Nuova tassa sulle auto inquinanti: cos’è e chi deve pagarla
Arriva in Francia una nuova tassa sui veicoli inquinanti, con un obolo tra 50 e 60.000 euro per tutte le vetture che superano emissioni pari a 117 grammi di anidride carbonica al chilometro percorso. L'iniziativa al momento non è estesa in tutto il Vecchio Continente, ma l'Unione Europea sta pensando a nuove misure per ridurre proprio le emissioni, a partire dal nuovo standard Euro 7 in vigore dal 2025.
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Una nuova tassa sulle auto inquinanti è entrata in vigore in Francia, allo scopo di incentivare l’acquisto di vetture a basse emissioni e velocizzare la transizione ecologica. E, sebbene l’Unione Europea non abbia ancora espresso un parere in merito, in un futuro non troppo lontano simili misure potrebbero essere adottate in molti altri Paesi del Vecchio Continente. Ma cosa prevede questa nuova tassazione e, soprattutto, chi deve pagarla?
La necessità di ridurre le emissioni dovute al traffico stradale, con il progressivo abbandono delle vetture endotermiche in vista dell’appuntamento con il 2035, ha spinto il governo francese a inaugurare nuove imposte. La logica alla base è molto semplice: più l’auto che si sceglie di acquistare inquina, maggiore è l’obolo che si dovrà pagare. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Nuova tassa sulle auto inquinanti: cos’è e come funziona
Già ribattezzata in patria come “malus ecologique”, una nuova tassazione sulle auto inquinanti è entrata in vigore in Francia all’inizio del 2024. La nuova misura prevede il pagamento di un obolo una tantum, ovvero all’immatricolazione del veicolo, per l’acquisto di vetture considerate inquinanti. L’iniziativa – accolta con pareri contrastanti dai cittadini francesi, dal plauso degli ambientalisti fino alle proteste degli appassionati di motori endotermici – nasce allo scopo di disincentivare l’acquisto di quattro ruote dalle elevate emissioni.
Come funziona la tassa francese
Il “malus ecologique” riguarda le vetture con motorizzazione diesel e benzina, mentre non è dovuto per le automobili al 100% elettriche. Come già spiegato, la tassa viene corrisposta una sola volta al momento dell’acquisto di un nuovo mezzo ed è correlata ai livelli di emissioni di CO2 dello stesso veicolo.
Nel dettaglio, la nuova imposta riguarda:
- tutti i veicoli che emettono più di 117 grammi di anidride carbonica al chilometro, una soglia abbassare rispetto ai 123 grammi al chilometro previsti dai precedenti interventi di legge;
- un calcolo delle emissioni secondo lo standard WLTP (Worldwide Harmonised Light-Duty Vehicles Test).
Come già accennato, la tassa è prevista al momento dell’immatricolazione della nuova auto e può variare da 50 a ben 60.000 euro, a seconda del livello di emissioni del veicolo. Rispetto alle precedenti normative, la soglia più alta dell’obolo è stata innalzata di altri 10.000 euro.
Non solo emissioni, tasse anche sul peso
La nuova tassazione francese non riguarda unicamente le emissioni dei veicoli, ma anche il loro peso. I veicoli pesanti – al di sopra dei 1.800 chilogrammi – vedono infatti una maggiorazione dell’imposta. In linea generale, per i chili in eccedenza ai 1799 chili:
- tra i 1.800 e i 1.899 chili, si pagherà 15 euro in più al chilo;
- tra i 1.900 e i 1.999 chili, si pagherà 20 euro in più al chilo;
- tra i 2.000 e i 2.099 chili, si pagherà 25 euro in più al chilo;
- se si superano i 2.100 chili, si pagherà 30 euro in più al chilo.
La maggiorazione dell’imposta dovrebbe, almeno in teoria, riguardare il 10% delle vetture che vengono immatricolate in Francia ogni anno, a partire dal 2024.
Cosa accade in Europa sulle auto inquinante
Al momento, l’iniziativa francese non è stata estesa a livello europeo, dove i singoli Stati Membri sono liberi di imporre eventuali tassazioni aggiuntive sulle auto più inquinanti. Tuttavia, è utile sottolineare che nell’Unione Europea da tempo si indaga su come ridurre l’impatto ambientale della motorizzazione civile, in termini di emissioni di gas climalteranti.
Ad esempio, lo scorso anno l’UE ha deciso che dal 2035 non si potranno immatricolare nuove vetture endotermiche a benzina o diesel, mentre rimarranno ovviamente in circolazione i veicoli acquistati prima di quella data. Nel frattempo, si procede con l’aggiornamento delle classi di emissione, con standard sempre più elevati.
La classe di emissione Euro 7
A partire dal 1992, il Vecchio Continente stabilisce gli Standard Europei sulle Emissioni Inquinanti, più comunemente conosciuti con la sigla Euro. Questi standard definiscono le emissioni massime di gas inquinanti in grammi al chilometro per le comuni vetture – e in grammi al kWh per i veicoli commerciali pesanti – suddividendoli in diverse generazioni, diesel e benzina. Le stesse generazioni – da Euro 1 a Euro 6 – che vengono poi impiegate a livello nazionale e locale per definire eventuali blocchi alla circolazione.
A settembre del 2023, il Consiglio Europeo ha approvato il nuovo regolamento Euro 7, che verrà applicato a tutte le nuove auto immatricolate a partire dal primo luglio 2025. L’obiettivo di questa nuova definizione è di tagliare di almeno il 25% le emissioni di gas climalteranti rispetto alle generazioni Euro precedenti. Entro il 2035, invece, l’Unione Europea si è posta come traguardo le emissioni climalteranti zero – almeno durante l’utilizzo, nel caso delle elettriche – per tutte le nuove immatricolazioni.
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