Possibilità o divieto di guidare con ciabatte e infradito - greenstyle.it
Guida in infradito o a piedi nudi: è possibile oppure è vietato? Ecco cosa prevede realmente il Codice della strada.
Con l’arrivo della stagione estiva, è sempre più diffusa tra gli automobilisti la pratica di mettersi al volante indossando ciabatte, infradito o addirittura guidando a piedi scalzi. Questa abitudine, spesso dettata dalla comodità, soprattutto tra chi si reca verso località balneari, solleva però interrogativi sulla sua legittimità in base al Codice della Strada e sulle implicazioni pratiche in termini di sicurezza e responsabilità.
La guida con ciabatte, infradito o scalzi: cosa prevede il Codice della Strada
Attualmente, non esiste un divieto esplicito nel Codice della Strada che impedisca di guidare con calzature aperte o a piedi nudi. L’unico riferimento normativo pertinente è l’articolo 141, comma 2, che impone al conducente il dovere di “conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile”. Analogamente, l’articolo 169, comma 1, sottolinea che il conducente deve avere “la più ampia libertà di movimento per effettuare le manovre necessarie per la guida”.
In sostanza, la legge lascia al buon senso del conducente la scelta della calzatura, purché essa consenta un controllo sicuro del veicolo. Questo significa che guidare con ciabatte o infradito non è di per sé vietato, ma l’automobilista deve sempre essere in grado di effettuare tutte le manovre con sicurezza, specialmente in caso di frenate improvvise o situazioni di emergenza.

Se da un lato le forze dell’ordine non possono sanzionare automaticamente chi guida con calzature aperte o scalzo, la situazione può complicarsi in caso di controlli legati a una guida pericolosa o a un incidente stradale. Nel verbale redatto dagli agenti, infatti, potrebbe essere evidenziato che la calzatura (o la sua assenza) ha ostacolato il corretto controllo dei pedali, con conseguente multa di 42 euro per violazione dell’articolo 141 del CdS.
Ancor più delicata è la questione assicurativa. In caso di sinistro, se viene dimostrato che la causa è riconducibile all’uso di una calzatura inadatta (come infradito, ciabatte, scarpe con tacchi alti o la guida scalza), la compagnia assicurativa può risarcire la vittima, ma rivalersi sul conducente responsabile, chiedendo di rimborsare in tutto o in parte l’indennizzo pagato. Questo perché la mancanza di scarpe adeguate può compromettere la tempestività e l’efficacia della frenata, aumentando il rischio di incidenti.
Per questo motivo, il consiglio più diffuso è quello di utilizzare sempre scarpe comode e aderenti al piede, capaci di garantire il pieno controllo della pressione sui pedali, in particolare sul freno.
Guida scalzi: è legale ma non priva di rischi
La guida senza scarpe non è formalmente vietata, ma si applicano le stesse regole: il conducente deve mantenere il controllo totale del veicolo e poter effettuare tutte le manovre necessarie in sicurezza. La mancanza di una calzatura adeguata può aumentare il rischio di scivolamenti o difficoltà nel dosare la pressione sui pedali.
Anche in questo caso, in presenza di un incidente, la compagnia assicurativa potrebbe contestare la responsabilità del conducente, con possibili conseguenze economiche rilevanti.
Nonostante l’assenza di un divieto specifico, guidare con infradito, ciabatte o scalzi comporta rischi concreti: il piede potrebbe scivolare, rimanere incastrato sotto un pedale o non esercitare la pressione necessaria in tempi rapidi, soprattutto in situazioni di emergenza. Tutto ciò può compromettere la sicurezza non solo del conducente, ma anche degli altri utenti della strada.
