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Il grano russello – noto anche come rossello o anche con i termini più dialettali “ruscio” o “russieddru” – è una delle diverse varietà di grano duro, ossia del Triticum durum. Questa cultivar è tipica della Sicilia ed è coltivata soprattutto nei terreni dei comuni di Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Ragusa e Trapani.
Come molte delle varietà più antiche di grano, si tratta di una pianta caratterizzata da spighe molto alte, che a completa maturazione possono raggiungere i 180 centimetri. La semina del russello è tardiva: di solito questa operazione viene eseguita nel periodo che va dalla fine di fibrosi fino a tutto marzo. In passato, questa varietà era apprezzata più che per le sue caratteristiche organolettiche per l’elevata quantità della paglia che con essa veniva prodotta.
Vediamo qual è l’origine di questa varietà di grano, quali sono le sue caratteristiche e i suoi usi più comuni.
Origine del grano russello
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Il grano russello è una delle molte varietà di grano siciliano: le ricerche degli agronomi hanno contato più di 50 varietà di Triticum coltivate su questa isola italiana. Molto probabilmente, il russello è una cultivar discendente dall’antico grano russo Taganrog, tuttavia la raccolta dei dati sull’origine del russieddru è ancora in corso.
Caratteristiche del grano russello
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Il Triticum durum varietà hordeiforme – questo il nome scientifico della varietà di grano – ha fusti molto alti, come già anticipato. Le sue spighe sono riconoscibili per il loro profilo fusiforme e oblungo, ma soprattutto per il colore vistosamente rosso-giallastro. È proprio alla colorazione tipica della spiga che richiama il nome comune di questo grano duro. La pianta offre buona resistenza ai parassiti e alle ruggini del grano e anche alla Ophiobolus graminis, infestazione nota come “mal del piede”.
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Oggi le coltivazioni di grano russello sono in ripresa, anche considerato l’interesse dei consumatori per i grani più antichi, tuttavia questa varietà è poco produttiva e in genere la resa si avvicina solo al 50% di quella delle varietà più moderne. A ridurre le rese e l’economicità della coltivazione del russello è anche l’altezza dei fusti, che rende più complessa l’operazione di raccolta con l’ausilio di macchine agricole.
Farina di grano russello
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Dalla macinazione dei chicchi di questo grado si ottiene una farina ricca di proteine: in media il valore si aggira intorno al 12-14%. Della frazione proteica, circa il 10% è costituito da glutine. La farina di russello è particolarmente adatta alla produzione di pane. La diffusione, a parte limitati esempi, è destinata al momento soprattutto a livello locale.
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In termini nutrizionali, ossia apporto di carboidrati, proteine grassi e dunque calorie, le differenze rispetto ad altre varietà di grano sono trascurabili.
Il pane e gli altri prodotti da forno realizzati con la farina di questa varietà sono particolarmente profumati e apprezzati. Un tempo il russello era anche uno degli ingredienti principali del Pane Nero di Castelvetrano. Tuttavia, considerata la limitata produttività delle coltivazioni del Triticum Durum varietà hordeiforme, questo è stato sostituito con altre tipologie.
Il russello è anche impiegato per la preparazione di diversi formati di pasta, molto apprezzata per la resistenza in cottura e la resa con diversi condimenti. In commercio si trova anche la farina, adatta alla produzione domestica di pane e altri prodotti da forno, come specificato poc’anzi.