Cos’è lo scoperto assicurativo e qual è la sua funzione(www.greenstyle.it)
Nel panorama delle assicurazioni, uno degli aspetti più importanti ma spesso poco chiari agli assicurati è lo scoperto assicurativo.
Questa clausola contrattuale gioca un ruolo decisivo nella determinazione delle spese che il cliente deve sostenere in caso di sinistro, influenzando il costo finale della polizza e la gestione del rischio. In questo articolo approfondiamo cos’è lo scoperto assicurativo, come si calcola e in cosa si differenzia dalla franchigia, fornendo esempi pratici e aggiornamenti normativi recenti.
Lo scoperto assicurativo è definito come la percentuale del danno che resta a carico dell’assicurato e non viene coperta dalla compagnia assicurativa. A differenza della franchigia, che è un importo fisso stabilito nel contratto, lo scoperto varia in proporzione all’entità del danno subito. Ad esempio, in caso di uno scoperto del 10% su un danno di 2.000 euro, l’assicurato pagherà 200 euro e l’assicurazione coprirà i restanti 1.800 euro.
Questa clausola ha una duplice funzione: da un lato, responsabilizza l’assicurato, scoraggiando richieste di risarcimento per danni marginali o evitabili; dall’altro, aiuta le compagnie assicurative a mantenere sostenibili i costi legati ai premi e ai risarcimenti. In un contesto in cui eventi climatici estremi e frequenza dei sinistri sono in aumento, lo scoperto rappresenta uno strumento fondamentale per riequilibrare il sistema assicurativo.
Nel 2024, ad esempio, solo il 25% dei danni da catastrofi naturali in Europa risultava coperto da assicurazioni, evidenziando un significativo protection gap. In Italia, la legge 213/2023 ha introdotto un tetto massimo allo scoperto del 15% per le polizze catastrofali, con l’obiettivo di tutelare maggiormente gli assicurati.
Come si calcola lo scoperto e le sue implicazioni
Il calcolo dello scoperto assicurativo si basa su una formula semplice ma determinante:
Scoperto = Ammontare del danno × Percentuale di scoperto
Ad esempio, se la polizza prevede uno scoperto del 20% e il danno ammonta a 1.000 euro, l’assicurato dovrà pagare 200 euro, mentre la compagnia coprirà i restanti 800 euro. Per evitare che l’importo dello scoperto risulti troppo basso o troppo elevato, le compagnie spesso prevedono un valore minimo e massimo nel contratto.
Un caso pratico: con uno scoperto del 10% e un minimo di 500 euro, se il danno è di 2.000 euro, l’assicurato pagherà comunque almeno 500 euro, anche se il 10% sarebbe solo 200 euro. Invece, per un danno di 10.000 euro, si applicherà il 10%, ovvero 1.000 euro.
Questa modalità dinamica rende lo scoperto un elemento variabile, calcolabile solo dopo la quantificazione del danno, a differenza della franchigia, che è un importo fisso noto sin dall’inizio.

La distinzione tra scoperto e franchigia è cruciale per valutare correttamente una polizza assicurativa. La franchigia corrisponde a una cifra fissa che l’assicurato deve pagare prima che la compagnia intervenga a coprire il resto del danno. Ad esempio, con una franchigia di 300 euro e un danno di 1.000 euro, l’assicurazione risarcirà 700 euro. Se il danno è inferiore alla franchigia, l’assicurato non riceverà alcun risarcimento.
Lo scoperto, invece, è una percentuale del danno totale e può prevedere soglie minime o massime. Se una polizza prevede sia franchigia che scoperto, l’assicurato dovrà pagare l’importo più elevato tra i due. Per esempio, con una franchigia di 500 euro e uno scoperto del 10%, per un danno di 1.000 euro sarà applicata la franchigia (500 euro), mentre per un danno di 10.000 euro sarà applicato lo scoperto (1.000 euro).
Scegliere una polizza con o senza scoperto/franchigia comporta differenze significative nei costi e nei rischi. Le polizze senza queste clausole tendono ad avere premi più elevati, mentre quelle con scoperto o franchigia offrono un premio più basso ma con potenziali spese maggiori in caso di sinistro.
