
Con questa riforma potresti avere fino a 500 euro in più al mese (greenstyle.it)
Con il decreto n. 216/2023, gli scaglioni IRPEF sono passati da 4 a 3, riducendo l’aliquota al 23%. Ecco cosa cambia.
Il tema delle pensioni è sempre di grande attualità e suscita l’attenzione di milioni di italiani, soprattutto in un contesto economico in continua evoluzione. Nel 2025, si preannunciano significativi cambiamenti per i pensionati italiani grazie a una nuova riforma fiscale che potrebbe comportare aumenti nelle pensioni, specialmente per quelle che superano determinati importi.
Secondo le ultime indiscrezioni, il governo Meloni sta preparando una serie di misure che potrebbero portare benefici economici ai pensionati, in particolare a coloro che rientrano nel secondo scaglione IRPEF.
Modifiche agli scaglioni IRPEF
Una delle recenti innovazioni è rappresentata dal decreto legislativo n. 216/2023, in vigore dal 31 dicembre 2023, che ha drasticamente ridotto il numero degli scaglioni IRPEF, passando da quattro a tre. Questa modifica è rilevante perché incide direttamente sulle trattenute fiscali applicate dall’INPS sui cedolini pensionistici. Attualmente, gli scaglioni sono i seguenti:
- Fino a 28.000 euro: aliquota del 23%
- Tra 28.000 e 50.000 euro: aliquota del 35%
- Oltre 50.000 euro: aliquota del 43%
Questa rimodulazione ha avuto un impatto significativo sulle pensioni, poiché il secondo scaglione, che in precedenza comprendeva redditi da 15.000 a 28.000 euro, è stato inglobato nel primo, con una riduzione dell’aliquota dal 25% al 23%. Questo ha comportato una diminuzione delle trattenute, garantendo così un vantaggio economico di circa 260 euro a chi percepisce una pensione di 28.000 euro, ma anche a chi ha un reddito pensionistico di 50.000 euro e oltre.

Tuttavia, il governo ha introdotto una sorta di franchigia per limitare i vantaggi fiscali per i pensionati con redditi più elevati, imponendo che le detrazioni fiscali siano applicabili solo sulla parte che supera i 260 euro, escludendo alcune spese come quelle sanitarie e i bonus per la casa. Questa misura ha suscitato un certo malcontento, poiché penalizza in parte i pensionati più abbienti.
Con l’attenzione ora rivolta al secondo scaglione, il governo sta considerando di ridurre ulteriormente l’aliquota del 35% a un 33%, il che porterebbe a un incremento potenziale di 440 euro per i pensionati che rientrano in questa fascia di reddito. La riforma è attesa per l’estate e rappresenterebbe un importante passo avanti nel riordino del sistema fiscale italiano.
Possibili estensioni e impatti futuri
Inoltre, si sta discutendo della possibilità di estendere il tetto massimo dello scaglione da 50.000 a 60.000 euro, un’ipotesi emersa durante la manovra finanziaria del 2025. Tuttavia, le risorse disponibili si sono rivelate insufficienti, causando lo slittamento di questa proposta. È importante notare che, sebbene queste modifiche possano portare vantaggi ai pensionati con redditi più elevati, non ci saranno benefici per coloro che rientrano nel primo scaglione, ossia quelli con pensioni fino a 28.000 euro.
Questa situazione evidenzia come le politiche fiscali e previdenziali siano cruciali per il benessere dei cittadini e per la sostenibilità del sistema pensionistico italiano. Con la continua evoluzione della normativa e delle condizioni economiche, è fondamentale per i pensionati tenersi informati e prepararsi ai cambiamenti che potrebbero impattare direttamente sul loro potere d’acquisto e sulla qualità della loro vita quotidiana. Le modifiche in arrivo potrebbero quindi rappresentare un’opportunità per migliorare le condizioni economiche di una parte significativa della popolazione pensionata, con effetti potenzialmente positivi sul mercato e sulla società nel suo complesso.