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Ecco i cibi più a rischio contaminazione secondo FAO e OMS

Sono cereali sia integrali che macinati; frutta a guscio come noci, nocciole, arachidi; semi come quelli di girasole, di zucca, di papavero; prodotti proteici essiccati come il latte in polvere; spezie ed erbe secche, come menta, coriandolo, noce moscata e cardamomo ed ancora dolciumi, snack e frutta e verdura secca gli alimenti che, inaspettatamente, sono stati valutati dalla Fao e dall'Oms tra i cibi più a rischio di contaminazione microbiologica.

Ecco i cibi più a rischio contaminazione secondo FAO e OMS

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La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno individuato i cibi più a rischio di contaminazione microbiologica e quindi, potenzialmente pericolosi per la salute umana. E lo hanno fatto in un report, intitolato “Ranking of low-moisture foods in support of microbiological risk management“, nel quale hanno evidenziato gli alimenti ai quali prestare particolare attenzione sotto questo aspetto. Di seguito analizziamo quali sono e perché bisognerebbe porre in essere i dovuti accorgimenti riguardo il loro consumo.

Ecco i cibi più a rischio contaminazione secondo FAO e OMS
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Alimenti a basso contenuto di umidità

I cibi considerati a rischio maggiore di contaminazione da agenti patogeni, tossine o sostanze chimiche pericolose, e che per questo richiedono particolare attenzione nella loro preparazione e manipolazione per garantire la sicurezza alimentare sono, contrariamente a quanto si è sempre pensato, anche gli alimenti a bassa umidità. Tali alimenti, come riporta il documento, sono stati percepiti a lungo come non pericolosi sotto tale aspetto, proprio per il fatto di essere a lunga conservazione. In realtà, negli ultimi anni, sono stati responsabili di epidemie di malattie di origine alimentare dimostrando come, anche in questi prodotti, i microrganismi possano proliferare e permanere a lungo.

Dall’esigenza di classificare gli alimenti maggiormente preoccupanti dal punto di vista microbiologico della sicurezza alimentare, la FAO e l’OMS hanno dapprima svolto una serie di accertamenti volti a raccogliere tutte le informazioni possibili circa la loro pericolosità, poi, hanno stilato una classifica degli alimenti – tra quelli a bassa umidità, detti LMF – che meritano una maggiore attenzione.

Cibi più a rischio contaminazione secondo FAO e OMS

L’elenco che segue è stilato in ordine decrescente rispetto alla classificazione del rischio:

  • Cereali sia integrali che macinati (frumento, orzo, mais, avena, segale, miglio, sorgo, grano saraceno, riso e prodotti a base di riso, cereali per la colazione)
  • Prodotti proteici essiccati (o anche latticini essiccati come latte/siero di latte in polvere, uova in polvere, carne secca)
  • Spezie ed erbe secche ( paprika, pepe, anice, cumino, coriandolo, semi di aneto, finocchio, cerfoglio, cumino, pimento, noce moscata, cardamomo, fieno greco, senape, aglio, zenzero, curcuma, origano, maggiorana, basilico, alloro, menta, rosmarino, prezzemolo, salvia, timo, aneto/foglie, cannella, chiodi di garofano, zafferano) e tè (ad esempio tè alle erbe, tè neri)
  • Frutta a guscio e prodotti a base di frutta a guscio (come mandorle, anacardi, nocciole, noci di macadamia, noci del Brasile, noci pecan, pinoli, pistacchi, noci), arachidi e prodotti a base di arachidi (ad es. burro e creme spalmabili di arachidi)
  • Dolciumi e snack (prodotti a base di cacao e cioccolato, marshmallow, caramelle, patatine, cracker, biscotti)
  • Frutta e verdura secca (come uva passa, prugne, datteri, mango, albicocche, frutta secca, noce di cocco, pomodori, patate e carote disidratati, funghi secchi/disidratati, alghe secche)
  • Semi per il consumo (semi di zucca, semi di girasole, papavero, semi, semi di melone, semi di lino, semi misti), tahini (pasta di semi di sesamo), halva (il tradizionale dolce a base di pasta di sesamo/tahini).

Tra tutti i focolai di malattie di origine alimentare presenti nel rapporto, il rischio microbico più diffuso è risultato essere la Salmonella, ovvero l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti.

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