La reazione sindacale alla procedura di licenziamento(www.greenstyle.it)
Il gigante dello shopping online nel settore della moda di lusso, ha avviato una significativa procedura di licenziamento.
La maggior parte dei posti a rischio si concentra nelle sedi di Bologna, con 160 esuberi, e Milano. La notizia ha scatenato un acceso malcontento tra i sindacati e i lavoratori, che definiscono inaccettabile la modalità con cui l’azienda ha comunicato la decisione.
Mariano Vendola, rappresentante della Filcams Cgil di Bologna, ha espresso una forte condanna per la gestione della vicenda: «Lasciare a casa le persone da un giorno all’altro senza nemmeno aver tentato la strada degli ammortizzatori sociali è una scelta insostenibile. Molti lavoratori sono entrati giovani, quando Yoox era un fiore all’occhiello del territorio, e oggi rischiano di trovarsi senza tutela e senza prospettive, con famiglie da mantenere».
Il sindacalista ha sottolineato come sia stato trascurato il ricorso a strumenti previsti come la cassa integrazione guadagni (CIG) o altre forme di solidarietà, nonostante il contesto territoriale dell’Emilia-Romagna, caratterizzato da politiche attive per il lavoro e il clima. «In un’area come Bologna, con un patto regionale per il lavoro e il clima sottoscritto, è inaccettabile che un licenziamento di questa portata venga annunciato senza alcun confronto e senza garanzie per i dipendenti», ha aggiunto Vendola.
Nonostante le richieste sindacali di chiarimenti sull’andamento economico dell’azienda, la comunicazione ufficiale aveva sempre minimizzato i segnali di crisi, lasciando i lavoratori impreparati a un epilogo così drastico.
Yoox Net-a-Porter: storia e contesto industriale
Fondata nel 2000 dall’imprenditore emiliano-romagnolo Federico Marchetti, Yoox Net-a-Porter (Ynap) ha rappresentato una rivoluzione nel commercio online di prodotti di lusso, diventando una delle startup più celebri della regione Emilia-Romagna, con una valutazione di mercato superiore al miliardo di dollari ben prima della quotazione in Borsa. Nel 2015 la società si è fusa con il marchio britannico Net-à-Porter, dando vita a un colosso del settore.
Nel 2018, Ynap è stata acquisita dal gruppo svizzero Richemont, noto per il possesso di brand prestigiosi come Cartier e Montblanc. L’ultima importante svolta è avvenuta nell’ottobre 2024, quando Richemont ha sottoscritto un accordo per la cessione dell’azienda alla tedesca Mytheresa, operazione completata nella primavera del 2025. Questi passaggi societari hanno influenzato la strategia e la gestione del personale, culminando nella recente decisione di ristrutturazione e riduzione degli organici.

La procedura di licenziamento coinvolge in particolare i lavoratori delle sedi di Bologna e Milano, con un impatto devastante su molte famiglie. La preoccupazione principale dei sindacati è proprio la mancanza di un percorso graduale e tutelato che consenta almeno l’accesso agli ammortizzatori sociali.
La richiesta urgente è che l’azienda apra immediatamente una trattativa per l’utilizzo delle forme di sostegno al reddito previste dalla normativa italiana, come la CIG o misure di solidarietà, per evitare licenziamenti diretti e improvvisi. Inoltre, viene chiesto un impegno per il reinserimento lavorativo dei dipendenti, con percorsi di riqualificazione e ricollocazione, in linea con le politiche regionali per la tutela del lavoro.
La situazione rappresenta un campanello d’allarme per il territorio emiliano-romagnolo, da sempre attento a garantire equilibrio tra sviluppo industriale e tutela dei lavoratori, e solleva interrogativi sulle strategie di gestione delle grandi piattaforme digitali nel settore del lusso e della moda.
Le organizzazioni sindacali non escludono ulteriori mobilitazioni e azioni di protesta qualora l’azienda non riveda la propria posizione, puntando a un confronto costruttivo che eviti conseguenze pesanti per il tessuto sociale locale.
