Il divieto di cumulo e le eccezioni previste dalla normativa(www.greenstyle.it)
Il nuovo scenario delineato dal decreto del Ministero del Lavoro conferma l’importanza di un’attenta pianificazione previdenziale.
Con il decreto del Ministero del Lavoro del 22 novembre 2024 sono stati ridefiniti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2025-2026, strumenti fondamentali per il calcolo degli assegni pensionistici nel sistema contributivo. Questa revisione interessa esclusivamente le gestioni INPS e non le casse professionali, entrando in vigore dal 1° gennaio 2025.
È importante sottolineare che tali modifiche non coinvolgono i pensionati attuali, bensì i lavoratori che matureranno il diritto a pensione a partire dal prossimo anno con almeno una quota dell’assegno calcolata secondo il metodo contributivo.
Aggiornamento dei coefficienti di trasformazione
La novità riguarda in particolare:
- coloro che non hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995;
- i lavoratori che optano per il sistema contributivo, come nel caso di Opzione Donna o Quota 103;
- chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- chi, pur avendo almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, ha anzianità contributiva successiva al 31 dicembre 2011.
Il sistema contributivo, introdotto dalla Legge n. 335/1995, prevede che l’importo dell’assegno pensionistico annuo derivi dalla moltiplicazione del montante individuale dei contributi, rivalutati annualmente, per il relativo coefficiente di trasformazione, il quale varia in base all’età di pensionamento e viene aggiornato ogni due anni dal Ministero sulla base delle tabelle ISTAT sulla speranza di vita.
La nuova tabella dei coefficienti 2025-2026
L’aggiornamento, motivato dall’aumento della speranza di vita e dall’andamento del PIL, ha determinato un lieve calo dei coefficienti, che si traduce in una riduzione delle rendite pensionistiche di circa il 2% rispetto al biennio precedente. Di seguito i valori aggiornati per età:
| Età | Divisore | Coefficiente (%) |
|——|———-|——————|
| 57 | 23,789 | 4,204 |
| 58 | 23,213 | 4,308 |
| 59 | 22,631 | 4,419 |
| 60 | 22,044 | 4,536 |
| 61 | 21,453 | 4,661 |
| 62 | 20,857 | 4,795 |
| 63 | 20,258 | 4,936 |
| 64 | 19,656 | 5,088 |
| 65 | 19,049 | 5,250 |
| 66 | 18,441 | 5,423 |
| 67 | 17,831 | 5,608 |
| 68 | 17,218 | 5,808 |
| 69 | 16,600 | 6,024 |
| 70 | 15,980 | 6,258 |
| 71 | 15,360 | 6,510 |
Questi coefficienti rappresentano la percentuale di trasformazione del montante contributivo in pensione annua e sono più bassi per chi va in pensione in età più giovane, poiché il periodo di erogazione è più lungo.

Per comprendere meglio l’effetto del nuovo aggiornamento, è utile considerare alcuni esempi pratici:
- Un lavoratore che accumula un montante contributivo di 200.000 euro e va in pensione a 62 anni nel 2024 percepiva un assegno lordo mensile di circa 751 euro (per 13 mensilità). Lo stesso soggetto, con il pensionamento nel 2025, riceverà un assegno ridotto a 737 euro.
- Per un neo pensionato di 67 anni con identico montante contributivo, l’assegno scenderà da 880 a 862 euro.
Questi aggiustamenti confermano la tendenza a un contenimento delle prestazioni pensionistiche in relazione all’aumento della longevità e alle dinamiche economiche.
Il ruolo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, guidato dal ministro Marina Elvira Calderone dal 2022, è l’ente responsabile del coordinamento di queste misure. Il Ministero ha sede nel palazzo Marco Biagi a Roma e si occupa di tutela del lavoro, sviluppo occupazionale, adeguatezza del sistema previdenziale e politiche sociali, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità del welfare nel tempo.
In particolare, il Ministero monitora i dati demografici e economici – come la speranza di vita e il PIL – per aggiornare periodicamente i coefficienti di trasformazione, garantendo così un equilibrio tra la durata della vita in pensione e la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale.
Il sistema di calcolo contributivo, introdotto dalla legge 8 agosto 1995, n. 335, ha sostituito progressivamente il sistema retributivo, puntando a una maggiore equità e sostenibilità. Esso si basa sul principio che la pensione debba essere proporzionata ai contributi effettivamente versati.
L’aggiornamento biennale dei coefficienti di trasformazione è una delle leve con cui il governo regola l’adeguatezza delle pensioni in rapporto alle condizioni demografiche ed economiche, utilizzando dati ISTAT e indicatori macroeconomici.
Ulteriori strumenti e guide per lavoratori e pensionati sono disponibili presso il Ministero e le piattaforme di consulenza previdenziale, utili per orientarsi nelle scelte di pensionamento e comprendere l’impatto delle novità normative.
