60 euro in più in busta paga previsti dalla Manovra 2026: a chi spettano - Greenstyle.it
Come fare per richiedere i 60 euro in busta paga, insieme agli altri bonus e agli altri incentivi, previsti dalla Manovra 2026.
Con l’approvazione definitiva della Manovra di Bilancio 2026, il governo ha varato una delle leggi finanziarie più contenute degli ultimi anni, con una dotazione di 18,7 miliardi di euro. Il testo punta a garantire la sostenibilità dei conti pubblici mantenendo il deficit a zero per il 2026, in un contesto di stabilità economica e sociale.
La premier Giorgia Meloni ha sottolineato come la manovra mantenga le priorità della precedente legislatura, con particolare attenzione a famiglia, natalità, taglio delle tasse, sostegno alle imprese e rafforzamento della sanità pubblica.
Manovra 2026: bonus, incentivi e 60 euro in più in busta paga
Tra le misure più attese, spicca il potenziamento del bonus mamme lavoratrici, che passa da 40 a 60 euro mensili. L’incentivo è destinato alle madri che lavorano, con un reddito annuo non superiore ai 40 mila euro, e si propone di favorire la natalità e mantenere le donne nel mercato del lavoro. Il bonus si applica alle madri con almeno due figli fino al compimento del decimo anno di età del più piccolo, mentre per le madri con tre o più figli il beneficio si estende fino al diciottesimo anno del figlio minore.
Ne possono usufruire sia le lavoratrici dipendenti, a tempo determinato o indeterminato, sia le autonome e le libere professioniste. È stata inoltre confermata la proroga del congedo parentale retribuito all’80%, una misura che mira a garantire maggiore supporto alle famiglie in un momento di difficoltà demografica.
Parallelamente, è stata rivista la metodologia di calcolo dell’ISEE, con particolare riguardo al valore catastale della prima casa e alla scala di equivalenza per le famiglie, interventi che comporteranno un impatto complessivo di circa 500 milioni di euro all’anno. Anche se mancano ancora le ultime direttive, il nuovo ISEE potrebbe permettere a molte più famiglie l’accesso ai bonus e alle agevolazioni.
Sul fronte previdenziale, la manovra conferma la proroga di Ape Sociale, strumento che consente l’accesso anticipato alla pensione per categorie svantaggiate. Tuttavia, non sono state rinnovate, almeno nella prima bozza del disegno di legge, le misure di Opzione Donna e Quota 100. È stata sterilizzata l’aumento dell’età pensionabile per i lavori gravosi e usuranti, ma è previsto un aumento graduale dei requisiti pensionistici per tutti gli altri settori.

Importante novità riguarda l’incremento delle pensioni minime, che dal 2026 aumenteranno di 20 euro al mese, pari a un miglioramento annuo di 260 euro per i pensionati in condizioni disagiate. Questo intervento rientra nel più ampio programma di sostegno economico alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La manovra conferma il percorso di riduzione della pressione fiscale, con un focus particolare sul taglio dell’Irpef. Nel dettaglio, la seconda aliquota Irpef scenderà dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro annui, con un impatto previsto di circa 9 miliardi di euro nel triennio 2026-2028. Il beneficio massimo stimato è di circa 440 euro all’anno, equivalenti a 36 euro al mese, per i contribuenti con redditi tra 28 mila e 50 mila euro lordi. Per chi guadagna 30 mila euro annui, il risparmio si aggira intorno ai 40 euro all’anno, poco più di 3 euro al mese. Queste misure sono finanziate con una dotazione di 2,7 miliardi di euro all’anno.
Sul fronte della pace fiscale, la manovra introduce una rottamazione delle cartelle esattoriali fino al 2023, rivolta a chi ha presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi. La misura interessa una platea stimata di 16 milioni di contribuenti, che potranno dilazionare il pagamento in nove anni con rate bimestrali di importo uguale, pagando solo il capitale e gli interessi senza sanzioni aggiuntive. La misura ha ricevuto il plauso del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ne aveva fatto una delle priorità del suo mandato.
Queste novità confermano l’impegno del governo a mantenere un equilibrio tra rigore finanziario e interventi mirati a sostenere fasce deboli e classi medie, con un occhio particolare alle politiche familiari e al rilancio dell’economia tramite la riduzione della pressione fiscale.
