
Il termine shrinkflation, che indica la pratica di ridurre la quantità di prodotto mantenendo invariato il prezzo, continua a far discutere in Italia. Recentemente, l’entrata in vigore della legge che ne disciplina l’applicazione ha subito un rinvio di sei mesi, spostando la data di attuazione al 1° ottobre 2025. Questa decisione è stata presa per evitare che il nostro Paese incorrere in una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. La notizia è stata riportata da Altroconsumo, che ha evidenziato come il decreto Milleproroghe abbia reso necessaria questa proroga.
Il contesto normativo
Nel dicembre del 2024, il Senato italiano aveva dato il via libera al nuovo articolo 15-bis del Codice del consumo, il quale introduce specifiche disposizioni riguardanti il riporzionamento dei prodotti preconfezionati. Questa norma prevede che, per un periodo di sei mesi dalla prima commercializzazione del nuovo formato, debba essere apposta sull’imballaggio un’etichetta o un adesivo informativo. Tale avviso deve indicare chiaramente che “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità”. L’obiettivo è garantire una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori, che spesso si trovano a fronteggiare questa pratica commerciale poco trasparente.
Le criticità della legge
Tuttavia, la situazione si complica per il Governo italiano, che ha riscontrato delle problematiche nella fase di approvazione della legge. Non sarebbe stata rispettata la cosiddetta ‘procedura Tris’, un insieme di regole che devono essere seguite quando si apportano modifiche a norme in grado di influenzare il mercato unico europeo. Inoltre, c’è una discrepanza tra la versione della legge notificata alla Commissione Europea e quella che è stata approvata in Parlamento. Questi aspetti hanno sollevato preoccupazioni e hanno portato il Governo a considerare questa proroga come una misura necessaria per evitare una procedura di infrazione.
La Commissione Europea ora ha a disposizione tempo fino all’8 aprile per esprimere il proprio parere sulla questione e richiedere eventuali modifiche alla legge. La speranza è che, con questo rinvio, l’Italia possa allinearsi alle normative europee e garantire una maggiore protezione dei diritti dei consumatori.
Le prospettive future
Il rinvio dell’applicazione della legge sulla shrinkflation offre un’opportunità per migliorare le informazioni e i controlli relativi a questa pratica commerciale. Gli esperti auspicano che, durante questi sei mesi, il Governo possa lavorare a stretto contatto con la Commissione Europea per risolvere le problematiche riscontrate e garantire che i consumatori siano adeguatamente informati. La questione della trasparenza nei prezzi e nella quantità dei prodotti è diventata sempre più centrale nel dibattito pubblico, e la legge rappresenta un passo importante verso una maggiore responsabilità da parte delle aziende.
In conclusione, mentre il rinvio dell’entrata in vigore della legge sulla shrinkflation potrebbe sembrare una semplice questione burocratica, essa ha implicazioni significative per il mercato italiano e per i diritti dei consumatori. La speranza è che questo periodo di attesa possa tradursi in un miglioramento delle normative e in una maggiore tutela per tutti.