L’INPS ha ufficializzato le modalità di accesso e i termini per la presentazione delle domande per il bonus. (www.greenstyle.it)
L’INPS ha ufficializzato le modalità di accesso e i termini per la presentazione delle domande per il bonus.
Il termine ultimo per l’invio delle richieste è fissato al 9 dicembre 2025, ma è previsto un ulteriore proroga fino al 31 gennaio 2026 per le lavoratrici che perfezioneranno i requisiti successivamente alla scadenza principale.
Bonus mamme: chi può beneficiarne e requisiti
Il bonus è rivolto alle madri con almeno due figli, con alcune differenze in base al numero di figli e al tipo di contratto di lavoro. Possono richiedere il contributo:
- le madri con due figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo;
- le madri con tre o più figli, fino al diciottesimo anno del figlio più giovane, esclusivamente se non titolari di contratti a tempo indeterminato.
Sono ammesse al contributo le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato (escluso il lavoro domestico) e le lavoratrici autonome iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie, comprese le casse professionali, come ad esempio Inarcassa per architette e altre professioniste. Il reddito da lavoro annuo non deve superare i 40.000 euro.
L’importo riconosciuto ammonta a 40 euro mensili, esentasse e non rilevante ai fini ISEE, per un massimo di 12 mensilità, corrispondendo quindi un contributo annuo totale di 480 euro. L’erogazione avverrà in un’unica soluzione a dicembre 2025 o, in caso di presentazione tardiva, entro febbraio 2026.
Un aspetto importante riguarda le lavoratrici autonome: il bonus è riconosciuto proporzionalmente ai mesi di iscrizione alla rispettiva Cassa previdenziale nel corso del 2025.

Le domande devono essere presentate esclusivamente online tramite il portale istituzionale www.inps.it, accedendo con un’identità digitale valida (SPID di livello 2, CIE 3.0, CNS o eIDAS). In alternativa, è possibile utilizzare il contact center multicanale chiamando il numero verde gratuito 803.164 da rete fissa o il numero 06 164 164 da rete mobile (a pagamento secondo la tariffa del gestore) oppure rivolgersi agli istituti di patronato per assistenza nella compilazione.
Il termine ordinario per la presentazione scade il 9 dicembre 2025, ma per le lavoratrici che perfezioneranno i requisiti oltre questa data il termine è esteso al 31 gennaio 2026.
Le novità del 2026: aumento del bonus e misure di sostegno
La Legge di Bilancio 2026, attualmente in esame parlamentare, prevede un incremento del bonus da 40 a 60 euro mensili, confermando l’esenzione fiscale e la non rilevanza ai fini ISEE. La platea rimane invariata, ovvero madri con almeno due figli e reddito annuo da lavoro non superiore a 40.000 euro.
Per le madri con tre o più figli e contratto a tempo indeterminato, è riconfermato per il 2026 un beneficio di decontribuzione previdenziale fino a 3.000 euro annui, una misura più vantaggiosa rispetto al bonus standard, riservata a questa categoria specifica.
Inoltre, la Manovra introduce un pacchetto di incentivi per favorire la conciliazione tra lavoro e vita familiare, tra cui:
- Decontribuzione totale fino a 8.000 euro per i datori di lavoro privati che assumono madri di almeno tre figli minorenni senza impiego retribuito da almeno sei mesi.
- Priorità nella trasformazione del contratto da tempo pieno a tempo parziale per genitori con almeno tre figli conviventi, fino al decimo anno di età del figlio più piccolo o senza limiti in caso di figli disabili.
- Prolungamento del contratto di lavoro temporaneo in caso di sostituzione di lavoratrici in congedo parentale, per un periodo non superiore al primo anno di vita del bambino.
Queste misure si inseriscono in un più ampio quadro di politiche familiari per sostenere la maternità e la conciliazione lavoro-famiglia.
Il bonus mamme lavoratrici si aggiunge al bonus bebè, un contributo una tantum di 1.000 euro destinato per ciascun figlio nato o adottato dopo il 1° gennaio 2025, anch’esso accessibile alle professioniste e lavoratrici autonome, indipendentemente dal regime previdenziale di iscrizione.
Tale integrazione rappresenta un sostegno concreto per le famiglie con figli, contribuendo a compensare i costi legati alla crescita dei minori e favorendo la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
