Conto Corrente cointestato, cosa succede se muore uno dei due titolari -greenstyle.it
In molti si chiedono che cosa accada a un conto corrente cointestato, nel caso in cui uno dei titolari muoia. Cosa dice la legge
Nel panorama giuridico italiano, la gestione dei conti correnti cointestati al momento del decesso di uno dei titolari rappresenta un tema di forte attualità e complessità. Le recenti pronunce della Corte di Cassazione, unitamente alle prassi bancarie e alle nuove normative, offrono indicazioni precise sul diritto del titolare superstite e sui limiti dell’operatività bancaria in tali contesti.
Spesso, in caso di decesso di uno dei cointestatari, gli istituti di credito procedono al blocco immediato del conto, sospendendo tutti i servizi e impedendo all’altro titolare di accedere ai fondi. Tale prassi, sebbene diffusa, è stata più volte dichiarata illegittima dalla giurisprudenza della Corte Suprema di Cassazione. Secondo l’ordinanza n. 7862/2021, infatti, quando il conto è aperto a firma disgiunta – condizione che permette ai cointestatari di operare separatamente – il potere di compiere operazioni attive e passive non si estingue con la morte di uno di essi.
La solidarietà attiva tra i titolari permane, consentendo al titolare superstite di prelevare l’intero saldo presente sul conto senza che la banca possa opporsi invocando le norme successorie. L’istituto di credito, erogando tali somme, si libera da ogni obbligo verso gli eredi del defunto, non potendo essere ritenuto responsabile per i prelievi effettuati dal cointestatario rimasto.
Tipologie di conto cointestato e implicazioni operative
È importante sottolineare la distinzione tra due principali modalità di operatività del conto cointestato: a firma disgiunta e a firma congiunta. Nel primo caso, ogni titolare può effettuare qualsiasi operazione senza necessità della controfirma degli altri; nel secondo, ogni operazione richiede l’autorizzazione di tutti i cointestatari.

Nel caso del conto a firma congiunta, il blocco in seguito alla morte di uno dei titolari è inevitabile e necessario, in quanto le operazioni non possono più essere autorizzate da tutti i titolari. Il conto rimane “congelato” in attesa delle pratiche successorie e dell’individuazione degli eredi. Successivamente, il conto viene chiuso e gli eredi possono aprire un nuovo rapporto bancario.
Se la banca si rifiuta di sbloccare il conto dopo il decesso di un cointestatario, il titolare superstite può rivolgersi a un avvocato per inviare una diffida formale all’istituto di credito, spesso sufficiente a risolvere la situazione senza ricorrere al tribunale.
Qualora la diffida non sortisca effetto, è possibile presentare un ricorso urgente ai sensi dell’articolo 700 del codice di procedura civile. Tale procedura consente di ottenere rapidamente la liquidazione del saldo e la riattivazione dei servizi bancari, purché si dimostri il requisito del periculum in mora: ossia un danno grave e irreparabile derivante dal blocco, come l’impossibilità di accedere ai fondi necessari per le spese quotidiane.
