89.000 nuovi residenti, favorendo un rilancio del mercato immobiliare e dell’economia locale.
Tuttavia, nel 2023 il governo portoghese, guidato dal primo ministro Luís Montenegro, ha deciso di sospendere il programma a seguito di proteste crescenti per il forte aumento del costo degli alloggi. La scelta è stata motivata dal rischio di squilibri fiscali e dall’ingiustizia percepita dai cittadini locali, che si trovavano a pagare una pressione fiscale maggiore rispetto ai nuovi residenti stranieri con redditi analoghi.
La Sicilia, nel replicare questa esperienza, dovrà quindi gestire con attenzione i possibili effetti collaterali, come l’incremento della domanda immobiliare e la pressione sul mercato degli affitti, per evitare tensioni sociali e garantire un’effettiva equità fiscale.

Il decreto legislativo è ora in attesa della firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, passaggi indispensabili per la piena entrata in vigore delle agevolazioni. Sarà poi compito della Regione Siciliana definire le modalità attuative, specificando le categorie di beneficiari e l’entità delle agevolazioni.
Le prime indicazioni parlano di un intervento mirato sui tributi locali, che potrebbe includere riduzioni sulle imposte sugli immobili e agevolazioni per le nuove imprese. Sul tavolo vi è anche l’ipotesi di incentivi ad hoc per i pensionati stranieri, che potrebbero rappresentare una risorsa importante per l’economia siciliana, favorendo un indotto turistico e immobiliare di qualità.
Questa iniziativa si inserisce in un più ampio quadro di strategie regionali per la valorizzazione delle aree interne e delle città metropolitane, contrastando il fenomeno demografico dello spopolamento che interessa molti comuni siciliani, con oltre 4,7 milioni di abitanti distribuiti in 391 comuni, e un PIL pro capite stimato intorno ai 23.900 euro nel 2024.
Sostenere la reindustrializzazione: focus sulle aree di crisi industriale
Parallelamente alle agevolazioni fiscali, la Sicilia punta a rilanciare la propria economia anche attraverso la reindustrializzazione di aree in crisi, come evidenziato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo. In particolare, per Gela sono già pronti tre progetti strategici, mentre a Termini Imerese è in corso un’accelerazione per la presentazione delle iniziative legate al bando per le aree di crisi industriale, con risorse complessive di oltre 30 milioni di euro destinate a finanziare investimenti produttivi, creazione di nuovi posti di lavoro e diversificazione economica.
