
La storia della patente di guida in Italia (www.greenstyle.it)
La mobilità è un tema in continua evoluzione, e le normative che la regolano devono adattarsi alle nuove esigenze sociali e economiche.
In questo contesto, l’Unione Europea ha deciso di apportare significative modifiche alle norme sulle patenti di guida, avvicinandosi al cosiddetto “modello americano”. Questo cambiamento, che si prospetta come una vera e propria rivoluzione nel settore della mobilità, potrebbe modificare radicalmente l’approccio all’ottenimento della patente in Europa.
La patente di guida ha una lunga storia in Italia, risalente al 28 luglio 1901, quando venne introdotta con il Regio Decreto n°416. Questo decreto stabiliva regole fondamentali per la circolazione delle vetture sulle strade, con ben 51 articoli che nel corso degli anni hanno subito numerose modifiche e aggiornamenti. L’evoluzione delle normative ha sempre cercato di tenere conto dei progressi tecnologici e delle mutate condizioni sociali. Ad esempio, fino al 1975, l’età minima per ottenere la patente era fissata a 21 anni, ma successivamente questa soglia è stata abbassata a 18 anni, allineandosi così alle normative di molti altri paesi europei.
Attualmente, però, l’Unione Europea sta considerando di abbassare ulteriormente l’età minima per il conseguimento della patente, portandola a 17 anni. Questa proposta ha già ricevuto un primo via libera dal Parlamento europeo, con una bozza di riforma approvata con 339 voti favorevoli, 240 contrari e 37 astenuti. Il nuovo modello, che si ispira a quello statunitense, prevede infatti che i giovani possano iniziare a guidare prima, con la possibilità di sostenere l’esame di guida già al compimento del 17° anno di età.
Il modello americano e le sue implicazioni
Il “modello americano” è caratterizzato da una maggiore flessibilità per i neopatentati. Negli Stati Uniti, ad esempio, è possibile ottenere un permesso di guida temporaneo a partire dai 16 anni, consentendo ai giovani di acquisire esperienza alla guida sotto la supervisione di un adulto. In Europa, la riforma proposta prevede che, per ottenere la patente di guida per automobili, i candidati abbiano almeno 17 anni. Per quanto riguarda i camion, la situazione è leggermente diversa: i giovani di 17 anni potranno conseguire la patente, ma solo se accompagnati da un conducente esperto. Questa misura è pensata per garantire la sicurezza stradale, che rappresenta una priorità assoluta nella programmazione dei trasporti europei.
Un altro aspetto rilevante della proposta di riforma riguarda le patenti digitali. Questo innovativo approccio prevede che i cittadini possano avere la propria patente di guida direttamente sullo smartphone, attraverso applicazioni come Apple Wallet o Google Wallet. L’introduzione di un QR Code come riferimento per la patente digitale rappresenta un passo verso la modernizzazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici, rendendo più semplice e veloce l’accesso alle informazioni necessarie per gli utenti.

Questa riforma non è solo una questione di età e tecnologia, ma si inserisce in un contesto più ampio di rinnovamento delle politiche di mobilità in Europa. Con l’aumento della consapevolezza riguardo le questioni ambientali e la necessità di ridurre le emissioni di carbonio, l’UE sta cercando di incentivare l’uso di veicoli più sostenibili e di promuovere una cultura della mobilità più responsabile tra i giovani. La possibilità di ottenere la patente a un’età più giovane potrebbe incentivare i ragazzi a utilizzare mezzi di trasporto privati in modo più consapevole e sicuro.
In questo contesto di cambiamento, l’Unione Europea si propone di mantenere l’attuale sistema di rinnovo delle patenti, senza introdurre nuove restrizioni. Sebbene ci siano state discussioni su possibili limiti di età per il rinnovo delle patenti, l’orientamento attuale è quello di garantire che i conducenti più anziani possano continuare a guidare, a patto che dimostrino di essere in possesso delle capacità necessarie per farlo in sicurezza.