
sindrome di Balzac (www.greenstyle.it)
Il doppio mento, comunemente conosciuto come pappagorgia, rappresenta un inestetismo che colpisce molte persone, creando un notevole disagio.
Non si tratta solo di un problema legato al peso, poiché può derivare anche da fattori genetici e dall’invecchiamento cutaneo. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento delle richieste di interventi chirurgici per eliminare questo inestetismo, portando esperti e chirurghi a definire questo fenomeno come la sindrome di Balzac. Il termine si ispira al celebre scrittore francese Honoré de Balzac, noto per il suo aspetto fisico, caratterizzato da un marcato doppio mento.
La percezione del doppio mento è cambiata nel tempo e varia tra diverse culture. Per molte persone, in particolare per le donne, questo inestetismo è visto come un ostacolo alla bellezza ideale, associata a linee del viso più definite e a un collo snodato. Secondo un’indagine condotta negli Stati Uniti, circa il 50% delle persone tra i 18 e i 57 anni esprime preoccupazione riguardo al proprio doppio mento, una condizione che può influenzare negativamente la loro autostima e la qualità della vita.
La percezione del doppio mento nella società
In particolare, le donne tendono a sentirsi più insicure, evitando di farsi ritrarre in foto o video per timore del giudizio altrui. Questi dati sono stati confermati anche da ricerche presentate all’American Academy of Dermatology Annual Meeting, dove è emerso che il 45% degli intervistati si sente osservato negativamente a causa del proprio doppio mento. Questo fenomeno ha portato a un incremento significativo degli interventi di chirurgia estetica, superando altre procedure come la mastoplastica o i filler.
Le cause del doppio mento possono essere molteplici. Ecco un elenco delle principali:
- Accumulo di tessuto adiposo: Spesso dovuto a un aumento di peso.
- Predisposizione genetica: Alcune persone sono più inclini a sviluppare un doppio mento.
- Invecchiamento: La perdita di elasticità della pelle contribuisce all’insorgenza di questo inestetismo.
Il chirurgo estetico Renato Zaccheddu, attivo tra Milano e Londra, sottolinea l’importanza di distinguere tra i vari casi. Per alcune persone, una semplice perdita di peso può essere sufficiente per ridurre il doppio mento, mentre per altre è necessario un intervento chirurgico.
Quando il problema non può essere risolto attraverso metodi non invasivi, la chirurgia estetica offre diverse soluzioni. Le opzioni più comuni includono:
- Liposuzione: Procedura minimamente invasiva che prevede l’aspirazione del grasso in eccesso attraverso piccole incisioni, solitamente posizionate sotto il mento o dietro le orecchie.
- Lift del collo: Soluzione più complessa per l’eccesso di pelle e rilassamento muscolare, comporta la rimozione dell’eccesso di pelle e il rassodamento dei tessuti sottostanti.
- Trattamenti non chirurgici: Opzioni come filler o criolipolisi possono aiutare a ridurre l’aspetto del doppio mento senza intervento chirurgico.

Dopo un intervento di chirurgia estetica per il doppio mento, è normale che i pazienti sperimentino lividi o gonfiore. La maggior parte delle persone può riprendere le normali attività sociali dopo circa due settimane. E’ fondamentale seguire le istruzioni post-operatorie fornite dal chirurgo per garantire una corretta guarigione e risultati ottimali. Il costo degli interventi può variare significativamente, da 3.000 a 10.000 euro, a seconda della complessità della procedura e della clinica scelta.
Il doppio mento, o sindrome di Balzac, è un tema che tocca molti aspetti della vita quotidiana e dell’autopercezione. Con l’aumento della chirurgia estetica, è importante considerare le implicazioni emotive e psicologiche di tale scelta. La bellezza non dovrebbe essere definita solo da standard estetici, ma dovrebbe abbracciare la diversità e l’unicità di ciascuno di noi, incoraggiando un approccio più sano e positivo verso il proprio aspetto fisico. La comunicazione e l’educazione sono essenziali per promuovere un’immagine corporea positiva e una maggiore accettazione di sé.