Impatti e considerazioni sul blocco del trattamento economico- Greenstyle.it
Buone notizie per tanti lavoratori italiani, gli stipendi aumenteranno presto: cosa c’è da sapere e cosa controllare.
Una serie di interventi fiscali che il Governo si appresta a varare nella prossima Manovra Economica potrebbero cambiare, e di molto, gli stipendi degli italiani.
Le misure principali riguardano la riduzione dell’aliquota Irpef, modifiche alla tassazione sugli straordinari e sul lavoro festivo, oltre a un possibile alleggerimento fiscale per la tredicesima mensilità. Questi provvedimenti sono pensati per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, con un impatto diretto sulle buste paga.
Interventi sulla tassazione: cosa cambia per i lavoratori
Il cuore della riforma fiscale riguarda la riduzione della seconda aliquota Irpef, che passa dal 35% al 33%. Questa aliquota si applica allo scaglione di reddito tra i 28mila e i 50mila euro, con possibili estensioni fino ai 60mila euro. Questa misura, attesa da mesi, mira a sostenere principalmente il ceto medio, garantendo un risparmio fiscale significativo. Per esempio, un lavoratore con un reddito imponibile di 40mila euro potrebbe risparmiare fino a 627 euro l’anno, mentre chi guadagna 30mila euro vedrebbe un vantaggio attorno ai 101 euro.
Oltre alla riduzione Irpef, il governo sta valutando anche la detassazione degli straordinari e del lavoro festivo, con un’ipotesi di flat tax al 5%. Questa aliquota ridotta si applicherebbe a premi e straordinari fino a un tetto massimo di 3mila euro, riservata ai redditi fino a 80mila euro annui. L’obiettivo è favorire la flessibilità oraria e incentivare le imprese a gestire meglio i picchi produttivi, garantendo al contempo un incremento retributivo netto per i lavoratori.
Non meno importante è la possibile detassazione della tredicesima mensilità, un tema che sta guadagnando spazio nel dibattito politico. La tredicesima vale in Italia circa 59,3 miliardi di euro e rappresenta una fetta importante del gettito fiscale (circa 14,5 miliardi). L’idea è di alleggerirne il carico fiscale, anche se difficilmente si arriverà a una detassazione completa senza reperire nuove risorse da altre fonti, come una maggiore tassazione sui patrimoni elevati o sugli extraprofitti di alcune categorie economiche.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che le misure dovranno essere calibrate in base alle risorse disponibili. Il governo, infatti, deve contemperare l’esigenza di aumentare le spese per la Difesa e rispettare i vincoli del Patto di Stabilità europeo. L’obiettivo di mantenere il deficit sotto il 3% rimane prioritario, senza introdurre nuove tasse significative su grandi patrimoni o extraprofitti, anche se si discute di una possibile tassa sul buyback e di un maggiore contributo delle imprese della Difesa.
Le stime preliminari indicano che per il solo taglio Irpef al ceto medio sarebbero necessari tra 2,5 e 4 miliardi di euro. Per compensare l’aumento dell’età pensionabile di tre mesi, invece, servirebbero quasi 3 miliardi. Su questo piano si dovrà giocare la partita della sostenibilità finanziaria delle nuove misure.
Gli effetti concreti nella busta paga si traducono in un risparmio annuale che può raggiungere i 627 euro per i redditi intorno ai 40mila euro, con vantaggi anche per fasce di reddito più alte, fino a 440 euro per chi supera i 60mila euro annui. Per i lavoratori autonomi e i pensionati, che non hanno beneficiato dell’ultimo taglio del cuneo fiscale, le nuove aliquote rappresentano una significativa riduzione della pressione fiscale.
