Il quadro attuale del fumo in Italia(www.greenstyle.it)
Una stangata sulle sigarette si profila per milioni di fumatori, già alle prese con le conseguenze sanitarie e sociali legate al tabagismo.
La pratica del fumo, pur non essendo un reato, continua a rappresentare un serio rischio per la salute pubblica e ora si aggiunge un ulteriore aggravio economico per chi non riesce a rinunciare alle sigarette.
Gli italiani, notoriamente appassionati non solo di gastronomia ma anche coinvolti nel consumo di tabacco, rappresentano una fetta consistente della popolazione fumatrice europea. Secondo le statistiche aggiornate, sono milioni le persone che fumano in Italia, con un impatto diretto e spesso drammatico sulla salute pubblica. Il fumo è infatti uno dei principali fattori di rischio per malattie gravi, come le neoplasie polmonari, che risultano tra le più difficili da curare.
Il Governo italiano ha da tempo adottato una politica restrittiva sul fumo nei luoghi pubblici, per tutelare sia i fumatori sia, soprattutto, i non fumatori e i minori. Il divieto di fumare è esteso a parchi cittadini, scuole e altri spazi frequentati da persone vulnerabili, mentre nelle aree pubbliche i fumatori sono tenuti a utilizzare zone dedicate e chiaramente separate.
Le nuove misure economiche: un colpo al portafoglio degli italiani
La vera novità riguarda però l’aumento previsto del costo delle sigarette. Nel corso del 2025, il governo ha deciso di intensificare la pressione fiscale sul tabacco, determinando così un aumento significativo del prezzo al consumo. Questa decisione si inscrive in un contesto più ampio di politiche di prevenzione sanitaria e di contrasto al fumo, ma inevitabilmente si traduce in un aggravio economico per i consumatori abituali.
L’aumento del prezzo delle sigarette è motivato non solo dalla necessità di disincentivare il consumo, ma anche di finanziare le spese sanitarie correlate alle patologie causate dal fumo. Nonostante ciò, molti fumatori si trovano ad affrontare un impatto diretto sulle proprie finanze familiari, in un periodo in cui il costo della vita è già sotto pressione.

Il Governo italiano, guidato dall’esecutivo Meloni insediato nel 2022, ha messo in campo una serie di misure volte a rafforzare il contrasto al tabagismo. Non si tratta solo di aumenti fiscali: sono state introdotte campagne di sensibilizzazione e normative più stringenti per vietare il fumo in nuovi luoghi pubblici e privati.
L’azione governativa si inserisce in un più ampio quadro di tutela della salute pubblica, in linea con le direttive europee e le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra le iniziative più recenti, si segnalano:
- Il rafforzamento dei divieti di fumo in aree frequentate da minori, come parchi e spazi ricreativi all’aperto.
- Incentivi per programmi di disassuefazione dal tabacco, con il sostegno a centri specializzati e campagne di sensibilizzazione.
- Collaborazione con l’Unione Europea per armonizzare le normative e contrastare il contrabbando di tabacco, che danneggia sia la salute che l’economia nazionale.
Queste strategie sono volte a ridurre progressivamente il numero di fumatori, con l’obiettivo di diminuire le malattie correlate e alleggerire il peso economico sul sistema sanitario.
Impatto sociale e sanitario del tabagismo
Il tabagismo rappresenta una delle principali cause di mortalità evitabile in Italia. Le malattie correlate al fumo – come tumori polmonari, malattie cardiovascolari e broncopneumopatie croniche ostruttive – sono responsabili di decine di migliaia di decessi ogni anno. Oltre al danno diretto per la salute, si registra un impatto sociale rilevante, con costi elevati per il sistema sanitario nazionale e perdita di produttività.
Un altro aspetto cruciale è il fumo passivo, ritenuto altrettanto pericoloso, che ha spinto il legislatore a estendere sempre più le aree in cui è vietato fumare. In questo senso, le misure adottate negli ultimi anni hanno contribuito a migliorare la qualità dell’aria in molti ambienti pubblici, ma resta ancora molto da fare.
