
In Italia, le coperture vaccinali raccomandate per i bambini nei primi anni di vita mostrano un leggero calo, ad eccezione delle vaccinazioni contro il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Questo è quanto emerso dall’ultima analisi del Ministero della Salute, intitolata ‘Le coperture vaccinali dell’età pediatrica e dell’adolescente’, che si basa su dati relativi al 2023. La notizia è stata anticipata dal quotidiano Repubblica e successivamente pubblicata sul sito ufficiale del Ministero. L’andamento delle coperture vaccinali è simile a quello registrato nel 2022, ma evidenzia significative differenze tra le varie Regioni, con una diminuzione più marcata nel Sud del Paese.
Coperture vaccinali e obiettivi di salute pubblica
Per quanto riguarda le vaccinazioni contro la poliomielite e il morbillo, i dati mostrano che nella coorte dei bambini nati nel 2021, le coperture si attestano rispettivamente al 94,76% e al 94,64%. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un tasso di copertura del 95% per garantire non solo la protezione dei singoli individui vaccinati, ma anche la cosiddetta immunità di gregge. Nel rapporto si evidenzia che per le coorti del 2020 e del 2019 si è registrato un recupero delle coperture per poliomielite e morbillo, con valori che superano il 95%. Tuttavia, permane una situazione preoccupante per le coperture vaccinali nei bambini di 5-6 e 8 anni, così come tra gli adolescenti di 16 e 18 anni, dove i tassi sono ancora sotto la soglia raccomandata.
Disparità regionali nelle coperture vaccinali
Particolarmente allarmante è la situazione delle coperture vaccinali a 24 mesi, che risultano molto basse in alcune Regioni. In Puglia, ad esempio, le percentuali sono critiche: 90,36% per la poliomielite, 90,36% per difterite, tetano e pertosse, e 90% per morbillo e rosolia, con la varicella che si attesta al 89%. La Sicilia non è da meno, con valori che si aggirano intorno all’89,44% per poliomielite, difterite, tetano e pertosse, mentre morbillo e rosolia si attestano rispettivamente al 90,79% e 90,78%. Anche la Sardegna presenta tassi preoccupanti, con coperture per la poliomielite al 91,82% e per le altre malattie infettive simili, dimostrando la necessità di interventi mirati per migliorare la situazione.