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Cicuta: 6 cose da sapere sulla pianta di Socrate

La cicuta maggiore, nome popolare del Conium maculatum, è la pianta divenuta famosa per la morte di Socrate. In Grecia era infatti somministrata a chi aveva commesso reati per cui serviva la pena capitale. Il filosofo dell'antica città di Atene, che pare morì bevendo questo veleno, non fu l'unico a patire gli effetti di questo arbusto ancora oggi visibile in Europa e nel mondo.

Cicuta: 6 cose da sapere sulla pianta di Socrate

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La cicuta maggiore è una pianta velenosa legata alla morte di Socrate, il celebre filosofo ateniese, che la bevve in infuso dopo la condanna alla pena capitale. Di certo nella Grecia antica questo metodo era comune per le punizioni estreme dei reati politici. E Socrate non fu l’unico a doverne patire gli effetti.

Di fatti, la storia racconta che fu Satiro, il capo della polizia del regime dei Trenta tiranni, a scegliere la cicuta per eseguire la pena massima. E dal 404 a.C. in poi, si trovano una serie di fatti documentati, tra cui appunto la morte del filosofo, dove si fa ricorso a questo veleno.

Ma la pianta di Socrate non ha abbandonato il IV secolo a.C. per sparire con le sue vittime illustri, dato che l’omeopatia contemporanea fa ampio ricorso al Conium maculatum. Le dosi e le diluizioni studiate a tavolino per rendere le tossine inefficaci e l’assunzione sicura e benefica, hanno reso infatti la pianta un punto di riferimento della medicina naturale.

Se, tuttavia, i granuli e le gocce omeopatiche sono a prova di errore e ritenute non pericolose, lo stesso non si può dire per la pianta di cicuta. Si tratta infatti di un arbusto che spesso è visibile in alcune zone di Europa e mondo, che può essere confuso con piante non tossiche e ingerito per errore, con gravi conseguenze.

Cicuta pianta Socrate
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Dove si trova la cicuta

La cicuta maggiore, una pianta della famiglia delle Apiaceae, è originaria dell’Europa e del Nord Africa, ma è oggi visibile anche in Asia, Nord America e Australia. Di fatti, l’arbusto fu importato dal suo habitat europeo e africano per motivi ornamentali. Lo si può reperire infatti quasi ovunque nel mondo.

A cosa serve

Il nome botanico della cicuta è Conium maculatum e di certo lo avremo già apprezzato come rimedio omeopatico per trattare problemi di tipo mentale e psichico. Lo si consiglia infatti a chi soffre di nevrosi e stati depressivi, ma anche in caso di vertigini e patologie a carico degli organi riproduttivi. È infatti considerato ottimo in varie condizioni.

Come riconoscere la cicuta

La pianta di cicuta ha un aspetto che la rende facile da confondere con altre piante della stessa famiglia delle ombrellifere. Di fatti è simile al finocchio selvatico, ma anche alla carota selvatica. Ma il suo fusto, a differenza di altri, è spesso, verde e con macchie viola.

Le foglie sono simili a quelle del prezzemolo, ma queste e le infiorescenze bianche vantano delle differenze con le altre piante simili. Di sicuro la più evidente è aromatica, in quanto l’odore della cicuta è simile all’urina di gatto.

Cosa è velenoso della cicuta

Va ricordato che è da considerarsi velenosa ogni parte della pianta, con sintomi che possono apparire già dopo 20 minuti dall’assunzione non voluta. La quantità di tossina varia a seconda della quantità assunta, ma è sempre corretto recarsi presso un pronto soccorso umano o veterinario, in caso di presunta assunzione da parte di un animale domestico, in tempi brevi.

Le parti aeree della pianta possono anche essere irritanti per la pelle e le mucose, di fatti si consiglia di non avvicinarsi e non toccare foglie e fiori.

Cosa succede se si tocca o si ingerisce la cicuta

In caso di ingestione accidentale della cicuta, i sintomi possono variare e comparire dai 20 minuti alle 3 ore e comprendono:

  • Tremore
  • Atassia, soprattutto degli arti inferiori
  • Salivazione eccessiva
  • Mancanza di coordinamento
  • Dilatazione delle pupille
  • Polso rapido e debole
  • Paralisi respiratoria
  • Coma
  • Convulsioni

Se entriamo in contatto invece con la pianta senza assumerla, si possono invece notare irritazioni alla cute esposta, rossori, prurito a naso e occhi, lacrimazione copiosa.

Differenze tra la cicuta e la carota selvatica

Il fusto della cicuta è riconoscibile e diverso rispetto a quello di altre piante simili, come la carota selvatica o anche il finocchio. Di solito raggiunge un’altezza anche di due metri, rispetto al metro scarso della carota. Ma è anche caratterizzato da macchie e striature viola o rosse che si estendono a tutta lunghezza.

La carota selvatica ha anche una diversa infiorescenza, in quanto i grappoli di fiori bianchi hanno spesso al centro un fiore scuro. Ma come accennato, gli odori sono quelli che devono farci capire meglio in quale pianta ci siamo imbattuti. In caso della cicuta, l’aroma emanato dalle foglie è pungente e sgradevole.

 

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